𝐅𝐔𝐆𝐀 𝐃𝐄𝐈 𝐃𝐈𝐏𝐄𝐍𝐃𝐄𝐍𝐓𝐈 𝐑𝐄𝐆𝐈𝐎𝐍𝐀𝐋𝐈 𝐃𝐀 𝐎𝐆𝐍𝐈 𝐑𝐄𝐒𝐏𝐎𝐍𝐒𝐀𝐁𝐈𝐋𝐈𝐓𝐀’
𝐋𝐀 𝐍𝐎𝐓𝐀 𝐃𝐈 𝐍𝐀𝐓𝐀𝐋𝐄 𝐀𝐍𝐓𝐈 𝐋𝐀𝐓𝐈𝐍𝐈? 𝐀𝐍𝐎𝐍𝐈𝐌𝐀 𝐄 𝐃𝐈𝐅𝐅𝐀𝐌𝐀𝐓𝐎𝐑𝐈𝐀

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𝐍𝐞𝐬𝐬𝐮𝐧𝐨, 𝐧𝐞 𝐭𝐫𝐚 𝐠𝐥𝐢 𝟖𝟎 𝐢𝐦𝐩𝐢𝐞𝐠𝐚𝐭𝐢, 𝐧𝐞 𝐭𝐫𝐚 𝐢 𝐬𝐢𝐧𝐝𝐚𝐜𝐚𝐭𝐢, 𝐬𝐢 𝐫𝐢𝐜𝐨𝐧𝐨𝐬𝐜𝐞 𝐧𝐞𝐥 𝐝𝐨𝐜𝐮𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐜𝐫𝐢𝐭𝐢𝐜𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐏𝐫𝐞𝐬𝐢𝐝𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐢𝐧𝐯𝐢𝐭𝐚𝐯𝐚 𝐥𝐚 𝐦𝐚𝐜𝐜𝐡𝐢𝐧𝐚 𝐫𝐞𝐠𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐚 𝐥𝐚𝐯𝐨𝐫𝐚𝐫𝐞 𝐦𝐞𝐠𝐥𝐢𝐨 𝐞 𝐝𝐢 𝐩𝐢𝐮’. 𝐈𝐥 𝐭𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐨𝐫𝐢𝐠𝐢𝐧𝐚𝐥𝐞, 𝐢𝐧𝐯𝐢𝐚𝐭𝐨 𝐚𝐥𝐥’𝐀𝐧𝐬𝐚 𝐞 𝐢𝐧 𝐨𝐝𝐨𝐫𝐞 𝐝𝐢 𝐝𝐢𝐟𝐟𝐚𝐦𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞, 𝐫𝐢𝐬𝐮𝐥𝐭𝐚 𝐜𝐡𝐢𝐚𝐫𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐢𝐭𝐨 𝐝𝐚𝐥𝐥’𝐮𝐟𝐟𝐢𝐜𝐢𝐨 𝐬𝐭𝐚𝐦𝐩𝐚, 𝐦𝐞𝐬𝐜𝐨𝐥𝐚𝐭𝐨 𝐚𝐥 𝐜𝐨𝐧𝐬𝐮𝐞𝐭𝐨 𝐥𝐚𝐯𝐨𝐫𝐨 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐚𝐥𝐢𝐬𝐭𝐢𝐜𝐨

Si vantavano, piccati nell’onore, di aver superato regolarmente un concorso pubblico e – rivolti al Presidente LATINI che a Natale li esortava a dare meglio e di più – di non dover rispondere ad alcun elettore del loro sudato stipendio; ogni 27 del mese, 13°, 14° e facili obiettivi raggiunti da sommare.

In realtà i vincitori di regolare concorso della Regione, circa 80 dipendenti, non si sono mai sognati di replicare alcunchè al Presidente del Consiglio regionale, tanto per iscritto.

Al rientro al lavoro, infatti, nessuno, neanche uno degli 80 dipendenti regionali vincitori di regolare concorso, si è assunto la responsabilità di condividere, con nome e cognome, quanto passato alla stampa.

Anzi, una buona metà, almeno, si è messa in fila, tipo processione, per comunicare al Presidente LATINI tre cose: A) completa solidarietà al Presidente del Consiglio diffamato a loro nome; B) non saper nulla della lettera di contro auguri; C) di dissociarsi, in ogni caso, da quel documento redatto “non a proprio nome”.

Risulta che LATINI, preso atto delle scuse, non si sia accontentato della presa di distanza di alcuni, prendendo diretto contatto con le numerose organizzazioni sindacali che garantiscono il lavoro dei vincitori di regolare concorso pubblico.

Ebbene anche sul versante sindacale nessuno ha mostrato coraggio di rivendicare lo scritto! Anzi, come per gli impiegati vincitori di regolare concorso, c’è uscita la solita solidarietà e l’impegno ad andare a fondo della vicenda.

Anche perché, risulta nuovamente, LATINI intende vederci chiaro e scoprire chi, la notte di Natale, anziché pensare a come riprendere l’attività producendo meglio e di più, ha creduto male di farsi interprete, vigliaccamente, di tutti.

Inevitabile i primi sospetti, partendo proprio dall’esame della mail originaria, recuperata da LATINI in casa Ansa a cui era stata inviata utilizzando font caratteristici in uso all’ufficio stampa regionale.

Insomma il colpevole dell’operazione di diffamazione, sarebbe da indentificare in un giornalista (o certamente nel capo ufficio) in forza al Consiglio regionale.

Costui o costei o costoro avrebbero approfittato della consuetudine di inviare comunicati alla sede dorica dell’Agenzia nazionale della stampa associata, per far passare anche il testo, senza firme, passato sbrigativamente a nome “I dipendenti dell’Assemblea legislativa”.

Colpevolmente, poi, un redattore anconetano dell’Ansa, ha rigirato il testo a tutti i giornali, a mò di comunicato, senza leggere e/o neanche un minimo di verifica professionale su quanto veniva asserito in maniera falsa e anonima.

LATINI, a caldo, ebbe a contro replicare di non dover ritrattare nulla e anzi di confermare la bontà dell’invito a prendere di più e a produrre meglio, nonostante un concorso vinto e sostenuto regolarmente da ciascun pubblico impiegato. Ma ormai la frittata era stata fatta e qualsiasi replica, come si insegnava un tempo nelle redazioni, equivale piuttosto a replicare la notizia una seconda volta.

E’ auspicabile che stavolta, però, qualcuno o anche tutti, paghino per la poco accorta manovra di contestazione all’operato del numero due regionale.

Nel caso, un pò di piazza pulita e l’arrivo di aria nuova non guasterebbe. La biblioteca regionale sarebbe ben felice di ospitare e inquadrare il lavoro di simili personaggi; quanto al rimpiazzo in Ufficio stampa potremmo fare, gratis, due o tre nomi di colleghi disponibili a lavorare di più, meglio e a metà prezzo.

Questo il testo completo, diffamatorio, del clamoroso falso, ideato e inviato all’Ansa per la massima diffusione possibile:

“𝐼 «𝑑𝑖𝑝𝑒𝑛𝑑𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑑𝑒𝑙𝑙’𝐴𝑠𝑠𝑒𝑚𝑏𝑙𝑒𝑎 𝐿𝑒𝑔𝑖𝑠𝑙𝑎𝑡𝑖𝑣𝑎» 𝑑𝑎𝑙 𝑐𝑎𝑛𝑡𝑜 𝑙𝑜𝑟𝑜 𝑛𝑒𝑙 𝑐𝑜𝑚𝑢𝑛𝑖𝑐𝑎𝑡𝑜 𝑠𝑡𝑎𝑚𝑝𝑎 𝑟𝑒𝑝𝑙𝑖𝑐𝑎𝑛𝑜 𝑟𝑖𝑠𝑝𝑒𝑑𝑒𝑛𝑑𝑜 «𝑎𝑙 𝑚𝑖𝑡𝑡𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑡𝑎𝑙𝑖 𝑖𝑛𝑠𝑖𝑛𝑢𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖» 𝑒 𝑠𝑜𝑡𝑡𝑜𝑙𝑖𝑛𝑒𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑐ℎ𝑒 «𝑖𝑙 𝑃𝑟𝑒𝑠𝑖𝑑𝑒𝑛𝑡𝑒 ℎ𝑎 𝑟𝑖𝑣𝑜𝑙𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑐ℎ𝑖𝑎𝑟𝑒 𝑎𝑐𝑐𝑢𝑠𝑒 𝑑𝑖 𝑚𝑎𝑛𝑐𝑎𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑖 𝑑𝑖𝑠𝑝𝑜𝑛𝑖𝑏𝑖𝑙𝑖𝑡𝑎̀, 𝑑𝑖 𝑙𝑒𝑎𝑙𝑡𝑎̀ 𝑒 𝑑𝑖 𝑝𝑟𝑜𝑓𝑒𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛𝑎𝑙𝑖𝑡𝑎̀». «𝐼𝑙 𝑝𝑒𝑟𝑠𝑜𝑛𝑎𝑙𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑠𝑡𝑟𝑢𝑡𝑡𝑢𝑟𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙’𝐴𝑠𝑠𝑒𝑚𝑏𝑙𝑒𝑎 𝑙𝑒𝑔𝑖𝑠𝑙𝑎𝑡𝑖𝑣𝑎 𝑒̀ 𝑒𝑑 𝑒̀ 𝑠𝑒𝑚𝑝𝑟𝑒 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑜 𝑑𝑖𝑠𝑝𝑜𝑛𝑖𝑏𝑖𝑙𝑒 𝑠𝑖𝑎 𝑣𝑒𝑟𝑠𝑜 𝑙𝑒 𝑟𝑖𝑐ℎ𝑖𝑒𝑠𝑡𝑒 𝑖𝑛𝑡𝑒𝑟𝑛𝑒, 𝑑𝑒𝑖 𝑐𝑜𝑛𝑠𝑖𝑔𝑙𝑖𝑒𝑟𝑖 𝑒 𝑑𝑒𝑖 𝑑𝑖𝑝𝑒𝑛𝑑𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑑𝑒𝑙 𝐶𝑜𝑛𝑠𝑖𝑔𝑙𝑖𝑜 𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝐺𝑖𝑢𝑛𝑡𝑎 𝑟𝑒𝑔𝑖𝑜𝑛𝑎𝑙𝑒, 𝑠𝑖𝑎 𝑣𝑒𝑟𝑠𝑜 𝑙𝑒 𝑖𝑠𝑡𝑎𝑛𝑧𝑒 𝑝𝑟𝑜𝑣𝑒𝑛𝑖𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑑𝑎𝑙𝑙’𝑒𝑠𝑡𝑒𝑟𝑛𝑜. 𝐺𝑙𝑖 𝑢𝑓𝑓𝑖𝑐𝑖 𝑠𝑖 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑠𝑒𝑚𝑝𝑟𝑒 𝑝𝑟𝑜𝑑𝑖𝑔𝑎𝑡𝑖 𝑎𝑓𝑓𝑖𝑛𝑐ℎ𝑒́ 𝑜𝑔𝑛𝑖 𝑝𝑟𝑜𝑐𝑒𝑑𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑎𝑚𝑚𝑖𝑛𝑖𝑠𝑡𝑟𝑎𝑡𝑖𝑣𝑜 𝑓𝑜𝑠𝑠𝑒 𝑠𝑣𝑜𝑙𝑡𝑜 𝑒 𝑐𝑜𝑛𝑐𝑙𝑢𝑠𝑜 𝑛𝑒𝑖 𝑡𝑒𝑟𝑚𝑖𝑛𝑖 𝑝𝑟𝑒𝑣𝑖𝑠𝑡𝑖, 𝑜𝑔𝑛𝑖 𝑝𝑟𝑜𝑏𝑙𝑒𝑚𝑎𝑡𝑖𝑐𝑎 𝑓𝑜𝑠𝑠𝑒 𝑟𝑖𝑠𝑜𝑙𝑡𝑎 𝑛𝑒𝑙 𝑚𝑖𝑛𝑜𝑟 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑜 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑖𝑏𝑖𝑙𝑒, 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑟𝑖𝑐ℎ𝑖𝑒𝑠𝑡𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑠𝑒𝑚𝑝𝑙𝑖𝑐𝑖 𝑒 𝑑𝑖 𝑖𝑚𝑚𝑒𝑑𝑖𝑎𝑡𝑎 𝑠𝑜𝑙𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒. 𝑁𝑒𝑠𝑠𝑢𝑛𝑜 ℎ𝑎 𝑚𝑎𝑖 𝑎𝑛𝑡𝑒𝑝𝑜𝑠𝑡𝑜 𝑙𝑎 𝑝𝑟𝑜𝑝𝑟𝑖𝑎 “𝑎𝑝𝑝𝑎𝑟𝑡𝑒𝑛𝑒𝑛𝑧𝑎” (𝑎 𝑐𝑜𝑠𝑎? 𝑝𝑜𝑙𝑖𝑡𝑖𝑐𝑎? 𝑟𝑒𝑙𝑖𝑔𝑖𝑜𝑠𝑎? 𝑠𝑝𝑜𝑟𝑡𝑖𝑣𝑎?) 𝑜 “𝑐𝑜𝑟𝑟𝑒𝑛𝑡𝑒” (𝑑𝑖 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑒 𝑐𝑜𝑟𝑟𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑝𝑎𝑟𝑙𝑎?) 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑟𝑜𝑓𝑒𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛𝑎𝑙𝑖𝑡𝑎̀ 𝑒 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑑𝑖𝑠𝑝𝑜𝑛𝑖𝑏𝑖𝑙𝑖𝑡𝑎̀. 𝑃𝑒𝑟 𝑙𝑒 𝑝𝑒𝑟𝑠𝑜𝑛𝑒 𝑠𝑒𝑟𝑖𝑒, 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑖 𝑠𝑖𝑎𝑚𝑜, 𝑛𝑜𝑛 𝑒̀ 𝑢𝑛𝑎 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑖 𝑎𝑝𝑝𝑎𝑟𝑡𝑒𝑛𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑜 𝑐𝑜𝑟𝑟𝑒𝑛𝑡𝑒, 𝑒̀ 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑖 𝑖𝑛𝑡𝑒𝑔𝑟𝑖𝑡𝑎̀, 𝑜𝑛𝑒𝑠𝑡𝑎̀ 𝑖𝑛𝑡𝑒𝑙𝑙𝑒𝑡𝑡𝑢𝑎𝑙𝑒 𝑒 𝑠𝑒𝑛𝑠𝑜 𝑑𝑖 𝑟𝑒𝑠𝑝𝑜𝑛𝑠𝑎𝑏𝑖𝑙𝑖𝑡𝑎̀. 𝐼𝑙 𝑃𝑟𝑒𝑠𝑖𝑑𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑝𝑟𝑜𝑏𝑎𝑏𝑖𝑙𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑠𝑖 𝑐𝑜𝑛𝑓𝑜𝑛𝑑𝑒: 𝑛𝑜𝑖 𝑛𝑜𝑛 “𝑠𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑖 𝑐ℎ𝑖𝑎𝑚𝑎𝑡𝑖 𝑎 𝑠𝑣𝑜𝑙𝑔𝑒𝑟𝑒 𝑢𝑛 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑖𝑡𝑜” 𝑎 𝑠𝑒𝑔𝑢𝑖𝑡𝑜 𝑑𝑖 𝑢𝑛𝑎 𝑒𝑙𝑒𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑜 𝑝𝑒𝑟 𝑛𝑜𝑚𝑖𝑛𝑎 𝑑𝑖 𝑢𝑛 𝑝𝑜𝑙𝑖𝑡𝑖𝑐𝑜 – 𝑝𝑟𝑜𝑠𝑒𝑔𝑢𝑜𝑛𝑜 -. 𝑁𝑜𝑛 𝑑𝑜𝑏𝑏𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑟𝑒𝑛𝑑𝑒𝑟𝑒 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑜 𝑎𝑔𝑙𝑖 𝑒𝑙𝑒𝑡𝑡𝑜𝑟𝑖 𝑝𝑒𝑟 𝑙𝑜 𝑠𝑡𝑖𝑝𝑒𝑛𝑑𝑖𝑜 𝑜 𝑝𝑒𝑟 𝑙𝑎 𝑝𝑜𝑠𝑖𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑟𝑖𝑐𝑜𝑝𝑟𝑖𝑎𝑚𝑜. 𝑁𝑜𝑖 𝑎𝑏𝑏𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑟𝑒𝑔𝑜𝑙𝑎𝑟𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑠𝑜𝑠𝑡𝑒𝑛𝑢𝑡𝑜 𝑢𝑛 𝑐𝑜𝑛𝑐𝑜𝑟𝑠𝑜 𝑒 𝑎𝑏𝑏𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑠𝑣𝑜𝑙𝑡𝑜 𝑒 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑖𝑛𝑢𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑎 𝑠𝑣𝑜𝑙𝑔𝑒𝑟𝑒 𝑖𝑙 𝑛𝑜𝑠𝑡𝑟𝑜 𝑙𝑎𝑣𝑜𝑟𝑜 𝑐𝑜𝑛 𝑑𝑒𝑑𝑖𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑒 𝑎𝑏𝑛𝑒𝑔𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒, 𝑎 𝑝𝑟𝑒𝑠𝑐𝑖𝑛𝑑𝑒𝑟𝑒 𝑑𝑎𝑔𝑙𝑖 𝑒𝑙𝑒𝑡𝑡𝑜𝑟𝑖 𝑜 𝑑𝑎𝑖 𝑣𝑒𝑟𝑡𝑖𝑐𝑖 𝑝𝑜𝑙𝑖𝑡𝑖𝑐𝑖, 𝑛𝑒𝑖 𝑐𝑜𝑛𝑓𝑟𝑜𝑛𝑡𝑖 𝑑𝑒𝑖 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑖 𝑎𝑏𝑏𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑠𝑒𝑚𝑝𝑟𝑒 𝑡𝑒𝑛𝑢𝑡𝑜 𝑢𝑛 𝑎𝑡𝑡𝑒𝑔𝑔𝑖𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑟𝑖𝑠𝑝𝑒𝑡𝑡𝑜𝑠𝑜, 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑒̀ 𝑔𝑖𝑢𝑠𝑡𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑖𝑎. 𝑁𝑒𝑠𝑠𝑢𝑛𝑎 𝑝𝑒𝑟𝑠𝑜𝑛𝑎, 𝑐𝑜𝑠𝑖̀ 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑛𝑒𝑠𝑠𝑢𝑛 𝑃𝑟𝑒𝑠𝑖𝑑𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑓𝑖𝑛𝑜𝑟𝑎, ℎ𝑎 𝑎𝑣𝑢𝑡𝑜 𝑝𝑎𝑢𝑟𝑎 𝑑𝑖 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 “𝑔ℎ𝑖𝑔𝑙𝑖𝑜𝑡𝑡𝑖𝑛𝑎𝑡𝑜” (𝑆𝑖𝑐!) 𝑖𝑛 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑐ℎ𝑒 𝑝𝑎𝑠𝑠𝑎𝑔𝑔𝑖𝑜 𝑠𝑒𝑔𝑟𝑒𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑙 𝑃𝑎𝑙𝑎𝑧𝑧𝑜. 𝐼𝑛𝑓𝑜𝑟𝑚𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑖𝑙 𝑃𝑟𝑒𝑠𝑖𝑑𝑒𝑛𝑡𝑒 𝐿𝑎𝑡𝑖𝑛𝑖 𝑐ℎ𝑒 𝑛𝑜𝑖 𝑟𝑖𝑠𝑝𝑜𝑛𝑑𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑎𝑙 𝑡𝑒𝑙𝑒𝑓𝑜𝑛𝑜, 𝑑𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑟𝑖𝑠𝑝𝑜𝑠𝑡𝑒, 𝑓𝑎𝑐𝑐𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑟𝑖𝑐𝑒𝑟𝑐ℎ𝑒 𝑒 𝑐𝑖 𝑝𝑜𝑛𝑖𝑎𝑚𝑜 “𝑖𝑛 𝑚𝑜𝑑𝑜 𝑣𝑒𝑟𝑜”. 𝑁𝑒𝑠𝑠𝑢𝑛𝑜 𝑝𝑒𝑛𝑠𝑎 𝑐ℎ𝑒 𝑙’𝐴𝑠𝑠𝑒𝑚𝑏𝑙𝑒𝑎 𝑙𝑒𝑔𝑖𝑠𝑙𝑎𝑡𝑖𝑣𝑎 “𝑠𝑖𝑎 𝑢𝑛 𝑚𝑜𝑙𝑜𝑐ℎ 𝑖𝑚𝑝𝑒𝑛𝑒𝑡𝑟𝑎𝑏𝑖𝑙𝑒 𝑖𝑛 𝑐𝑢𝑖 𝑝𝑜𝑐ℎ𝑖 𝑑𝑒𝑝𝑜𝑠𝑖𝑡𝑎𝑟𝑖 𝑑𝑒𝑙 𝑠𝑎𝑝𝑒𝑟𝑒 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑑𝑒𝑐𝑖𝑑𝑒𝑟𝑒 𝑖𝑙 𝑓𝑢𝑡𝑢𝑟𝑜 𝑑𝑖 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑖 𝑔𝑙𝑖 𝑎𝑙𝑡𝑟𝑖 𝑎 𝑙𝑜𝑟𝑜 𝑝𝑖𝑎𝑐𝑖𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜”, 𝑜 𝑓𝑜𝑟𝑠𝑒 𝑙𝑜 𝑝𝑒𝑛𝑠𝑎 𝑐ℎ𝑖 𝑙𝑒𝑔𝑔𝑒 𝑖𝑙 𝑐𝑎𝑟𝑡𝑒𝑙𝑙𝑜 “𝐼𝑙 𝑐𝑜𝑙𝑙𝑜𝑞𝑢𝑖𝑜 𝑐𝑜𝑛 𝑖𝑙 𝑃𝑟𝑒𝑠𝑖𝑑𝑒𝑛𝑡𝑒 𝐿𝑎𝑡𝑖𝑛𝑖 𝑎𝑣𝑟𝑎̀ 𝑢𝑛𝑎 𝑑𝑢𝑟𝑎𝑡𝑎 𝑚𝑎𝑠𝑠𝑖𝑚𝑎 𝑑𝑖 15 𝑚𝑖𝑛𝑢𝑡𝑖” 𝑓𝑢𝑜𝑟𝑖 𝑑𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑜𝑟𝑡𝑎. 𝐿𝑎 𝑑𝑖𝑠𝑝𝑜𝑛𝑖𝑏𝑖𝑙𝑖𝑡𝑎̀ 𝑒̀ 𝑟𝑖𝑐ℎ𝑖𝑒𝑠𝑡𝑎 𝑠𝑜𝑙𝑜 𝑎𝑖 𝑑𝑖𝑝𝑒𝑛𝑑𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑑𝑒𝑙𝑙’𝐴𝑠𝑠𝑒𝑚𝑏𝑙𝑒𝑎 𝑙𝑒𝑔𝑖𝑠𝑙𝑎𝑡𝑖𝑣𝑎, 𝑒𝑣𝑖𝑑𝑒𝑛𝑡𝑒𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒. 𝑀𝑎 𝑛𝑜𝑛 𝑎𝑙 𝑃𝑟𝑒𝑠𝑖𝑑𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑒 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑠𝑢𝑎 𝑎𝑓𝑓𝑜𝑙𝑙𝑎𝑡𝑎 𝑠𝑒𝑔𝑟𝑒𝑡𝑒𝑟𝑖𝑎 – 𝑜𝑠𝑠𝑒𝑟𝑣𝑎𝑛𝑜 -. 𝐹𝑖𝑛𝑜𝑟𝑎 𝑖 𝑃𝑟𝑒𝑠𝑖𝑑𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑝𝑟𝑒𝑐𝑒𝑑𝑒𝑛𝑡𝑖 ℎ𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑠𝑒𝑚𝑝𝑟𝑒 𝑑𝑖𝑓𝑒𝑠𝑜 𝑒 𝑠𝑜𝑠𝑡𝑒𝑛𝑢𝑡𝑜 𝑙’𝐴𝑚𝑚𝑖𝑛𝑖𝑠𝑡𝑟𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑐𝑜𝑛 𝑢𝑛 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑜𝑟𝑡𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑑𝑖 𝑔𝑟𝑎𝑛𝑑𝑒 𝑐𝑜𝑙𝑙𝑎𝑏𝑜𝑟𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑒𝑑 𝑎𝑟𝑚𝑜𝑛𝑖𝑎, 𝑟𝑖𝑠𝑜𝑙𝑣𝑒𝑛𝑑𝑜 𝑙𝑒 𝑖𝑛𝑐𝑜𝑚𝑝𝑟𝑒𝑛𝑠𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑖𝑛𝑡𝑒𝑟𝑛𝑒 𝑑𝑖𝑟𝑒𝑡𝑡𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑐𝑜𝑛 𝑔𝑙𝑖 𝑖𝑛𝑡𝑒𝑟𝑒𝑠𝑠𝑎𝑡𝑖 𝑠𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑏𝑖𝑠𝑜𝑔𝑛𝑜 𝑑𝑖 𝑛𝑎𝑠𝑐𝑜𝑛𝑑𝑒𝑟𝑠𝑖 𝑑𝑖𝑒𝑡𝑟𝑜 𝑝𝑜𝑠𝑡 𝑜 𝑐𝑜𝑚𝑢𝑛𝑖𝑐𝑎𝑡𝑖 𝑎𝑚𝑏𝑖𝑔𝑢𝑖. 𝑆𝑒 𝑐𝑜𝑛 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑒 𝑎𝑐𝑐𝑢𝑠𝑒, 𝑡𝑟𝑎𝑣𝑒𝑠𝑡𝑖𝑡𝑒 𝑑𝑎 𝑎𝑢𝑔𝑢𝑟𝑖𝑜 𝑑𝑖 𝑁𝑎𝑡𝑎𝑙𝑒 – 𝑐𝑜𝑛𝑐𝑙𝑢𝑑𝑜𝑛𝑜 – 𝑣𝑜𝑙𝑒𝑣𝑎 𝑠𝑝𝑟𝑜𝑛𝑎𝑟𝑒 𝑙𝑒 𝑝𝑒𝑟𝑠𝑜𝑛𝑒 𝑎 𝑓𝑎𝑟𝑒 𝑑𝑖 𝑝𝑖𝑢̀, ℎ𝑎 𝑠𝑏𝑎𝑔𝑙𝑖𝑎𝑡𝑜 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑙𝑒𝑡𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑎𝑝𝑝𝑟𝑜𝑐𝑐𝑖𝑜. 𝐵𝑢𝑜𝑛 𝐴𝑛𝑛𝑜, 𝑃𝑟𝑒𝑠𝑖𝑑𝑒𝑛𝑡𝑒».