GIACCHETTI INVENTA IL DOPPIO MENÙ CON COPERTO DIFFERENZIATO
3.5 A PRANZO E 5 EURO A CENA MA IL POST COVID NON C’ENTRA NULLA

GIACCHETTI INVENTA IL DOPPIO MENÙ CON COPERTO DIFFERENZIATO 3.5 A PRANZO E 5 EURO A CENA MA IL POST COVID NON C’ENTRA NULLA

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OSIMO OGGI riprende l’invio di cronisti a sorpresa per valutare il meglio e il peggio offerto dai ristoratori della città e della riviera, in questo caso Portonovo. Caro-coperto a parte, il ristorante non ha superato la prova


Tre euro e mezzo di coperto. Ovviamente se andate al ristorante da soli. Il conto sale a 7 euro se invece dovete saldare il pasto anche della fidanzata; a 10.50 se avete la sfortuna di portare un figlio e addirittura lievita a 14 euro se il tavolino l’avete impegno per intero, magari insieme ad una coppia di cari amici.
Questo è quanto accade nel dopo Covid presso il ristorante GIACCHETTI, visitato a sorpresa da due cronisti fintisi clienti; in realtà il virus e le ripercussioni sui possibili aumenti dei piatti che era lo scopo di OSIMO OGGI verificare, non c’azzecca un accidenti col caro conto.

Ottimi i moscioli del Conero, peccato per la barbetta nel piatto

A tre euro e 50 ammontava il costo da sopportare, per il singolo avventore, anche l’anno scorso, per poter disporre di una sedia, un tavolo, una tovaglia e un tovaiolo – strumenti peraltro indispensabili per consumare un pasto in decenza – e tre euro e mezzo, a cranio, sono stati battuti l’altro giorno a pranzo.
Attenzione. Abbiamo specificato “a pranzo”. Cosa diversa sarebbe stata se la verifica Covid, anzichè alle 13, OSIMO OGGI l’avesse tentata alle 21.
In questo caso se la scelta fosse andata, vista la stagione, per un tavolino all’aperto, ecco mutare, come menu peraltro specifica, anche il corrispettivo “coperto”: da 3.50 a 5 euro. Ovvero 10 euro con moglie, 15 con moglie e figlio e un bel doppio deca se proprio volete fare bella figura invitando due cari amici.
Chiaramente i 20 euro serviranno solo alla possibilità di mettervi seduti, godervi lo spettacolo notturno di Portonovo e della sua baia e intravedere, a malapena, i piatti – degli altri commensali – rischiarati da una tenua candela.

Ottimo il risotto ai gamberi

In compenso vi sarà già andato benone! Invece di due coppie di amici fosse stati una banale famigliola, con l’idea di una giornata al mare, il montepremi – stando ai commenti dei clienti Giacchetti lasciati su Tripadvisor già nel 2020 – sarebbe lievitato a vista d’occhio: 14 euro la sosta dell’auto nel parcheggio privato Giacchetti (contro gli 11 previsti a Portonovo per l’alta stagione, stagione in partenza il 1° luglio però) e altri 30 in partenza per ombrellone e sdraio. Doccia compresa a fine giornata? No, doccia da pagare a parte.
Ma non è di ombrellone, sdraie parcheggi che intendevamo occuparci quanto dell’odiosa e tutta italiana moda, solo italiana usanza, di infliggere al cliente un surplus niente male alla voce “coperto”, come se fosse naturale che quando si decide per una serata al ristorante la clientela non intenda, ogni volta, servita di tutta punto.
È una delle cose che dà più fastidio, soprattutto ai turisti: e non a caso l’usanza esiste solo nel Bel Paese. Ma di cosa si tratta?
Già qui sorgono i primi problemi: perché spiegare a un turista straniero che, per coperto, si intende il costo del vettovagliamento non è una impresa semplice. In pratica, si tratta dello spazio necessario a mangiare, con tutti gli oggetti predisposti per un singolo commensale: comprende le stoviglie, le posate, i bicchieri, la tovaglia, il tovagliolo e, nel caso di apparecchiature formali, molti altri pezzi.

Si aggiunga a questo anche il costo necessario per la successiva pulizia e l’acquisto o creazione in loco del pane, in Italia indispensabile in qualsiasi mensa ma nella fattispece voce utilissima a dare una maggiore giustificazione al costo aggiuntivo richiesto.
Include, inoltre, la tipologia qualitativa del servizio reso, intendendo con questa espressione la particolarità del ristorante stesso, la professionalità del personale e gli ulteriori servizi non quantificati nel conto.
Insomma il ristorante stellato o semplicemente caro perchè ben posizionato e con panorama da vendere, può di fatto applicare la tariffa che ritiene opportuna, senza suscitare grossi malumori: l’importante è il balzello venga indicato chiaro e netto sul menu, così da considerarsi perfezionato, una volta accettato attraversato l’informazione, da qualunque cliente, attento o distratto.

Patate fritte sul tavolo, una galanteria abbastanza mediocre

Ma da dove provengono le origini di tale “tassa”? Risalgono molto lontane nel tempo, addirittura al Medio Evo, quando con essa si intendeva il contributo che i viandanti versavano al proprietario della locanda, pur essendo un commensale che consumava il proprio cibo portandosi da casa il da mangiare e pur sempre servendosi di tavoli, sedie e posate messe a disposizione dal locale.
Se, invece, si consumavano cibi preparati dal locandiere – come normalmente avvicene in epoca moderna – il “coperto” era già incluso nel conto finale.
Ma perchè, ai giorni nostri, costringere i commensali a questa utentica “cresta” perfettamente legale?
Trattasi effettivamente di un dilemma che, da anni, affligge tutti noi; in particolare quanti, in numero crescente, hanno la possibilità di viaggiare all’estero e toccare con mano che questo “omaggio” è ovunque sconosciuto.
Il problema è che, pur trattandosi di un addebito pretestuoso, che il mercato risolverebbe in un attimo in regime di facoltà o meno di applicazione, nessuna norma lo prevede da vietarsi, per quanto anomalo!
Basta specificarlo nel listino prezzi e il cliente è avvertito.
La questione, nella speranza vaga fosse un giorno affrontata dal Governo, dovrebbe essere regolarizzata a livello locale: dalle singole amministrazioni comunali o meglio ancora, per non far impazzire la clientela da un’usanza locale all’altra, almeno dalle Regioni.

Coperto a pranzo 3 euro e mezzo

A Roma, un’ordinanza del Sindaco RUTELLI del 1995 vietava di imporre la voce “coperto”, mentre consentiva di indicare la voce “pane” e la voce “servizio”. Potete ben immaginare cosa successe ai poveri turisti della Capitale.
Una successiva legge regionale, del 2006, vieta tuttora nel Lazio il cosiddetto “pane e coperto”, ma consente la voce “servizio”: se il servizio di somministrazione viene effettuato al tavolo, il listino prezzi deve essere posto a disposizione dei clienti prima dell’ordinazione e deve indicare l’eventuale componente del servizio con modalità tali da rendere il prezzo chiaramente e facilmente comprensibile al pubblico, vietando di applicare costi aggiuntivi per il coperto.
A livello nazionale, la regola in mancanza di una norma, è che gli esercenti devono esporre nel locale, in un luogo visibile al pubblico la licenza, l’autorizzazione e la tariffa dei prezzi.

Geniale l’invenzione del ristorante Giacchetti: il doppio coperto nel locale e all’esterno

In attesa che una legge, famosa quanto mai realizzata – il cosidetto decreto “contro coperto”, dal 2017 annunciato e costantemente rinviato – intervenga ad economizzare il conto di turisti italiani e stranieri, torniamo a Portonovo e da Giacchetti con un ultimo conteggio: sapete quanto incide, in soldoni, un mese di coperto, esempio il sopraggiungente luglio? Ponendo una media giornaliera di 150 pasti a pranzo, tra primo e secondo turno e un centinaio ulteriori a cena, in turno unico, il fatturato per il solo tavolo e vettovaglie ammonta ad oltre 1.000 euro quotidiani, 30.000 mensili in gran parte al netto delle spese; non sappiamo bene quanto all’anno… senza neanche aver messo l’acqua a scaldare!

Per la cronaca i nostri inviati si sono tenuti leggeri assaggiando due antipasti e altrettanti risotti mare, con frutta, vino e caffè pagando quasi 40 euro a testa.
Offerte sul tavolo delle patatine fritte (!) e dei moscioli che a Portonovo sarebbero stati ottimi ovunque ma portati in tavolo da GIACCHETTI non “puliti”, ovvero con tanto di barbetta regolamentare!
Riparo dal sole molto alla buona con l’ombra, necessaria a mangiare, solo auspicata. Nel complesso, giudicata anche la difficoltà di trovare un tavolo all’aperto, giudizio negativo.

Coperto, in Italia l’unica applicazione nel mondo

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