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Moglie e marito incassavano oltre 7.000 euro al mese (ovvero lโintero ammontare di nove pensioni sociali) e in cambio โripagavanoโ le pazienti, tutte 50/60enni affette da gravi patologie psichiatriche, con sevizie di ogni genereโฆ dallโobbligo di sesso orale preteso dal piรน che anziano gestore della strutturaโฆ sino allo strappo punitivo, conseguenza del trascinamento di peso a forza, del lobo di un orecchio!
Protagonisti da almeno un anno di una serie di orrori degni della fantasia nera di Dario Argento, una coppia di Jesi โ tali Franco FRANTELLIZZI (86 anni), originario di Frosinone e la moglie Dina MOGIANESI (78 anni), assistente sociale in pensione โ titolare a Jesi di una cosiddetta comunitร alloggio al primo piano di una palazzina posta al 55 di via del Verziere, struttura assistenziale non meglio identificata โ al momento – con un nome proprio.
Lo strazio delle cinque poverette ospiti sarebbe iniziato, stando alle indagini in corso di approfondimento da parte della Squadra mobile di Ancona (verifiche in particolare circa le responsabilitร collaterali di diversi addetti ai lavori), da almeno un anno; ma si teme che il via allโescalation di brutalitร e tormenti crescenti, al limite della disumanitร e della tortura vera e propria, possano coincidere con lโavvio stesso del servizio, datato 2018.
Di fatto i soprusi sessuali e le rivalse fisiche sulle sfortunate sarebbero continuate ad oltranza se il personale del poliambulatorio jesino, presso il Centro di salute mentale, chiamato a verifiche periodiche sui soggetti psichiatrici affidati alla comunitร -alloggio, non avesse subodorato, anche per i discussi precedenti specifici professionali di Dina MOGIANESI, che qualcosa aveva di gran lunga scavalcato la normalitร ; ben oltre di qualche umano eccesso.
Raccolta la fiducia di una delle poverette, si รจ cosรฌ scoperchiato, in breve, un autentico girone dantesco di crudeltร , oltretutto, se possibile, aggravate dal fatto di essere state poste in essere da una posizione di preminenza della coppia dirigente e attuate su soggetti non in grado di difendersi.
Da qui la notizia di reato รจ giunta, in contemporanea, presso il Commissariato di Fabriano e la Procura di Ancona, intenzionata a vederci chiaro e in tempi rapidi.
Eโ emerso, purtroppo, quanto si sospettava. Se non peggio. Riempita la struttura di cimici e videocamere, gli agenti di polizia e gli uomini della Mobile hanno dovuto soltanto mettersi in โascoltoโ e avere la pazienza di attendere il momento per entrare in azione.
Il personale del dottor Carlo PINTO, capo della Mobile dorica, ha cosรฌ dovuto credere ai propri occhi e orecchie quando lunedรฌ 8 aprile lโanziano ma ancor sessualmente intraprendente capo struttura, lโ86enne Franco FRANTELLIZZI, neo sposo da meno di due anni della socia in affari Dina MOGIANESI, 78 anni, convocasse in ufficio la paziente preferitaโฆ una 65enne scelta, come tante altre volte, per soddisfare non dimenticati appetiti sessuali.
Lโetร avanzata del responsabile, per fortuna della poveretta inquadrata dalle spie piazzate nei giorni precedenti nellโintera struttura, non ha consentito allโuomo di poter scegliere la postura preferita, limitandosi alla richiesta, soddisfatta, di ricevere un rapporto orale.
Ed รจ proprio in siffatto atteggiamento che i poliziotti, senza perdere tempo, sono entrati in azione, cogliendo Franco FRANTELLIZZI con braghe e mutande a terra, sbracato in poltrona, intento a non perdersi ogni emozione.
In siffatto atteggiamento di beatitudine, lโuomo non ha quasi notato lโirruente arrivo degli agenti in forzeโฆ stante che al classico โFermi tutti, Poliziaโฆโ nella coppia ha fatto seguito qualche istante di umano imbarazzo.
โLa stavo solo consolandoโฆโ โ ha provato a difendersi FRANTELLIZZI mentre con difficoltร si ricomponeva mutande e pantaloni.
Arrestato lโanziano operatore, sarebbe da dire piรน che in fragranzaโฆ col sorcio vero e proprio in bocca, lโinchiesta di Procura e Squadra mobile รจ andata avanti, senza clamore, potendo quindi contare sullโeffetto sorpresa.
Cosa cโera di vero, infatti, circa le sevizie alimentari, comportamentali e vessatorie lamentate dalla paziente fonte dellโinchiesta, oltre ai soprusi sessuali, a turno, appena provati?
Quanto verrร alla luce nei giorni seguenti farร apparire la fellatio imposta alla โfavoritaโ come un banale invito a degustare un te del pomeriggio.
Ancora poco o nulla, nel confronto di barbarie, quel rapporto orale interrotto bruscamente dai poliziotti, rispetto a quanto, la settimana dopo la Squadra mobile avrร modo di scoprire, esattamente lunedรฌ 15 aprile, a carico di Dina MOGIANESI, ex assistente sociale e neo sposa FRANTELLIZZI.
Le informazioni ricevute, del resto, erano state chiare e particolareggiate. Il trattamento ordinario subito dalle cinque donne prevedeva, in maniera dettagliata, il contingentamento del riscaldamento invernale attraverso un uso molto scarso dei termosifoni!
Ne andava meglio in estate non potendo aprire finestre, chiuse, anzi sbarrate con tanto di lucchetto. Di notte poi le cose peggioravano ancora, se possibile. Le porte delle camere risultavano tutte e sempre chiuse a doppia mandata, private anche del sostegno di una qualsiasi figura di sostegno, a supporto per qualsiasi necessitร โฆ figuriamoci, poi, dellโuso vietatissimo del telefono.
E non basta ancora. Lโinchiesta della Squadra mobile ha portato alla luce anche il capitolo ulteriore delle โpunizioniโ e delle โmancanzeโ, punite da moglie e marito โ a volte conosciute della figlia Michela FRANTELLIZZI, al momento estranea alle accuse mosse ai genitori e quindi solo indagata a piede libero โ con razionamenti alimentari e persino con una scarica dolorosa di botte corporali, calci e/o pugni, destinati senza lesinare quando poteva servire o sembrare giustoโฆ tipo una innovativa โterapiaโ correttiva.
Entrambe operanti, madre e figlia, in quella casa alloggio di via del Verziere come โvolontarie non retribuiteโ.
Ma purtroppo cโรจ dellโaltro: roba da far rabbrividire al solo pensieroโฆ ma ancora acqua fresca di fronte allโepisodio che ha imposto ai poliziotti un secondo blitz, al termine, in pratica, di una punizione piรน sanguinolenta del solitoโฆ ovvero quando lโoperatrice rimasta Dina MOGIANESI, 78 anni, ricordiamo ex assistente sociale (!), ha approfittato della caduta a terra di una delle quattro poverette rimaste nella struttura di via delle Verziere, 55 trascinandola di peso per la stanza, pur di corporatura mingherlina, attraverso il lobo afferrato di un orecchioโฆ sino a distaccarlo e ritrovarselo in mano!
Lโintervento-bis dei poliziotti รจ cosรฌ valso a far chiudere la struttura, posta sotto sequestro dallโautoritร giudiziaria, far trasferire le ultime tre pazienti rimaste nel reparto di Psichiatria dellโospedale jesino e soprattutto condurre in carcere anche la donna, convalidata agli arresti per episodi plurimi di maltrattamento e lesioni commesse in danno delle pazienti ospitate in convenzione.
Per entrambi il giudice ha concesso, giร il giorno dopo, la detenzione domiciliare presso lโabitazione di via Monti Sibillini, residenza della coppia. Lui ristretto per violenza sessuale continuata su nove vittime accertate, aggravata dalla minorata difesa delle vittime; e lei per maltrattamenti fino alle lesioni in cinque diversi casi.
La vicenda, nella sua estrema gravitร , non รจ ancora conclusa. Ai raggi X degli investigatori mossi dal dottor PINTO finiranno, inevitabilmente, i cinque, fra tutori e amministratori di sostegno, responsabili delle sorti di ciascuna donna loro affidata dal Tribunale.
Dove sono stati, nellโultimo anno, senza aver nessuno annusato il grave percolo corso dalle rispettive assistite?
Di piรน. Accertamenti inevitabili ricadranno anche sulla Ast di Ancona che dovrร chiarire che tipo di rapporti e di quale natura portava avanti con la comunitร jesina, non titolare, al momento, neanche di una denominazione ufficiale!
Una struttura regolarmente conosciuta e affidataria del recupero e del benessere di persone in difficoltร psichica o lasciata vivacchiare nel sottobosco del volontariato dove, a quanto pare, volgendo occhi e orecchi altrove, tutto รจ possibile?