ARRESTATO IL PREDONE SERIALE DI LUGLIO
IN MANETTE ARTIGIANO 63ENNE DI CASALBORDINO

ARRESTATO IL PREDONE SERIALE DI LUGLIO IN MANETTE ARTIGIANO 63ENNE DI CASALBORDINO

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Vincenzo Di Croce aveva tentato il colpo in ben 9 negozi del centro storico, riuscendoci in 3. Bottino di circa 1.000 euro. Decisive le immagini delle spycam. Rischia oltre 5 anni.

Arrestato l’autore del raid di luglio ai danni di tre negozi del centro. Si tratta dell’artigiano abruzzese Vincenzo Di Croce, 63 anni, celibe, residente a Casalbordino (Chieti), già noto per raid simili, quasi compulsivi, in giro per l’Italia.

Pur conoscendo da subito targa dell’auto (e quindi l’esatta generalità del protagonista) ed anche il volto da associare, per confronto, all’identità, ci sono voluti quasi due mesi per annunciare la positiva chiusura del caso.

Vincendo DI CROCE ripreso all’alba del 18 luglio in Corso Mazzini

E dire che Vincenzo Di Croce, a suo modo un ladro seriale per aver dato vita ad imprese simili in giro per l’Italia, quasi tutte contraddistinte dall’insuccesso, aveva osservato anche stavolta il minimo sindacale per porsi al riparo dalle indagini delle forze dell’Ordine, nella fattispecie gli uomini del Commissariato. 

Uniche precauzioni? La propria auto, una Fiat Stilo parcheggiata in zona Borgo (mezzo parrebbe già posto sotto sequestro almeno 4 volte al povero abruzzese privato da tempo della patente); e un cappello calato in testa (nonostante il gran caldo del 18 luglio) nel vano tentativo di non farsi riconoscere.

Sulla propria pagina Facebook, l’artigiano abruzzese festeggia l’incasso

Tentativo vano perchè il centro storico è da tempo disseminato, ad ogni angolo, di temibile telecamere che, quando funzionano, fanno molto bene il loro dovere.

Il lettore ci consenta un inciso per osservare come la data del 18 luglio sia vicinissima alla serata di metà luglio, con fuochi di artificio sparati in piazza Boccolino, col benestare incredibile del Sindaco Pugnaloni! 

Ancora un’immagine dell’artigiano cementata di CASALBORDINO (CH)

Serata per la quale parrebbe, dalle prime indagini partite con l’esposto in Tribunale di OSIMO OGGI, che le telecamere in grado di inchiodare il Sindaco alle proprie non lievi responsabilità, risulterebbero tutte fuori servizio!!!

Nel fermo immagine, l’arresto di DI CROCE nel Commissariato di Chieti

Tornando al ladruncolo seriale, curiosa anche la motivazione con cui Di Croce ha scelto di coprire i 430 chilometri di strada che separano, andata e ritorno, le Cinque Torri con il borgo marinaro teatino: l’uomo, titolare di una impresa artigiana di manufatti da giardino realizzati in cemento, svolge la propria attività posta proprio in via… Osimo!

Da qui l’idea, pur non conoscendo la nostra città, di presentarsi alle 4 del mattino in centro storico armato di un piccolo piede di porco, un banale cacciavite e una torcia elettrica. 

Prima delle 6, quando le prime bancarelle armeggiavano giù per aprire il mercato del giovedì, Vincenzo Di Croce era già sparito dalle varie inquadrature per ricomparire, poco dopo, per un paio di volte, alla guida della propria Fiat Stilo lasciata al Borgo e da qui – mostrando di non conoscere il territorio – immortalata di nuovo in via di Ancona, verso l’autostrada, passando da nord anzichè per Loreto-Portorecanati.

Il simbolo di DIABOLIK che pende dall’auto di DI CROCE

Tre i mini colpi andati a segno, per un bottino vicino ai 1.000 euro complessivi, tutti ai danni di commercianti i cui ingressi davvero necessitavano di poco per essere forzati.

A pagare dazio il Nuovo centro abbigliamento di via Leonetta con pochi spiccioli in cassa, la fioraia Franca Quercetti di corso Mazzini con circa 300 euro e soprattutto la sartoria “Francesca” di via San Francesco per un danno di 600 euro lasciati colpevolmente in negozio.

In ben altri sei casi, per un totale di nove negozi visitati (in media 7/8 minuti l’uno), Vincenzo Di Croce è stato respinto da sistemi di sicurezza in grado di reggere l’urto di un semplice palanchino, costringendo l’anziano artigiano a desistere puntando su latri obiettivi.

Nel suo deambulare, a caso, Di Croce è passato anche davanti la sede del Commissariato, senza neanche immaginare di trovare rischiare oltremodo.

La FIAT STILO quattro volte sequestrata ma a disposizione dell’uomo

In effetti, l’indomani mattina, con la sorpresa dei commercianti e della città, a destare scalpore fu non tanto il bottino misero raccolto, quanto la faccia tosta, mai giunta a tanto, di un centro storico “assaltato”, è sembrato, da una banda di malfattori.

In realtà l’artigiano del cemento, come in passato, ha fatto tutto da solo mostrando anche un minimo di lucidità del male. Pur essendo da tempo senza patente e avendo subito il sequestro della propria Stilo per ben 4 volte (incredibilmente sempre nominato “custode” del mezzo), il ladro seriale ha badato di pagare il premio assicurativo in modo da passare senza problemi al controllo delle moderne diavolerie tecnologiche; apparecchi che come tutti sanno consentono alle forze dell’Ordine di individuare al volo le auto non in regola.

Ancora due immagini dell’arrestato, detenuto nel carcere di Vasto

Proprio di recente Di Croce era stato intercettato in provincia di Trento (probabilmente un incrocio di via Osimo a Casalbordino) in orari e circostanze per le quali l’uomo non ha saputo giustificarsi validamente circa la presenza. Stessa sorte, pare, anche in altre città del Nord Italia; città dove Di Croce, pizzicato preventivamente, ha desistito dal colpire.

Significativo, infine, il fatto, che all’indomani il raid ad Osimo, Vincenzo Di Croce, come molti malviventi decisamente attivo in rete, specie nella propria pagina Facebook, abbia dapprima pianto miseria per poi, poche ore dopo la nottata, auto rallegrarsi dell’incasso del giorno precedente, fotografando una vecchia calcolatrice e sei/sette banconote da 50 euro, con ogni probabilità le stesse sottratte poche ore prima ai tre commercianti visitati.

Lunedì mattina, ottenuta dal Gip la firma per la detenzione cautelare in carcere, gli agenti del Commissariato di Osimo si sono presentati in via Osimo, a Casalbordino, perfezionando l’atto del Tribunale di Ancona con l’arresto dell’artigiano.

Messo alle strette, Di Croce, per quel che vale, ha prima negato di essere mai stato nella nostra città, per poi ammettere di averla recentemente visitata.

Il povero abruzzese, visto la reiterazione del reato per ben 9 volte, rischia teoricamente fino a 5 anni di reclusione; in realtà, vista la pericolosità sociale del soggetto, i guai veri potrebbero sopraggiungere in caso di sommatoria con altri precedenti provvedimenti giudiziari. Specie se il surplus di indagini che l’arresto ha innescato, dovessero portare ad attribuire all’artigiano del cemento la paternità di altri raid in giro per l’Italia.

Facile la riprova. Basterà consultare cosa offre il toponimo di Casalbordino nei pressi di via Osimo.

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