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Puรฒ un qualsiasi amministratore di sostegno decidere, in totale libertร , se la persona tutelata sia o meno in grado di convivereโ€ฆ insieme ad altre tre, quattro, cinque persone, ugualmente svantaggiate psichicamente?

E di essere in grado di vivere lโ€™esperienza in totale autonomia senza avvalersi di alcuna figura professionale a sostegno, salvo sembrerebbe lโ€™intervento saltuario di un paio di โ€œbadantiโ€ o di volontari non retribuiti?

Per i giudici del Tar, pronunciatisi di recente sulla casa degli orrori di via del Verziere, 55 โ€“ a Jesi โ€“ la risposta certa รจ: si!

Dina MOGIANESI, 78 anni, ex assistente sociale, al centro della vicenda. Nell’estate 2022 venne multata dal Comune di Jesi per 20.000 euro, con ordinanza di cessazione dell’attivitร  socio-sanitaria non autorizzata, praticata in un appartamento di civile abitazione. Il documento venne perรฒ impugnato e annullato dal Tar. Contro la bocciatura il Comune di Jesi si รจ appellato al Consiglio di Stato con giudizio al momento pendente

Un tutore, in accordo con altri amministratori, puรฒ pensare che la cosa piรน giusta da fare per la persona tutelata sia quella di fargli vivere unโ€™esperienza familiare con altri affetti da altre patalogie, piรน o meno simili, abbinabili forse con lโ€™unica determinante del sesso: maschi con maschi e femmine con femmine. Forse.

Difficile, semmai, potrebbe essere reperire sul mercato immobiliare una abitazione da destinare allโ€™esperimento sociale, fermo restando che le donne โ€œresidentiโ€ al 55 di via delle Verziere, erano comunque tutte dipendenti da sostegni esterni per cucinare, tenere lโ€™appartamento in condizioni di civile convivenza, oltre a badare alle necessitร  corporali di pulizia e trattamento medico, distinte per ciascuna partecipante.

Ciascuna partecipante suggerita al passo non solo per โ€œconsiglioโ€ del rispettivo tutore ma anche per il sostanziale via libera da parte del servizio di salute mentale della Ast provinciale di Ancona, ambiente familiare a Dina MOGIANESI, 78 anni, ex assistente sociale non a caso.

Dina MOGIANESI, non a caso bis, individuata un paio di anni fa dalla Polizia municipale (sguinzagliata nellโ€™appartamento monstre su segnalazione delle famiglie abitanti la palazzina) come โ€œtenutariaโ€ della casa sotto forma di volontariato.

Si domandavano e si continuano a domandare le famiglie residenti al 55 di via del Verziere: โ€œEโ€™ regolare che piรน donne, affette tutte, da diverse patalogie di natura psichiatrica, possano convivere in un appartamento configurato di โ€œcivile abitazioneโ€, pagando attraverso i rispettivi tutori un affitto mensile?โ€.

Per lโ€™Amministrazione jesina appena insediatasi nel giugno del 2022, almeno dei dubbi sembravano sussistere; tanto che nella stessa estate di due anni fa emanรฒ una Ordinanza, emanata dallโ€™ufficio tecnico, di chiusura della casa-comunitร .

Non solo. Dina MOGIANESI, risultata al Comune quale โ€œgestriceโ€ della struttura non autorizzata, venne per la fattispecie multata con una ammenda salata di 20.000 euro.

Il ricordato ricorso al Tribunale amministrativo, per sfortuna delle cinque donne ivi ricoverate, annullรฒ lโ€™intero iter. Il Comune di Jesi, lodevolmente, da quanto si รจ potuto apprendere, ha proposto opposizione alla sentenza proponendo un secondo giudizio al Consiglio di stato, tuttโ€™ora pendente.

Eโ€™ di tutta evidenza, infatti, come una struttura, oltretutto delicata per natura stessa del sostegno esterno necessario, abbisogni di una autorizzazione regionale per poter funzionare alla luce del sole. Via libera che da Ancona, perรฒ, non รจ mai giunto a Jesi, non risultando agli atti mai stata richiesta dalla MOGIANESI per la struttura socio-sanitaria di via del Verziere.

La palazzina al 55 di via del Verziere al centro dell’inchiesta del Tribunale e del blitz della Squadra mobile di Ancona. Furono le famiglie del condominio ad allertare per prime i controlli amministrativi

Eppure moglie e marito, insieme alla figlia Michela (indagata a piede libero per concorso morale, avendo taciuto dei soprusi messi in atto dai genitori) e ad una badante, si sarebbero dati da fare quotidianamente per mandare avanti, nel bene e nel male, la vita quotidiana di convivenza.

Moglie e marito si occupavano di fare la spesa, preparare i pasti, pagare bollette, prendendosi โ€œcuraโ€ delle normali necessitร  delle ospiti aiutandole a lavarsi e in ogni situazione, medica compresa, dovendo ciascuna badare a seguire immaginabili terapie.

Mercoledรฌ, intanto, per lโ€™ex assistente sociale ci sarร  lโ€™interrogatorio di garanzia davanti al Giudice per le indagini preliminari Carlo MASINI che, dopo aver firmato la custodia cautelare del marito Franco FRANTELLIZZI, ha sottoscritto anche per la donna analoga misura di restrizione domiciliare, al 6 di via Monti Sibillini.

Entrambi difesi dallโ€™avvocato Alessia BARCAGLIONI, lโ€™anziana coppia, come รจ noto, rigetta ogni responsabilitร . Sulla stessa linea morale anche la figlia Michela che in un post Facebook seguente al doppio arresto dei genitori, ha cosรฌ commentato: โ€œDa oggi pongo fine al mio lavoro (non era volontario e gratuito? NdR.) nellโ€™ambito del socialeโ€ฆ mi fa vomitareโ€.

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