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ยซSono qui per rendere onore a tutte le vittime innocenti dei conflitti etnici e ideologici. Per restituire dignitร  e rispetto alle sofferenze, anche di tanti nostri concittadini.

Sofferenze acuite dallโ€™indifferenza dellโ€™Italia, avvertita dai 350.000 connazionali scampati alle foibe perpetrate da Tito; istriani e dalmati costretti allโ€™esodo, alla fuga dalle loro case. Un popolo che non trovรฒ solidarietร  e adeguato rispetto neanche una volta in madre patriaโ€.

Cosรฌ il Presidente del Consiglio regionale Dino LATINI ha commentato – a margine della deposizione di una corona di alloro ai piedi dellโ€™unico monumento in Italia che le ricorda la fuga di intere popolazioni dalla furia post bellica comunista โ€“ la 19ยฐ Giornata del Ricordo, istituita nel 2004 con legge 92.

Il Presidente del Consiglio regionale sosta davanti al monumento che ricorda il dramma istriano-dalmata

Ufficializzato dal Gonfalone della Regione, LATINI si รจ fatto largo tra le auto della rotatoria, ai cui margini il monumento di Ubaldo PIERPAOLI si trova fin dal novembre 1999 (voluto proprio dalla nascente amministrazione Civica, anticipatrice di anni della 92) ed ha commemorato lโ€™anniversario restando brevemente in silenzio dinanzi al simbolo delle barbarie partigiane slave.

La furia dei Titini si abbattรจ su tutti gli italiani, in modo indiscriminato ma programmato: sui rappresentanti delle Istituzioni e sui militari, sui civili inermi e sui sacerdoti, sugli intellettuali e sulle donne; pagarono con la vita persino partigiani ed esponenti antifascisti colpevoli di non assecondare le mire espansionistiche di Tito e non si sottomettevano al nascente regime comunista.

Le violenze anti italiane non furono, quindi, episodi โ€“ di per se inammissibili โ€“ di vendetta sommaria. Rispondevano piuttosto ad un riuscito piano preordinato di pulizia etnica, di espulsione della presenza italiana.

Se la legge 92, firmata da Ciampi, ha molto contribuito affinchรจ un orrore dimenticato tornasse, gradualmente, nella memoria storica del Paese, il nostro Sindaco PUGNALONI, anche questโ€™anno e per la nona Giornata del Ricordo consecutiva, ha clamorosamente dimenticato lโ€™appuntamento disertando lโ€™apposizione di un solo fiore in piazzale Trento e Trieste; non solo il Sindaco, se รจ per questo, ma anche nessun amministratore o componente della maggioranza a guida Pd si รจ fatto vivo dinanzi il monumento, aperto sul mare dellโ€™altra sponda e idealmente su Trieste.

In tre momenti la deposizione della Corona di alloro ai piedi del Monumento al Ricordo

Neanche una banale pattuglia di Polizia locale per regolare il traffico nei rapidi minuti occorrenti a LATINI per testimoniare la partecipazione al lutto e al dolore di una cittร , Osimo, tragicamente legata alla vicenda istriano-dalmata non solo per la presenza del sacello ma anche per aver ospitato, nel 1975, lโ€™altrettanto tragico trattato di pace, alla storia come Trattato di Osimo.

350.000 scampati alle foibe partigiane, costretti all’esodo dalla pulizia etnica titina

Oggi quel semplice arco di acciaio, sostenuto da due fittoni di marmo, che si apre alla vista del mare Adriatico annullando in una gabbia di ferro un proiettile simbolo della guerra, avrebbe bisogno di un intervento di restaurazione.

Anche oggi, dopo quasi un quarto di secolo, la famiglia PIERPAOLI รจ tornata a spendersi per far fronte, anche privatamente, agli interventi necessari di ripristino; interventi allo stato sempre stoppati dallโ€™Amministrazione PUGNALONI a cui, giuridicamente, il bene appartiene.

Sempre stoppati senza nulla, oltre al silenzio, proporre di meglio.

E dire che proprio oggi il Presidente della Repubblica Sergio MATTARELLA, nel celebrare il Ricordo, ha avuto parole chiare ed inequivocabili e definitive per tutti: โ€œNessuno deve avere paura della veritร . La veritร  rende liberiโ€.

Qualcuno informi PUGNALONI in vista della prossima Giornata del Ricordo 2024, ultimo tentativo a disposizione.

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