HILA, ARRESTO INVECE DEL VOLO IN AUSTRALIA
PAPA, PERSONAGGIO MINORE DELLA COCA?

HILA, ARRESTO INVECE DEL VOLO IN AUSTRALIA PAPA, PERSONAGGIO MINORE DELLA COCA?

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HILA, ARRESTO INVECE DEL VOLO IN AUSTRALIA
PAPA, PERSONAGGIO MINORE DELLA COCA?


Confermato l’ottimo lavoro dei Carabinieri che hanno bloccato l’albanese in procinto di volare con la famiglia, solo andata, lontano da Osimo. I due ritenuti non credibili

Aveva già acquistato biglietti aerei di sola andata, per se e la famiglia, con cui volare in Australia e far perdere definitivamente le proprie tracce!

Florian Hila, l’albanese di 39 anni fermato dai Carabinieri nell’ambito dell’operazione che ha condotto in carcere l’imprenditore Claudio Papa, era dunque pronto a far perdere per sempre le proprie tracce e rifarsi una vita dall’altra parte del mondo.

Grazie al tempestivo intervento dei Carabinieri, invece, quei biglietti aerei resteranno inutilizzati vista la conferma del provvedimento di restrizione in carcere adottato lunedì dal Gip Antonella Marrone.

Anzi, dalla lettura delle carte e dalle dichiarazioni, rese particolarmente da Hila, si va facendo strada l’ipotesi fondata che la coppia di super amici finiti a Montacuto, non solo abbia avuto un ruolo di pari importanza all’interno dell’organizzazione… ma che addirittura una valenza malavitosa più accentuata possa pendere nei confronti di Hila, sospettato sempre più fortemente di costituire la mente (e non il braccio) dell’operazione cocaina a Passatempo.

Del resto è noto come non ci si improvvisi spacciatori, a chili, di droga dalla sera alla mattina. Per giungere a simili quantitativi occorre una conoscenza del settore e una affidabilità comprovata nel tempo che il solo Papa, intento giocoforza a curare l’andamento del supermercato, non poteva vantare da solo.

Da qui, con la nascita di una “amicizia” fra i due, l’opportunità di fare businnes allargando il settore da insalata e pomodori alla più pregiata polvere bianca.

Un escalation in affari di cui Hila, se le accuse verranno provate, parrebbe a questo punto il principale ideatore, non foss’altro per le possibili amicizie con connazionali addentrati nei meandri del traffico.

Il fatto, poi, che l’albanese fosse ormai sul punto di abbandonare l’Italia e approdare con la famiglia nel capo opposto del mondo (grazie ad un passaporto italiano ottenuto recentissimamente con la ottenuta cittadinanza) ha certamente costituito agli occhi del Gip la prova regina del grave indizio di colpevolezza legato al pericolo di fuga.

Claudio Papa e Florian Hila, un’amicizia consolidata nel tempo

In effetti sul conto di Hila, a differenza di Claudio Papa, gli uomini del Maggiore Conforti, coadiuvati dalla solita efficienza dei Carabinieri del Norm mossi sul campo dal luogotenente Luciano Almiento, hanno portato ragionamenti, ipotesi e deduzioni a distanza che, sommate, hanno permesso di smontare l’idea della famiglia extracomunitaria perfettamente integrata, zero precedenti, un’attività imprenditoriale nel settore dei prodotti plastici condivisa con un fratello.

Nei confronti di Hila e della convalida del fermo in arresto, oltre al pericolo di fuga, ha molto giocato la spiegazione, ritenuta falsa, di quei quattro contenitori vuoti, con residui di cocaina, gettati tranquillamente in un cassonetto dall’imprenditore albanese; operazione notata dai Carabinieri senza che Hila sospettasse di trovarsi da tempo al centro del film.

Contenitori che, una volta analizzati, hanno fatto pensare che la cocaina appena acquistata dal duo italo-albanese appartenesse in realtà ad un partita quattro volte più grande la quantità del solo chilo effettivamente rinvenuto nella disponibilità di Papa.

“Quei panetti vuoti – ha spiegata Hila alla dottoressa Marrone – contenevano gli aghi di pino raccolti la sera prima sul tetto dell’ex magazzino di Papa. Cocaina? Impossibile!”

Non credibile neanche la versione, stile Robin Hood, fornita dal gestore Coal Claudio Papa. L’idea che l’uomo abbia pensato, in buona fede, di rimediare ai normali problemi di liquidità del nuovo supermarket integrando gli incassi con i proventi derivati dallo spaccio della cocaina, non è piaciuta in Procura al punto da costare a Papa, con la convalida dell’arresto, la non concessione del carcere domiciliare.

Papa, in realtà, stando alle ipotesi del momento, rischia di risultare in sede di processo, invece che il capo struttura, come l’anello debole di una organizzazione albanese colpevole di essersi fidata troppo presto delle capacità vantate, a parole, dal passatempese.


TRADITO DALLA TROPPA BELLA VITA ARRESTATO A PASSATEMPO CLAUDIO PAPA!


 

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