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CLAUDIO PAPA AI DOMICILIARI NONOSTANTE IL NO DEL PM
IL GIP HA INVECE PREMIATO I 6 MESI DI BUONA CONDOTTA
L’imprenditore del maxi Coal di Passatempo, arrestato a maggio, rischia fino a 6 anni
Scarcerato dopo sei mesi Claudio Papa, destinato agli arresti domiciliari. Detenuto a Montacuto da inizio maggio, in quanto accusato di aver trafficato oltre un chilo di cocaina, l’ex titolare del nuovo maxi Coal di Passatempo da venerdì ha traslocato, dalla cella del carcere alla più confortevole abitazione, in attesa di giudizio.
A riconoscergli le condizioni di miglior favore l’istanza di buona condotta, presentata in Tribunale dall’avvocato difensore Francesco Scaloni.
Il legale anconetano, nonostante il parere negativo motivato del Pubblico ministero, contrario alla concessione dei benefici di legge, ha potuto riportare a casa il proprio assistito in forza di un apprezzato comportamento carcerario che il Gip ha ritenuto meritevole di accogliere.
Il trasferimento da Montacuto alla propria abitazione costituisce un indubbio successo per la linea difensiva dell’imprenditore il quale – pur gravato di prove pesantissime che potrebbero costargli, in prima istanza, una condanna fino a 6 anni di carcere – potrà nel frattempo provare a trovarsi un lavoro con il quale attenuare ulteriormente il regime restrittivo cui resta legato.
Di certo Claudio Papa , in questi sei mesi a Montacuto, ha dimostrato oltre a buona condotta anche la volontà di non collaborare all’inchiesta, rinunciando a possibili attenuanti e/o sconti di pena.
Due le possibili motivazioni: o Papa, pur arrestato con entrambe la mani nella marmellata,dispone di prove in grado di ribaltare l’atteso verdetto negativo di primo grado; oppure il timore legittimo di serie ritorsioni – complicando di molto la posizione del suo amico albanese Florian Hila, compagno di mille notti brave nei migliori locali delle riviere anconetane e maceratesi – è ben superiore a qualsiasi sgravio di pena.
Mettere le mani sull’anello superiore ai due grossisti, ovvero dichiarare fuori gioco un livello di spaccio certamente a manovalanza albanese ma mosso soprattutto da intelligenze nostrane insospettabili, avrebbe potuto costituire per l’indagine dei Carabinieri il vero pezzo forte dell’operazione.
Salto di qualità che il provvedimento del giudice per le indagini preliminari, con la sostanziale rinuncia a detenere in cella Papa, ha messo del tutto ko.
Il colpo di spugna sui livelli superiori dell’organizzazione, non annulla in ogni caso quanto accumulato nelle indagini della Compagnia Carabinieri di Osimo.
Soprattutto la posizione dell’albanese, rimasto in carcere anche per il reale pericolo di fuga all’estero dell’extracominitario, sembrerebbe ormai inquadrata non tanto come amico inconsapevole di tante nottate brave ma piuttosto come reale maggior responsabile del traffico di cocaina, almeno all’interno della coppia.
Come i lettori ricorderanno, i Carabinieri sospettano proprio Hila di aver fatto sparire la parte più ingente del carico, ovvero almeno altri 3 chilogrammi di neve, facendo ritrovare solo i contenitori appena svuotati.
Sempre nella disponibilità di Hila, inoltre, i Carabinieri, allora guidati dal Maggiore Conforti, trovarono due biglietti aerei trans oceanici, di sola andata, per se e la moglie, dall’Italia alla lontanissima Australia. Una destinazione che da sola vale una confessione.
Di fatto, anche per questo pericolo concreto, una volta agli eventuali domiciliari, di far perdere di ogni traccia, l’albanese tramite l’avvocato Tartuferi ha di fatto rinunciato a far valere le proprie ragioni intraprendendo, almeno per il momento, una strada solitaria in maggior salita, dividendo per la prima volta il percorso in simbiosi dei due arrestati.