𝗗𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗾𝘂𝗲𝗿𝗲𝗹𝗹𝗲 𝘀𝘂𝗹 𝗖𝗼𝗱𝗶𝗰𝗲 𝗲𝘁𝗶𝗰𝗼 (𝘃𝗲𝗱𝗶 𝗶𝗹 𝗻𝗼 𝗮𝗹 𝘁𝗲𝗿𝘇𝗼 𝗺𝗮𝗻𝗱𝗮𝘁𝗼) 𝗮𝗶 𝗱𝘂𝗯𝗯𝗶 𝗱𝗶 𝗖𝗶𝗻𝗾𝘂𝗲 𝗦𝘁𝗲𝗹𝗹𝗲, 𝗳𝗶𝗻𝗼 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗳𝘂𝗴𝗮 𝗱𝗶 𝗖𝗮𝗹𝗲𝗻𝗱𝗮. 𝗣𝗲𝗿𝗽𝗹𝗲𝘀𝘀𝗶𝘁𝗮̀ 𝗽𝘂𝗿𝗲 𝘀𝘂𝗹 𝗴𝗿𝗮𝗻 𝗻𝘂𝗺𝗲𝗿𝗼 𝗱𝗶 𝗺𝗶𝗻𝗶 𝘀𝗶𝗴𝗹𝗲 𝗿𝗮𝗰𝗰𝗮𝘁𝘁𝗮𝘁𝗲 𝗮 𝗦𝗶𝗻𝗶𝘀𝘁𝗿𝗮, 𝗰𝗵𝗲 𝘀𝘂𝗹𝗹𝗮 𝗾𝘂𝗮𝗹𝗶𝘁𝗮̀ 𝗽𝗼𝘁𝗲𝗻𝘇𝗶𝗮𝗹𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗲𝘀𝗽𝗿𝗲𝘀𝘀𝗮, 𝗮 𝗳𝗿𝗼𝗻𝘁𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗽𝗿𝗲𝘇𝘇𝗼 𝗽𝗼𝗹𝗶𝘁𝗶𝗰𝗼 𝗱𝗮 𝗽𝗮𝗴𝗮𝗿𝗲 (𝘁𝘂𝘁𝘁𝗼 𝗶𝗻 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗼 𝗮𝗹 𝗣𝗱) 𝘀𝘂𝗶 𝘁𝗲𝗺𝗶 𝗮𝗺𝗯𝗶𝗲𝗻𝘁𝗮𝗹𝗶. 𝗘 𝗺𝗲𝗻𝘁𝗿𝗲 𝗶 𝗗𝗲𝗺 𝗰𝗼𝗺𝗺𝗶𝘀𝘀𝗶𝗼𝗻𝗮𝗻𝗼 𝗲 𝗻𝗮𝘀𝗰𝗼𝗻𝗱𝗼𝗻𝗼 𝘂𝗻 𝘀𝗼𝗻𝗱𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 𝗰𝗵𝗲 𝘀𝘃𝗲𝗹𝗮 𝘂𝗻 𝗱𝗶𝘀𝗮𝘃𝗮𝗻𝘇𝗼 𝗳𝗶𝗻𝗼 𝗮 𝟳 𝗽𝘂𝗻𝘁𝗶 𝗱𝗮 𝗔𝗰𝗾𝘂𝗮𝗿𝗼𝗹𝗶, 𝗹𝗮 𝗰𝗼𝗮𝗹𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝘀𝗰𝗼𝗽𝗿𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗥𝗶𝗰𝗰𝗶 𝘀𝗼𝗳𝗳𝗿𝗲 𝗽𝘂𝗿𝗲 𝗱𝗶 𝘂𝗻𝗮 𝗻𝗮𝘁𝘂𝗿𝗮𝗹𝗲 𝘁𝗲𝗻𝗱𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗻𝗼𝗻 𝘀𝗶𝗺𝗽𝗮𝘁𝗶𝗮…
APPELLO URGENTE
Se in questo momento stai leggendo queste righe è perché, seppur con le difficoltà tecniche di cui ancora soffriamo (vedi la lentezza a caricare il sito), apprezzi a prescindere o sei almeno curioso di conoscere la notizia vista dal nostro speciale versante, con vista sulla nostra Verità.
Bene. E’ giusto che sia così. E’ sacrosanto che tutta la città condivida, a grande maggioranza, questo pensiero.
Francamente però, è altrettanto giusto che ognuno di voi, conclusa la pausa di lettura, decida di metter mano al proprio portafoglio elettronico, decidendo un proprio libero contributo solidale, utile anzi fondamentale a garantirvi le letture del futuro.
Nonostante gli appelli quotidiani partiti da Natale, i lettori che hanno seguito l’invito sono decisamente episodici, primule rosse… persino in parità rispetto a chi segue OSIMO OGGI dai più sperduti angoli del mondo.
OSIMANI TOCCA A VOI!

𝗣𝘂𝗼𝗶 𝗲𝗳𝗳𝗲𝘁𝘁𝘂𝗮𝗿𝗲 𝘂𝗻𝗮 𝗿𝗶𝗰𝗮𝗿𝗶𝗰𝗮 𝗮𝗹 𝗻𝘂𝗺𝗲𝗿𝗼 𝗣𝗼𝘀𝘁𝗲𝗣𝗮𝘆 𝟱𝟯𝟯𝟯 𝟭𝟳𝟭𝟭 𝟯𝟭𝟯𝟳 𝟱𝟭𝟰𝟱 (𝗶𝗻𝘁𝗲𝘀𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗮𝗹 𝗗𝗶𝗿𝗲𝘁𝘁𝗼𝗿𝗲 𝗦𝗮𝗻𝗱𝗿𝗼 𝗣𝗔𝗡𝗚𝗥𝗔𝗭𝗜)
𝗢𝗽𝗽𝘂𝗿𝗲 𝗲𝗳𝗳𝗲𝘁𝘁𝘂𝗮𝗿𝗲 𝘂𝗻 𝗯𝗼𝗻𝗶𝗳𝗶𝗰𝗼 𝗯𝗮𝗻𝗰𝗮𝗿𝗶𝗼 𝗮𝗹𝗹’𝗮𝘀𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝘁𝗼 𝗜𝗯𝗮𝗻 𝗱𝗶 𝗦𝗮𝗻𝗱𝗿𝗼 𝗣𝗔𝗡𝗚𝗥𝗔𝗭𝗜 𝗜𝗧𝟳𝟵𝗝 𝟯𝟲𝟬𝟴 𝟭𝟬𝟱𝟭 𝟯𝟴𝟮𝟯 𝟯𝟴𝟬𝟵 𝟰𝟯𝟯𝟴 𝟭𝟮
𝗢𝗽𝗽𝘂𝗿𝗲 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗲𝗳𝗳𝗲𝘁𝘁𝘂𝗮𝗿𝗲 𝘂𝗻 𝗶𝗻𝘃𝗶𝗼 𝗣𝟮𝗣 (𝘀𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗰𝗼𝘀𝘁𝗶 𝗮𝗴𝗴𝗶𝘂𝗻𝘁𝗶𝘃𝗶) 𝗮𝘀𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗶𝗹 𝗻𝘂𝗺𝗲𝗿𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗥𝗲𝗱𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝟯𝟵𝟯.𝟯𝟯.𝟬𝟵.𝟯𝟲𝟲 – 𝗻𝗼𝗺𝗶𝗻𝗮𝗹𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗦𝗮𝗻𝗱𝗿𝗼 𝗣𝗔𝗡𝗚𝗥𝗔𝗭𝗜 – 𝗮𝗹 𝘃𝗼𝘀𝘁𝗿𝗼 𝗲𝗹𝗲𝗻𝗰𝗼 𝗽𝗲𝗿𝘀𝗼𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗮𝘁𝘁𝗶 𝗪𝗵𝗮𝘁𝘀𝗮𝗽𝗽!
𝗢𝘃𝘃𝗶𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝘀𝗲𝗺𝗽𝗿𝗲 𝗲 𝘀𝗼𝗹𝗼 𝗚𝗥𝗔𝗧𝗜𝗦!
𝗜𝗻 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗼 𝗰𝗮𝘀𝗼 𝗽𝗼𝘁𝗿𝗲𝘁𝗲 𝗿𝗶𝗰𝗲𝘃𝗲𝗿𝗲 𝗶𝗻 𝘁𝗲𝗺𝗽𝗼 𝗿𝗲𝗮𝗹𝗲 𝘀𝘂𝗹 𝘃𝗼𝘀𝘁𝗿𝗼 𝗰𝗲𝗹𝗹𝘂𝗹𝗮𝗿𝗲, 𝗰𝗼𝗽𝗶𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝘂𝗹𝘁𝗶𝗺𝗮 𝗻𝗼𝘁𝗶𝘇𝗶𝗮 𝗮𝗽𝗽𝗲𝗻𝗮 𝗽𝘂𝗯𝗯𝗹𝗶𝗰𝗮𝘁𝗮 𝗱𝗮 𝗢𝗦𝗜𝗠𝗢 𝗢𝗚𝗚𝗜, 𝘀𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗮𝗻𝗱𝗮𝗿𝗹𝗮 𝗮 𝗿𝗶𝗰𝗲𝗿𝗰𝗮𝗿𝗲 𝘀𝘂𝗹 𝘀𝗶𝘁𝗼.
𝗩𝗲 𝗹𝗼 𝗰𝗵𝗶𝗲𝗱𝗲𝗿𝗲𝗺𝗼 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗶 𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗶 𝗽𝗲𝗿𝗰𝗵𝗲́ 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗶 𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗶 𝗶𝗹 𝗾𝘂𝗼𝘁𝗶𝗱𝗶𝗮𝗻𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗮 𝗰𝗶𝘁𝘁𝗮̀ 𝗻𝗲𝗰𝗲𝘀𝘀𝗶𝘁𝗮 𝗱𝗶 𝘂𝘀𝗰𝗶𝗿𝗲 𝗻𝗲𝗹𝗹’𝗲𝗱𝗶𝗰𝗼𝗹𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝘃𝗼𝘀𝘁𝗿𝗮 𝗰𝗮𝘀𝗮.
Grazie!
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di Sandro PANGRAZI
Riavvolgere il tempo non è possibile, tanto più in politica. E tanto peggio se, a campagna elettorale in piena corsa, la sensazione imbarazzante di aver sbagliato molto, a cominciare dalla scelta del candidato, inizia ad insinuarsi e circolare anche tra l’elettorato amico.
Lo sanno bene sulla sponda regionale del Centro-Sinistra e lo sanno meglio in casa Partito Democratico dove, a due mesi e mezzo presumibili dal voto, si sta prendendo coscienza di aver cannato, scegliendo l’euro deputato pesarese Matteo RICCI, la scelta più importante.
Diverse le perplessità che affollano la mente dei maggiorenti marchigiani, molti dei quali ormai considerati dal partito stesso come ex linea guida.
A cominciare proprio (e in politica tutto incide) dal minore dei problemi: dover prender atto che RICCI, fino a ieri volto sin troppo noto dei talk show politici di Rete4, non potrà mai ambire al titolo di “mister simpatia”.
E dire che la controparte politica, scegliendo strategicamente di ignorare l’avversario, ha di fatto rinunciato anche a girare il coltello nella ferita aperta nel costato, piaga nota col termine pesarese Affidopoli; leva non utilizzata da ACQUAROLI e company nonostante l’alto impatto mediatico di una vicenda giudiziaria a valere su almeno 600.000 euro.
Pure i sondaggi, sia quelli ufficiali che quelli commissionati ma tenuti nel cassetto, non aiutano. Se per la rilevazione di TECNE’ la forbice tra i contendenti è attestata (al 20 giugno scorso) sino a 5 punti e con tendenza ad allargarsi, il sondaggio seguente di verifica commissionato dal Pd, noto e silenziato da RICCI, dice che già adesso il divario parrebbe cresciuto ulteriormente fino a 7 punti teorici; un trend che a nove, dieci settimane, comunque a poco dal voto, comporta in genere l’accettazione del rischio di soccombere e di fare la bocca anzitempo, mentalmente parlando, alla sconfitta già scritta dietro l’angolo.

Pesa anche, nel ragionamento che i marchigiani iniziano ad elaborare (almeno in quanti, ovvero pochi, si ritroveranno a votare, sul finire dell’estate, dopo una campagna elettorale sotto l’ombrellone) la presa d’atto di un Matteo RICCI “sempre in piedi”, in seno al partito, con qualsiasi Segretario al comando: da VELTRONI a FRANCESCHINI, da BERSANI a RENZI, da MARTINA a ZINGARETTI, fino a LETTA e alla SCHLEIN… passano le diverse fasi politiche ma il radar Dem ha sempre e solo segnalato e segnala l’ex Sindaco di Pesaro curiosamente schierato dalla salda parte del vincitore.
Capacità divinatorie o di grande adattamento alla mutazione dei tempi, si insinua il dubbio che nel tempo RICCI abbia maturato, quasi per inerzia, il ruolo di salvatore della perduta Patria marchigiana senza, forse, averne pieno e/o riconosciuto merito.
Per non voler approfondire, poi, la vicenda curiosa del cosiddetto Codice etico che sbarra ai candidati Pd la candidatura per il terzo mandato consecutivo, creando ulteriori ed evidenti mal di pancia interni; vedi MASTROVINCENZO (alla fine recuperato nella cosiddetta Lista del Presidente) e vedi soprattutto l’esito scelto dalla BORA che la stessa scialuppa di salvataggio politico l’ha invece sdegnata, insieme alle 4.000 e spicce preferenze personali destinate al macero.
Da ultimo ma non ultima la questione della “cucitura politica” che ha portato RICCI, in un crescendo di mini alleanze scovate sempre più a Sinistra, a mettere insieme 19 o 20 sigle (moltissime improbabili e rappresentanti un’assemblea di condominio), tipo l’unione sperimentata da Prodi nel 2006, vincitore di Pirro per essere stato costretto ad unire in matrimonio il Diavolo e l’acqua Santa.
Gli stessi ex grillini, per stare al caso dei casi, saranno del progetto ma con diversi distinguo e molti mal di pancia (RICCI in particolare non sembra davvero il prototipo della base fedele a CONTE), mentre lo stesso CALENDA, per quanto poco o tanto possa alzare, nonostante un serrato corteggiamento ha appena annunciato di voler restare a bordocampo, spettatore della partita tra ACQUAROLI e RICCI.
Un disegno, quello della massima unità, raccogliendo tutto e il contrario di tutto persino al Centro (clamoroso l’imbarco dello zero per cento del sangiorgese CENCETTI, transfugo da Base Popolare reduce da 120 voti a Osimo!) che non paga neanche a Sinistra, col partito ad imputare a RICCI, stavolta in camera caritatis, di aver spostato il baricentro troppo a mancina, specie in tema ambientale.
La frase resa iconica da Ron HOWARD “Houston, abbiamo un problema… “ sia stata pensata per il Pd piuttosto che per Apollo 13?
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