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𝗖𝗮𝗽𝗼𝗱𝗮𝗻𝗻𝗼 𝗱’𝗲𝘀𝘁𝗮𝘁𝗲 𝗰𝗼𝗻 𝗿𝗲𝗴𝗮𝗹𝗼, 𝗻𝗼𝗻 𝗴𝗿𝗮𝗱𝗶𝘁𝗼 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗻𝗲𝗹 𝟭𝟵𝟴𝟵, 𝗱𝗶 𝘂𝗻𝗮 𝗶𝗻𝗱𝗶𝘀𝘁𝗶𝗻𝘁𝗮 𝗽𝗼𝗹𝘁𝗶𝗴𝗹𝗶𝗮 𝗴𝗶𝗮𝗹𝗹𝗮𝘀𝘁𝗿𝗮 𝗱𝗲𝗽𝗼𝘀𝗶𝘁𝗮𝘁𝗮 𝗮 𝗿𝗶𝘃𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝗮𝗹𝗺𝗲𝗻𝗼 𝘃𝗲𝗻𝘁𝗶-𝘁𝗿𝗲𝗻𝘁𝗮 𝗺𝗲𝘁𝗿𝗶. 𝗧𝘂𝗿𝗶𝘀𝘁𝗶 𝗲 𝗿𝗲𝘀𝗶𝗱𝗲𝗻𝘁𝗶, 𝗽𝗿𝗲𝘀𝗶 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝘀𝗽𝗿𝗼𝘃𝘃𝗶𝘀𝘁𝗮, 𝗽𝗲𝗿 𝗼𝗿𝗮 𝘀𝗶 𝗮𝗱𝗮𝘁𝘁𝗮𝗻𝗼 𝗮𝗳𝗳𝗼𝗹𝗹𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗰𝗼𝗺𝘂𝗻𝗾𝘂𝗲 𝗹𝗲 𝘀𝗽𝗶𝗮𝗴𝗴𝗲. 𝗣𝗲𝗿 𝗶𝗹 𝗳𝘂𝘁𝘂𝗿𝗼 𝗹𝗮 𝘀𝗽𝗲𝗿𝗮𝗻𝘇𝗮 𝗲̀ 𝗶𝗻 𝗾𝘂𝗮𝗹𝗰𝗵𝗲 𝗺𝗮𝗿𝗲𝗴𝗴𝗶𝗮𝘁𝗮 𝗶𝗻 𝗴𝗿𝗮𝗱𝗼 𝗱𝗶 𝗿𝗶𝗽𝘂𝗹𝗶𝗿𝗲 𝗹𝗲 𝗰𝗼𝘀𝘁𝗲. 𝗡𝗲𝗹𝗹’𝗮𝘁𝘁𝗲𝘀𝗮 𝗹’𝗼𝗿𝗱𝗶𝗻𝗲 𝗲̀ 𝗰𝗮𝘁𝗲𝗴𝗼𝗿𝗶𝗰𝗼: 𝘃𝗶𝗲𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗽𝗮𝗿𝗹𝗮𝗿𝗻𝗲. 𝗖𝗵𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝘀𝗶 𝘀𝗮𝗽𝗽𝗶𝗮 𝗶𝗻 𝗴𝗶𝗿𝗼. 𝗘 𝗻𝗲𝗴𝗮𝗿𝗲, 𝗻𝗲𝗴𝗮𝗿𝗲, 𝗻𝗲𝗴𝗮𝗿𝗲 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗹’𝗲𝘃𝗶𝗱𝗲𝗻𝘇𝗮. 𝗖𝗼𝘀𝗶̀ 𝗲̀ 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝘀𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝗰𝗶 𝗽𝗮𝗿𝗲

L’ordine che arriva dalle varie riviere è imperativo e categorico: non parlarne, ignorare, al limite negare… al costo dell’evidenza!
Il ritorno in massa delle mucillaggini, da Ancona a San Benedetto del Tronto, fa tremare le vene ai polsi a tutti i Sindaci della costa, non foss’altro guardando al calendario e alla tempistica: 1° luglio, Capodanno dell’estate.

Del resto capitò proprio ad inizio luglio, quella volta era 1989, che gli italiani iniziarono a fare i conti con una poltiglia giallastra di alghe in fioritura, depositate dal moto marino verso le spiagge, belle e brutte, senza distinzioni, del medio Adriatico. Da Po in giù.

La spiaggia di Numana questa mattina

Un tappeto marrone che per quanto non pericoloso per la salute (parrebbe) certo non invita ad immergersi in acque color cacca di bambino.

35 anni fa, narrano le cronache, per il turismo romagnolo e giù giù a cascata, fu l’anno più nero per il turismo, con italiani e stranieri alla larga dalle spiagge di Senigallia, Portonovo, Sirolo, Numana, Porto Recanti, Porto San Giorgio, San Benedetto del Tronto e danni all’economia balneare non recuperati, al limite del tracollo.

Le varie riviere, totalmente scoordinate tra loro, poterono solo assistere: impreparate e impotenti.

La splendida veduta di Sirolo e del Cònero, purtroppo aggredito dalla fioritura delle alghe

A Rimini e Romagna, passato un luglio da tregenda, rimediarono potenziando il mondo della notte e aprendo di fatto al cosiddetto “sballo” in discoteca, consacrandosi definitivamente al turismo giovane.

Le Marche, con diverse caratteristiche e senza una visione unitaria pensata al turismo, risposero al plurale, ognun per se, cercando ogni località di inventarsi qualcosa extra spiaggia; in verità con successi scarsi.

Fenomeno naturale se c’è n’è uno, le mucillaggini sono il prodotto della decomposizione delle alghe, favorito dalle alte o altissime temperature attuali; nell’acqua viene così rilasciata una sostanza giallognola e vischiosa, trasformata in fiume dal moto ondoso e da questi ammassata verso riva.

Insomma, anche se a quindici o venti l’acqua è blu e pulita come il solito, sia per arrivarci che per uscire, il bagnante dovrà attraversare per due volte una autentica “palude”; senza contare l’impossibilità di trattenersi a riva con i bambini, correre, giocare nell’acqua e tutte le attività tipiche del bagnasciuga per famiglie, rinviate a data da destinarsi… in attesa di una mareggiata in grado di rimescolare il tutto e dare al turista un periodo di appello.

Ancora una scatto che documenta la consistenza del problema

Sempre che il povero turista non abbia nel frattempo terminato le ferie o scelto di spendere in lidi altrove.

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