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Puรฒ un qualsiasi amministratore di sostegno decidere, in totale libertร , se la persona tutelata sia o meno in grado di convivereโฆ insieme ad altre tre, quattro, cinque persone, ugualmente svantaggiate psichicamente?
E di essere in grado di vivere lโesperienza in totale autonomia senza avvalersi di alcuna figura professionale a sostegno, salvo sembrerebbe lโintervento saltuario di un paio di โbadantiโ o di volontari non retribuiti?
Per i giudici del Tar, pronunciatisi di recente sulla casa degli orrori di via del Verziere, 55 โ a Jesi โ la risposta certa รจ: si!
Un tutore, in accordo con altri amministratori, puรฒ pensare che la cosa piรน giusta da fare per la persona tutelata sia quella di fargli vivere unโesperienza familiare con altri affetti da altre patalogie, piรน o meno simili, abbinabili forse con lโunica determinante del sesso: maschi con maschi e femmine con femmine. Forse.
Difficile, semmai, potrebbe essere reperire sul mercato immobiliare una abitazione da destinare allโesperimento sociale, fermo restando che le donne โresidentiโ al 55 di via delle Verziere, erano comunque tutte dipendenti da sostegni esterni per cucinare, tenere lโappartamento in condizioni di civile convivenza, oltre a badare alle necessitร corporali di pulizia e trattamento medico, distinte per ciascuna partecipante.
Ciascuna partecipante suggerita al passo non solo per โconsiglioโ del rispettivo tutore ma anche per il sostanziale via libera da parte del servizio di salute mentale della Ast provinciale di Ancona, ambiente familiare a Dina MOGIANESI, 78 anni, ex assistente sociale non a caso.
Dina MOGIANESI, non a caso bis, individuata un paio di anni fa dalla Polizia municipale (sguinzagliata nellโappartamento monstre su segnalazione delle famiglie abitanti la palazzina) come โtenutariaโ della casa sotto forma di volontariato.
Si domandavano e si continuano a domandare le famiglie residenti al 55 di via del Verziere: โEโ regolare che piรน donne, affette tutte, da diverse patalogie di natura psichiatrica, possano convivere in un appartamento configurato di โcivile abitazioneโ, pagando attraverso i rispettivi tutori un affitto mensile?โ.
Per lโAmministrazione jesina appena insediatasi nel giugno del 2022, almeno dei dubbi sembravano sussistere; tanto che nella stessa estate di due anni fa emanรฒ una Ordinanza, emanata dallโufficio tecnico, di chiusura della casa-comunitร .
Non solo. Dina MOGIANESI, risultata al Comune quale โgestriceโ della struttura non autorizzata, venne per la fattispecie multata con una ammenda salata di 20.000 euro.
Il ricordato ricorso al Tribunale amministrativo, per sfortuna delle cinque donne ivi ricoverate, annullรฒ lโintero iter. Il Comune di Jesi, lodevolmente, da quanto si รจ potuto apprendere, ha proposto opposizione alla sentenza proponendo un secondo giudizio al Consiglio di stato, tuttโora pendente.
Eโ di tutta evidenza, infatti, come una struttura, oltretutto delicata per natura stessa del sostegno esterno necessario, abbisogni di una autorizzazione regionale per poter funzionare alla luce del sole. Via libera che da Ancona, perรฒ, non รจ mai giunto a Jesi, non risultando agli atti mai stata richiesta dalla MOGIANESI per la struttura socio-sanitaria di via del Verziere.
Eppure moglie e marito, insieme alla figlia Michela (indagata a piede libero per concorso morale, avendo taciuto dei soprusi messi in atto dai genitori) e ad una badante, si sarebbero dati da fare quotidianamente per mandare avanti, nel bene e nel male, la vita quotidiana di convivenza.
Moglie e marito si occupavano di fare la spesa, preparare i pasti, pagare bollette, prendendosi โcuraโ delle normali necessitร delle ospiti aiutandole a lavarsi e in ogni situazione, medica compresa, dovendo ciascuna badare a seguire immaginabili terapie.
Mercoledรฌ, intanto, per lโex assistente sociale ci sarร lโinterrogatorio di garanzia davanti al Giudice per le indagini preliminari Carlo MASINI che, dopo aver firmato la custodia cautelare del marito Franco FRANTELLIZZI, ha sottoscritto anche per la donna analoga misura di restrizione domiciliare, al 6 di via Monti Sibillini.
Entrambi difesi dallโavvocato Alessia BARCAGLIONI, lโanziana coppia, come รจ noto, rigetta ogni responsabilitร . Sulla stessa linea morale anche la figlia Michela che in un post Facebook seguente al doppio arresto dei genitori, ha cosรฌ commentato: โDa oggi pongo fine al mio lavoro (non era volontario e gratuito? NdR.) nellโambito del socialeโฆ mi fa vomitareโ.