TALIANI DE MARCHIO ELETTO CAMPANA CON ZERO VOTI FAVOREVOLI!
ANCORA UN BISCOTTO PUGNALONI-LEGA A DANNO DELLE CIVICHE

TALIANI DE MARCHIO ELETTO CAMPANA CON ZERO VOTI FAVOREVOLI! ANCORA UN BISCOTTO PUGNALONI-LEGA A DANNO DELLE CIVICHE

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Il Sindaco e 10 consiglieri di maggioranza votano anche il rappresentante delle… minoranze, indicato ad arte da Alessandrini, che poi si astiene! Estromessa Simonetta Antonelli (Liste civiche) nonostante 5 voti su 7 delle opposizioni


E dopo il ballottaggio del 2019, sul Campana ancora un biscotto Pd-Lega… anche questo consumato sull’asse ormai consolidato PUGNALONI-ALESSANDRINI! Passa tal Enrico TALIANI DE MARCHIO, addirittura – udite bene – con l’apporto di ben zero voti da parte dei partiti all’opposizione!
L’ennesimo pastrocchio Partito Democratico-Lega si è dunque consumato in Consiglio comunale, stanotte alle 2.30, alla voce “scelta del rappresentante delle minoranze consiliari all’interno del prossimo Consiglio direttivo del Campana”.
Va ricordato che per Statuto dell’Istituto permanente per la cultura, la nomina di uno dei cinque nuovi amministratori appartiene da sempre alla libera scelta dei partiti di opposizione, nel caso di specie Liste civiche, Lega, lista Ginnetti e superstiti 5 Stelle.

L’abbraccio ALESSANDRINI-PUGNALONI nella notte del ballottaggio 2019… si è ripetuto questa notte in Consiglio Comunale

Una prassi consolidata da sempre e che sempre ha portato i consiglieri di maggioranza ad astenersi in materia, proprio per non inficiare la nomina con una scelta interessata di questo o quell’altro candidato.
Ebbene a questo patto d’onore, per la prima volta nella lunga storia della città, si sono questa notte sottratti in 10 consiglieri più il Sindaco; con PUGNALONI risoluto nel chiedere alla maggioranza di trasformare, lancia in resta, la tradizionale cavalleresca astensione… in un banale esercizio del diritto di ciascun Consigliere di votare!
Diritto, tanto per cambiare, in precedenza biscottato con il consigliere di opposizione Alberto Maria ALESSANDRINI eccetera, bravo ad accettare la soluzione di trasformarsi in novello Cavallo di Troia e ancor più bravo a fornire a PUGNALONI un nominativo spendibile; un nominativo, quello di Enrico TALIANI DE MARCHIO soprattutto formalmente legale.
E già descritto in Consiglio, primo ancora di ricevere i voti esclusivi di PUGNALONI e del Partito Democratico, come uomo di Destra… allineato ai desiderata Pd!

Quando il candidato Sindaco della Lega prometteva… buon senso

A questo punto dell’inciucio occorre ricordare agli osimani che, se è vero che i Consiglieri di maggioranza possono farsi beffa del gentlemen’s agreement e prendere parte anche alle scelte riservate alle opposizioni, è altrettanto vero che Enrico TALIANI DE MARCHIO (residente all’Abbadia, nobile ed effettivamente genero di Don Rinaldo Maria Conte Hercolani Fava Simonetti) non sarebbe mai stato nominabile senza la candidatura ad arte fatta da ALESSANDRINI a nome della Lega.
E ben poco vale la circostanza che lo stesso Alberto Maria ALESSANDRINI, redarguito per tempo dai vertici regionali a “non avventurarsi in situazioni isolate”, lontane dagli interessi del movimento di SALVINI, abbia in extremis rinunciato a votare il candidato proposto da egli stesso!
Si avete, ancora una volta, letto bene. ALESSANDRINI ha prima soddisfatto PUGNALONI offrendo il candidato più affidabile su cui far confluire i voti della maggioranza; poi, pentito e redarguito, si è astenuto sulla soluzione da egli stesso proposta!
Roba per cervelli fini o da camicia di forza, dipende da quale angolazione gli osimani vorranno guardare a questo ennesimo strappo della legalità firmato PUGNALONI e avallato dall’ondivago leghista.

Enrico TALIANI DE MARCHIO, rappresentanze delle minoranze con 0 voti espressi

Un antefatto, sconosciuto ai più, merita a questo punto di essere svelato. Perchè ricorrere a simili sotterfugi per eleggere un candidato destinato ad occuparsi, ha auspicato a notte fonda TALIANI DE MARCHIO PUGNALONI, del buon andamento finanziario dei terreni residui in forza al Campana?
La risposta sta tutta nella nomina, avvenuta il mese scorso, di Gilberta GIACCHETTI (Liste civiche) quale rappresentante della Regione Marche in seno all’Istituto Campana. Un nominativo che se fosse stato doppiato da quello di Simonetta ANTONELLI (Liste civiche, fermatasi a 5 voti contro lo zero di TALIANI DE MARCHIO) avrebbe portato il movimento di LATINI ad ottenere la Presidenza dell’Istituto pur da… minoranza!
Uno smacco politico che PUGNALONI, che pur in scadenza di mandato, non avrebbe potuto permettersi e al quale ha puntualmente ovviato anche a costo dell’ennesimo strappo al politicamente corretto e all’ingoio dell’ennesima brutta figura.
Biscotto a cui, in extremis, va riconosciuto, solo in due Consiglieri di maggioranza hanno lodevolmente voluto e saputo sottrarsi per il proprio onore e la storia democratica della città: il Presidente del Consiglio Giorgio CAMPANARI e il Consigliere Ruben RICCI (Energia nuova).

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L’infamia di aver sottratto un diritto alle minoranze, scegliendo al loro posto il personaggio in grado di assicurare gli interessi del Partito Democratico fino al 2025, è invece ricaduto, tutto e per intero, su Simone PUGNALONI, Diego GALLINA FIORINI, Renata MAGGIORI, Cecilia GOBBI, Tommaso SPILLI, Giorgio BRANDONI, Filippo ROSSI, Michele FELICIANI, Matteo CANAPA, Filippo INVERNIZZI e Daniele VIGNONI.
E’ grazie al precedente di questi 11 cittadini che in futuro norme consolidate di buon senso potranno essere ignorate e gettate al vento, grazie alla strada all’intransigenza appena intrapresa.
Discorso a parte per il maestro pasticcere Alberto Maria ALESSANDRINI, diabolico nel perseverare umane debolezze; sordo ad ogni richiamo ed avvertenza. E soprattutto patetico nel disperato tentativo di salvarsi la faccia invitando in extremis il Pd a fare come lui: non votare Enrico TALIANI DE MARCHIO!

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