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𝐕𝐄𝐍𝐃𝐄𝐓𝐓𝐀 𝐀𝐋𝐋’πŽπ‘πˆπ†πˆππ„ 𝐃𝐄𝐋 π‘πŽπ†πŽ 𝐂𝐇𝐄 𝐇𝐀 πƒπˆπ’π“π‘π”π“π“πŽ 𝐒𝐄𝐓𝐓𝐄 πŒπ„π™π™πˆ

𝐄’ πƒπŽπ‹πŽπ’πŽ π‹β€™πˆππ‚π„ππƒπˆπŽ π€πππˆπ‚π‚π€π“πŽ π€πˆ πŒπ„π™π™πˆ 𝐃𝐀 π‹π€π•πŽπ‘πŽ 𝐃𝐄𝐋𝐋𝐀 𝐂𝐄𝐒𝐀𝐕𝐄𝐍𝐃𝐄𝐓𝐓𝐀 𝐀𝐋𝐋’πŽπ‘πˆπ†πˆππ„ 𝐃𝐄𝐋 π‘πŽπ†πŽ 𝐂𝐇𝐄 𝐇𝐀 πƒπˆπ’π“π‘π”π“π“πŽ 𝐒𝐄𝐓𝐓𝐄 πŒπ„π™π™πˆ

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𝐒𝐚𝐛𝐚𝐭𝐨 𝐬𝐞𝐫𝐚 𝐚 𝐂𝐚𝐬𝐭𝐞𝐥𝐟𝐢𝐝𝐚𝐫𝐝𝐨, 𝐢𝐧𝐜𝐮𝐫𝐚𝐧𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐩𝐨𝐭𝐞𝐫 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐞 𝐯𝐢𝐬𝐭𝐢, 𝐢𝐠𝐧𝐨𝐭𝐢 𝐡𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐭𝐚𝐠𝐥𝐢𝐚𝐭𝐨 𝐥𝐚 𝐫𝐞𝐭𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐢𝐦𝐢𝐭𝐚 𝐢𝐥 𝐩𝐢𝐚𝐳𝐳𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐢 𝐯𝐢𝐚 𝐃𝐚𝐦𝐢𝐚𝐧𝐨 𝐂𝐡𝐢𝐞𝐬𝐚 𝟏𝟕, 𝐟𝐨𝐫𝐳𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐠𝐥𝐢 𝐚𝐛𝐢𝐭𝐚𝐜𝐨𝐥𝐢 𝐝𝐢 𝐝𝐮𝐞 𝐭𝐢𝐫, 𝐭𝐫𝐞 𝐟𝐮𝐫𝐠𝐨𝐧𝐢 𝐞 𝐝𝐮𝐞 𝐛𝐨𝐛𝐤𝐚𝐭 𝐯𝐞𝐫𝐬𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐛𝐞𝐧𝐳𝐢𝐧𝐚 𝐚𝐥 𝐥𝐨𝐫𝐨 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐧𝐨. 𝐋𝐞 𝐟𝐢𝐚𝐦𝐦𝐞 𝐡𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐟𝐚𝐭𝐭𝐨 𝐢𝐥 𝐫𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐝𝐚𝐧𝐧𝐞𝐠𝐠𝐢𝐚𝐧𝐝𝐨 𝐢𝐧 𝐦𝐚𝐧𝐢𝐞𝐫𝐚 𝐢𝐫𝐫𝐞𝐯𝐞𝐫𝐬𝐢𝐛𝐢𝐥𝐞 𝐢𝐥 𝐩𝐚𝐫𝐜𝐨 𝐚𝐮𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐢𝐦𝐩𝐫𝐞𝐬𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐫𝐢𝐨 𝐨𝐠𝐠𝐢 𝐚𝐯𝐫𝐞𝐛𝐛𝐞 𝐝𝐨𝐯𝐮𝐭𝐨 𝐫𝐢𝐩𝐫𝐞𝐧𝐝𝐞𝐫𝐞 𝐥’𝐚𝐭𝐭𝐢𝐯𝐢𝐭à 𝐝𝐨𝐩𝐨 𝐥𝐚 𝐩𝐚𝐮𝐬𝐚 𝐞𝐬𝐭𝐢𝐯𝐚. 𝐋𝐞 𝐢𝐧𝐝𝐚𝐠𝐢𝐧𝐢 𝐝𝐞𝐢 𝐂𝐚𝐫𝐚𝐛𝐢𝐧𝐢𝐞𝐫𝐢 𝐩𝐮𝐧𝐭𝐚𝐧𝐨 𝐚 𝐟𝐚𝐫 𝐥𝐮𝐜𝐞 𝐚𝐢 𝐩𝐫𝐞𝐠𝐫𝐞𝐬𝐬𝐢 𝐫𝐚𝐩𝐩𝐨𝐫𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐥𝐚𝐯𝐨𝐫𝐨 𝐝𝐢 𝐮𝐧’𝐢𝐦𝐩𝐫𝐞𝐬𝐚 𝐝𝐢 𝐟𝐚𝐦𝐢𝐠𝐥𝐢𝐚 𝐫𝐞𝐜𝐞𝐧𝐭𝐞𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐟𝐚𝐥𝐥𝐢𝐭𝐚 – 𝐥𝐚 𝐌𝐚𝐜𝐞𝐫𝐚𝐭𝐞𝐬𝐢 𝐬𝐫𝐥 – 𝐥𝐚 𝐜𝐮𝐢 𝐚𝐭𝐭𝐢𝐯𝐢𝐭à 𝐬𝐚𝐫𝐞𝐛𝐛𝐞 𝐬𝐭𝐚𝐭𝐚 𝐫𝐢𝐩𝐫𝐞𝐬𝐚 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐂𝐞𝐬𝐚 𝐝𝐢 𝐅𝐚𝐮𝐬𝐭𝐨 𝐌𝐚𝐜𝐞𝐫𝐚𝐭𝐞𝐬𝐢. 𝐀𝐭𝐭𝐞𝐧𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐭𝐨 𝐢𝐧 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐢𝐜𝐨𝐥𝐚𝐫𝐞 𝐢𝐥 𝐦𝐨𝐧𝐝𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐢𝐦𝐩𝐫𝐞𝐬𝐞 𝐝𝐢 𝐬𝐞𝐭𝐭𝐨𝐫𝐞 𝐜𝐨𝐧 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐬𝐭𝐫𝐚𝐧𝐢𝐞𝐫𝐨, 𝐚𝐥𝐛𝐚𝐧𝐞𝐬𝐞 𝐢𝐧 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐢𝐜𝐨𝐥𝐚𝐫𝐞

ATTENZIONE CARTA RINNOVATA, STESSO IBAN MA NUMERI DIVERSI

Se in questo momento stai leggendo queste righe è perché, seppur con le difficoltà tecniche di cui ancora soffriamo (vedi la lentezza a caricare il sito), apprezzi a prescindere o sei almeno curioso di conoscere la notizia vista dal nostro speciale versante, con vista sulla nostra Verità.

Bene. E’ giusto che sia così. E’ sacrosanto che tutta la città condivida, a grande maggioranza, questo pensiero.

Francamente però, è altrettanto giusto che ognuno di voi, conclusa la pausa di lettura, decida di metter mano al proprio portafoglio elettronico, decidendo un proprio libero contributo solidale, utile anzi fondamentale a garantirvi le letture del futuro.

Nonostante gli appelli quotidiani partiti da Natale, i lettori che hanno seguito l’invito sono decisamente episodici, primule rosse… persino in parità rispetto a chi segue OSIMO OGGI dai più sperduti angoli del mondo.

ATTENZIONE CARTA RINNOVATA!

𝗣𝘂𝗼𝗶 𝗲𝗳𝗳𝗲𝘁𝘁𝘂𝗮𝗿𝗲 𝘂𝗻𝗮 𝗿𝗶𝗰𝗮𝗿𝗶𝗰𝗮 𝗮𝗹 𝗻𝘂𝗺𝗲𝗿𝗼 𝗣𝗼𝘀𝘁𝗲𝗣𝗮𝘆 5333 1750 9752 6856 (𝗶𝗻𝘁𝗲𝘀𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗮𝗹 𝗗𝗶𝗿𝗲𝘁𝘁𝗼𝗿𝗲 𝗦𝗮𝗻𝗱𝗿𝗼 𝗣𝗔𝗡𝗚𝗥𝗔𝗭𝗜)

𝗢𝗽𝗽𝘂𝗿𝗲 𝗲𝗳𝗳𝗲𝘁𝘁𝘂𝗮𝗿𝗲 𝘂𝗻 𝗯𝗼𝗻𝗶𝗳𝗶𝗰𝗼 𝗯𝗮𝗻𝗰𝗮𝗿𝗶𝗼 𝗮𝗹𝗹’𝗮𝘀𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝘁𝗼 𝗜𝗯𝗮𝗻 𝗱𝗶 𝗦𝗮𝗻𝗱𝗿𝗼 𝗣𝗔𝗡𝗚𝗥𝗔𝗭𝗜 𝗜𝗧𝟳𝟵𝗝 𝟯𝟲𝟬𝟴 𝟭𝟬𝟱𝟭 𝟯𝟴𝟮𝟯 𝟯𝟴𝟬𝟵 𝟰𝟯𝟯𝟴 𝟭𝟮

𝗢𝗽𝗽𝘂𝗿𝗲 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗲𝗳𝗳𝗲𝘁𝘁𝘂𝗮𝗿𝗲 𝘂𝗻 𝗶𝗻𝘃𝗶𝗼 𝗣𝟮𝗣 (𝘀𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗰𝗼𝘀𝘁𝗶 𝗮𝗴𝗴𝗶𝘂𝗻𝘁𝗶𝘃𝗶) 𝗮𝘀𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗶𝗹 𝗻𝘂𝗺𝗲𝗿𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗥𝗲𝗱𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝟯𝟵𝟯.𝟯𝟯.𝟬𝟵.𝟯𝟲𝟲 – 𝗻𝗼𝗺𝗶𝗻𝗮𝗹𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗦𝗮𝗻𝗱𝗿𝗼 𝗣𝗔𝗡𝗚𝗥𝗔𝗭𝗜 – 𝗮𝗹 𝘃𝗼𝘀𝘁𝗿𝗼 𝗲𝗹𝗲𝗻𝗰𝗼 𝗽𝗲𝗿𝘀𝗼𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗮𝘁𝘁𝗶 𝗪𝗵𝗮𝘁𝘀𝗮𝗽𝗽!

𝗢𝘃𝘃𝗶𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝘀𝗲𝗺𝗽𝗿𝗲 𝗲 𝘀𝗼𝗹𝗼 𝗚𝗥𝗔𝗧𝗜𝗦!

𝗜𝗻 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗼 𝗰𝗮𝘀𝗼 𝗽𝗼𝘁𝗿𝗲𝘁𝗲 𝗿𝗶𝗰𝗲𝘃𝗲𝗿𝗲 𝗶𝗻 𝘁𝗲𝗺𝗽𝗼 𝗿𝗲𝗮𝗹𝗲 𝘀𝘂𝗹 𝘃𝗼𝘀𝘁𝗿𝗼 𝗰𝗲𝗹𝗹𝘂𝗹𝗮𝗿𝗲, 𝗰𝗼𝗽𝗶𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝘂𝗹𝘁𝗶𝗺𝗮 𝗻𝗼𝘁𝗶𝘇𝗶𝗮 𝗮𝗽𝗽𝗲𝗻𝗮 𝗽𝘂𝗯𝗯𝗹𝗶𝗰𝗮𝘁𝗮 𝗱𝗮 𝗢𝗦𝗜𝗠𝗢 𝗢𝗚𝗚𝗜, 𝘀𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗮𝗻𝗱𝗮𝗿𝗹𝗮 𝗮 𝗿𝗶𝗰𝗲𝗿𝗰𝗮𝗿𝗲 𝘀𝘂𝗹 𝘀𝗶𝘁𝗼.

𝗩𝗲 𝗹𝗼 𝗰𝗵𝗶𝗲𝗱𝗲𝗿𝗲𝗺𝗼 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗶 𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗶 𝗽𝗲𝗿𝗰𝗵𝗲́ 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗶 𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗶 𝗶𝗹 𝗾𝘂𝗼𝘁𝗶𝗱𝗶𝗮𝗻𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗮 𝗰𝗶𝘁𝘁𝗮̀ 𝗻𝗲𝗰𝗲𝘀𝘀𝗶𝘁𝗮 𝗱𝗶 𝘂𝘀𝗰𝗶𝗿𝗲 𝗻𝗲𝗹𝗹’𝗲𝗱𝗶𝗰𝗼𝗹𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝘃𝗼𝘀𝘁𝗿𝗮 𝗰𝗮𝘀𝗮.

Grazie!

********************

di Sandro PANGRAZI

E’ clamorosamente di origine dolosa l’incendio appiccato da ignoti, sabato sera a Castelfidardo, ai mezzi da lavoro di proprietà della impresa Cesa, costruzioni edili e stradali, del gruppo MACERATESI.

A mettere nero su bianco sul vile episodio e ad indirizzare le indagini dei Carabinieri di Osimo, il rapporto dei Vigili del Fuoco osimani che hanno certificato l’utilizzo di un innesco a benzina.

Divorate dalle fiamme, attorno le 23 di sabato sera, nel piazzale adibito a rimessaggio all’aperto dell’impresa, ben due Tir, tre furgoni e due minipala, ovvero bobkat, mezzi specializzati per la movimentazione terra.

Per i Vigili del fuoco di Osimo, giunti in via Damiano Chiesa, 17 (zona Sant’Agostino a Castelfidardo), ben poco da fare, oltre a domare le fiamme. Ufficiale l’innesco doloso dell’incendio, probabilmente maturato per vendetta.

Il danno subito dalla Cesa è certamente ingente e potrebbe complessivamente sfiorare il mezzo milione di euro, rivalsa oltretutto arrecata, a livello temporale, nel corso dell’ultimo week-end feriale, vale a dire alla ripresa dell’attività a questo punto mancata.

Le indagini, subito avviate dai militari fidardensi in collaborazione con il Comando di via Saffi, puntano a mettere in luce quanti, scavando nel mondo navigato dalla Cesa, possono aver avuto interesse ad agire provocando un danno di proporzioni rilevanti agli interessi degli eredi dell’ex Sindaco di Castelfidardo Giovanni MACERATESI.

Al vaglio degli investigatori, in proposito, ci sarebbe già una pista, suggerita anche dalla modalità, particolarmente sfrontata, seguita dagli attentatori per mettere in atto una sorta di vendetta.

Agire, infatti, nella serata di un sabato sera, nella prima periferia della cittadina fidardense (ai limiti del popoloso quartiere di Sant’Agostino), senza temere di essere visti o notati da qualche possibile testimone indiretto, significa mettere in conto un rischio accettato, mosso dalla volontà di provocare il maggior danno possibile facendo, al contempo, giungere un chiaro messaggio intimidatorio.

Tagliata la rete di recinzione che delimita il piazzale, ignoti hanno così avuto facile via libera al rimessaggio e modo di forzare le portiere dei mezzi per riversarvi all’interno una quantità di benzina utile a creare almeno tre roghi che, nell’alimentarsi a vicenda, hanno divorato quanto incontrato, vale a dire tutti i sette mezzi andati a fuoco.

Quando i Vigili del fuoco sono infatti giunti sul posto, per tir, furgoni e bobkat c’era poco da fare, se non spegnere le fiamme e verificare la pista dolosa della vicenda.

Se non un avvertimento di stile mafioso, siamo comunque di fronte ad una vicenda che dalla criminalità organizzata trae insegnamento, attuandone le modalità di esecuzione.

Si ha ragione di pensare, quantomeno in fase di avvio indagini, ad una vendetta maturata nel mondo delle imprese che fanno da corollario ai lavori stradali; ditte che in genere sono rette o utilizzano a profusione personale straniero, albanese in particolare, non particolarmente timoroso a dover passare a vie di fatto, ad esempio, alla voce recupero crediti.

Ancora una immagine della serata di sabato a Castelfidardo: dalla vicenda del rogo al market delle Fornaci (quasi 40 anni fa) il peggior episodio di cronaca nera della cittadina fidardense.

Stando alle possibili piste sul tavolo degli investigatori, particolare rilevanza potrebbe assumere, per indirizzare le indagini e magari chiudere il cerchio, il fallimento della “Maceratesi Srl”, avvenuto in tempi ancora recenti e riconducibile alla gestione di Marco MACERATESI.

Attività parrebbe riconvertita nel mondo degli asfalti stradali e in qualche modo rilevata dalla Cesa, amministrata dal cugino Fausto MACERATESI.

Da questo intreccio familiare ma soprattutto nei conflitti, innescati dalla chiusura traumatica della precedente attività, potrebbero trovare fondamenta le domande alla base di un episodio che ha infranto, turbandola nel profondo, la tranquillità del territorio fidardense.

QUI il tuo gradito commento:

Alberto GIGLIO
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