LA VICENDA COVID OSIMANA SOLLEVA IL CASO DEI DILETTANTI
CAMPANELLI: “LA FIGC CI DICA QUALCOSA DI CHIARO. E IN FRETTA”

LA VICENDA COVID OSIMANA SOLLEVA IL CASO DEI DILETTANTI CAMPANELLI: “LA FIGC CI DICA QUALCOSA DI CHIARO. E IN FRETTA”

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L’Osimana solleva ufficialmente la questione dello sport al tempo del virus. Servono protocolli il più possibile simili a quelli per i professionisti, con costi in gran parte a carico delle singole Federazioni


Una trentina di calciatori, oltre a tecnici delle giovanili, dirigenza (tra tutti il Presidente Antonio CAMPANELLI e il Direttore sportivo Giovanni GIACCO), fino all’ultimo degli addetti ai lavori, custode del Diana compreso!
A questa piccola folla, una sessantina di persone, forse qualcuna in più, ci sono poi da aggiungere i fratelli Andrea e Nicolò ZENGA, 27 e 31 anni, figli di Roberta TERMALI e dell’ex allenatore del Cagliari WAlter ZENGA, di Daniele VIGNONI, Consigliere comunale di Energia nuova e della fidanzata di quello che, si spera, dovrebbe essere l’unico infettato di questo ampio gruppo, Alessandro CASTORINA.

Alessandro CASTORINA, 31 anni, Personal Trainer

31 anni, centrocampista giallorosso, prodotto del vivaio, CASTORINA – nella vita personal trainer – aveva preso parte, con la ragazza e i tre amici citati, ad una vacanza ferragostana a rischio, in Sardegna, zona Golfo degli Aranci. La stessa area che in queste ore sta mietando contagiati al virus a decine, giovani soprattutto ma non solo, tra cui – per restare al calcio – l’allenatore del Bologna Sinisa MIHALOVICH.
Virus, che facilitato dai comportamenti a rischio di migliaia di persone accalcate tutte insieme, senza precauzioni, in aperitivi, cene e post serate danzanti, non ha certamente perso tempo nello scegliere se colpire professionisti o dilettanti della pelota.

Antonio CAMPANELLI, da anni, Presidente dell’U.S. OSIMANA

La par condicio ha così raggiunto anche Alessandro CASTORINA che, lunedì 17 agosto e martedì 18, nel rispondere puntualmente presente all’avvio della stagione dell’Osimana (da anni vivacchiante in una grigia militanza nell’anonimo campionato regionale di Promozione), ha di fatto posto a rischio sanitario tutti i compagni spogliatosi con il centrocampista e scesi in campo per la prepazione pre campionato.
Mercoledì 18 agosto, non sentendosi bene e accusando febbre a 38°, CASTORINA ha avvisato l’Osimana di non poter proseguire gli allenamenti, insinuando per la prima volta il dubbio di poter essere stato contagiato in Sardegna.

L’esperto centrocampista giallorosso al Diana

Dubbio che già l’indomani, giovedì 20 agosto, alla verifica del tampone, è diventato certezza, spalancando a CASTORINA, ai familiari, agli amici e al folto gruppo dell’Osimana la possibilità di esser stati infettati.
Sono dunque ormai quattro i giorni trascorsi, dalle finestre a rischio di lunedì e martedì scorsi, dal momento dell’avvenuto allarme. Quattro giorni di quarantena in casa – il protocollo indica la necessità di isolarsi ed evitare ogni situazione a rischio verso i propri “congiunti” – in attesa che l’azienda sanitaria esegua, su ciascun individuo a rischio, la verifica del tampone certificando lo stato di salute di ciascuno.
Tampone o tamponi, non è ben chiaro. Se in un primo momento per il folto gruppo delle persone a rischio solo potenziale, si parlava della necessità di un solo test orofaringeo, si fa strada la possibilità di proseguire la quarantena in attesa di un secondo test che, a distanza di giorni, confermi la sicura negatività al Covid 19.

Una bella immagine di Alessandro CASTORINA durante la vacanza “proibita” in Sardegna, golfo degli Aranci

Proprio la necessità di avvalersi di un doppio test ravvicinato pone l’Osimana nella spiacevole situazione, inevitabile che accadesse, di “evento limite” nello sport dilettantistico.
A dar voce regionale alle nuove necessità del calcio di base è così toccato al Presidente Antonio CAMPANELLI, giustamente critico verso la Federazione dilettanti, incapace di ideare un qualsiasi protocollo anti Covis, anche se non sullo stile di quello messo in atto in Serie A e B per consentire la chiusura regolare della stagione, ma almeno con qualche garanzia di efficacia, tale da non dover interrompere all’improvviso passione e attività professionale, essendo i protagonisti dilettanti.
“L’attuale norma – si lamenta a ragione CAMPANELLI – non solo no ci pone al riparo ma addirittura ci costringe tutti ad una quarantena di due settimane perchè, quando anche il primo tampone dovesse rivelarsi negativo, occorrerà comunque attendere un secondo test a conferma dell’incapacità al contagio.
Con questi tempi inevitabili la preparazione pre campionato dell’Osimana è già compromessa, di sicuro rispetto alle nostre avversarie.
E se invece che a Ferragosto – si chiede CAMPANELLI – il contagio fosse capitato a campionato in corso? Cosa sarebbe accaduto, gare rinviate!
Servono anche per i dilettanti regole simili a quelle applicate per i professionisti, vale a dire tamponi almeno ogni due-tre settimane e quarantena limitata ai doli riscontri positivi e non estesa, come nel caso Osimana, anche ai contatti asintomatici.

La movida della Costa Smeralda rigidamente senza mascherine

Tamponi che poi dovrebbero essere pagati dalla Federazione; o almeno in gran parte. Diversamente molto meglio rimandare lo sport a tempi migliori. Anche perchè i tesserati dilettanti in genere nella vita lavorano e se messi nella condizione di cosa scegliere, tra il calcio e la propria attività, non potranno che abbandonare lo sport. La FIGC non si volti dall’altra parte – chiude CAMPANELLI ricordando a tutti le proprie responsabilità – e dica all’Osimana e soprattutto al mondo calcistico e sportivo italiano – qualcosa di chiaro. Possibilmente in fretta!”.

Massimo Pietroselli


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