LEGA, PROCLAMARE IL NUOVO CENTRO-DESTRA
E SCARICARE I GRILLINI, OBIETTIVI A PORTATA DI VOTO

LEGA, PROCLAMARE IL NUOVO CENTRO-DESTRA E SCARICARE I GRILLINI, OBIETTIVI A PORTATA DI VOTO

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LEGA, PROCLAMARE IL NUOVO CENTRO-DESTRA
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La strategia del duo Salvini-Giorgetti sposta le lancette al 2020 quando a Destra i tempi del partito unico saranno maturi


Sondaggi Lega boom con la Lega a guadagnare ogni giorno terreno e ormai prossimo al 40.50% delle Europee Pd del 2014, clamoroso! Spariscono quasi del tutto, praticamente con l’elettorato assorbito dai Verdi, Forza Italia e Fratelli d’Italia.

Salvini e Giorgetti, ormai non è mistero, puntano al +40% delle prossime Europee di maggio, oltretutto tipo di elezioni tecnicamente più vicino al popolo leghista, e a diventare da soli la defunta Casa della Libertà o l’altrettanto fuori moda Centro-Destra.

Questo, dunque, il prossimo step della politica italiana ideato dal duo Matteo Salvini-Giancarlo Giorgetti, così diversi nello stile comunicativo ma pur sempre in quotidiano contatto e il cui legame si presenta più solido che mai.



I due – gli unici in grado di aprire bocca con cognizione di causa in un partito il cui torto principale è quello di essere cresciuto e moltiplicato troppo in fretta, come felice di non dar tempo alla base di stratificarsi nella società, ovvero di evitare i rischi tipici di un gigante malmesso sulle ginocchia – paiono ormai nelle condizioni di lanciare nelle urne l’Opa sull’intero Centrodestra. E trasformare la Lega, di fatto, nel Centro-Destra a guida Berlusconiana, cancellando di fatto tanto Forza Italia quanto Fratelli d’Italia.

Primo step? Le prossime elezioni Regionali in Abruzzo e provinciali in Trentino e Alto Adige.

L’ormai ex Carroccio punta a trasformarsi nel partito di maggioranza relativa in Abruzzo e a crescere fino a superare il Pd a Bolzano (dove la forte presenza di cittadini di lingua tedesca non rende possibili percentuali clamorose).

Ma tutto questo sarebbe solo un assaggio, vere e proprie prove generali. Il vero traguardo da raggiungere sono le Europee e quel 40 e oltre % che nel 2014 sembrava lanciare Matteo Renzi verso il governo del Paese per almeno un decennio.

Gli ultimi sondaggi, sia quelli ufficiali che ufficiosi, danno la Lega attorno al 30%, testa a testa con i 5 Stelle. Ma, ragionano così in Via Bellerio fregandosi le mani, “c’è ancora un 6-7% da recuperare da Forza Italia e un altro 2-3% da Fratelli d’Italia”.

Intendiamoci, ufficialmente Salvini e Giorgetti non diranno mai che il Centro-Destra è morto, non sono così stupidi da firmare autogol con le operazioni di travaso ancora in corso… ma, visto che alle Europee si vota con il proporzionale puro, il che significa che ogni lista correrà per se, i due leader padani puntano a far si che a parlare siano i numeri. Linea dura sull’immigrazione, magari una rinnovata promessa con primo moderato assaggio di flat tax al 15%, spolveratina alla Legge Fornero… questi i punti chiave della strategia leghista.

“Non faremo prigionieri” – afferma un salviniano doc. “Ormai Forza Italia flirta con il Partito democratico e anche volendo non ci possiamo fidare di Tajani e Gianni Letta”.
Conclusione conseguente? “Chi vorrà lasciare Berlusconi potrà chiedere l’ingresso da noi” – spiegano senza arrossire spiegano altre fonti del Carroccio.

E anche l’atteggiamento verso il partito di Giorgia Meloni non è certamente meno tenero. “Fratelli d’Italia, così com’è, non è né carne né pesce; al Sud e anche nella roccaforte Roma ci prendiamo quasi tutti i loro elettori”. Inevitabile per i fratelli tricolore, come massima strategia, guardarsi intorno e sperare, dopo essere stati accerchiati, in una pace onorevole.
Per quanto riguarda l’anomala guida del Paese affiancati ai 5 Stelle, Salvini e Giorgetti non hanno in mente, al momento, una crisi di governo a breve; ma se il 40% promesso dai sondaggi con le Europee dovesse materializzarsi vicino all’obiettivo, ecco nessuno potrebbe biasimarli se dovessero convenire di archiviare, come superata, l’esperienza della strana alleanza giallo-verde.

Ai quei livelli, meglio del vecchio Centro-Destra abbandonato a marzo, la Lega avrebbe davvero le mani libere per valutare il da farsi. E qualora ci fossero problemi anche piccoli con i grillini, indicare il ritorno alle urne quale strada praticabile e consigliabile.

Insomma da qui a meno di due anni la nuova Lega pare avviata a trasformarsi in una sorta di grande rassemblent in grado di contenere al proprio interno molte e diverse anime.
Dai federalisti fedeli alla vecchia linea bossiana ai neo sovranisti di Alemanno e Storace, dai liberali della defunta Forza Italia ai cattolici dei Family Day.

Senza dimenticare il legame con alcuni sindacati delle forze dell’Ordine e con organizzazioni come l’Unione generale del lavoro.

“Prima gli italiani, anche in Europa” – potrebbe essere lo slogan vincente della campagna elettorale delle elezioni del 26 maggio.

Toccare il porto del 40%, proclamare il nuovo Centro-Destra, scaricare i 5 Stelle: ambizioni e progetti che, sondaggi alla mano, non sembrano più impossibili da realizzare.


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