𝗟’𝗼𝗰𝗰𝗮𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗻𝗳𝗿𝗼𝗻𝘁𝗼, 𝘃𝗲𝗻𝗲𝗿𝗱𝗶̀ 𝘀𝗲𝗿𝗮 𝗮 𝗦𝗮𝗻 𝗕𝗶𝗮𝗴𝗶𝗼, 𝗱𝗮𝘁𝗮 𝗱𝗮𝗹𝗹’𝗶𝗻𝗮𝘂𝗴𝘂𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗰𝗶𝗿𝗰𝗼𝗹𝗼 𝗮𝗺𝗯𝗶𝗲𝗻𝘁𝗮𝗹𝗶𝘀𝘁𝗮 𝗼𝘀𝗶𝗺𝗮𝗻𝗼, 𝗽𝗿𝗲𝘀𝗶𝗲𝗱𝘂𝘁𝗼 𝗱𝗮𝗹 𝗽𝗹𝘂𝗿𝗶 𝗣𝗿𝗲𝘀𝗶𝗱𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗟𝗲𝗼𝗻𝗮𝗿𝗱𝗼 𝗣𝘂𝗹𝗶𝘁𝗶. 𝗜𝗻 𝗱𝗶𝘀𝗰𝘂𝘀𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗹𝗲 𝗱𝗶𝘃𝗲𝗿𝘀𝗲 𝘃𝗶𝘀𝗶𝗼𝗻𝗶 𝘁𝗿𝗮 𝘂𝗻𝗮 𝗮𝘀𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗮𝗽𝗲𝗿𝘁𝗮 𝗮𝗹 𝗳𝘂𝘁𝘂𝗿𝗼 𝗲 𝘂𝗻 𝗰𝗼𝗺𝗶𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝗿𝗲𝘀𝗶𝗱𝗲𝗻𝘁𝗶 𝘁𝗿𝗼𝗽𝗽𝗼 𝗮𝗿𝗿𝗼𝗰𝗰𝗮𝘁𝗼 𝘀𝘂 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗲𝘀𝘀𝗶 𝗱𝗶 𝗯𝗼𝘁𝘁𝗲𝗴𝗮. 𝗣𝗹𝗮𝘂𝘀𝗼 𝗮𝗹 𝗰𝗼𝗿𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼, 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗳𝗶𝘀𝗶𝗰𝗼, 𝗱𝗲𝗹 𝗿𝗲𝘀𝗽𝗼𝗻𝘀𝗮𝗯𝗶𝗹𝗲 𝗿𝗲𝗴𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗲, 𝗽𝗼𝗿𝘁𝗮𝘁𝗼𝗿𝗲 𝗱𝗶 𝗽𝗮𝗿𝗼𝗹𝗲 𝗰𝗵𝗶𝗮𝗿𝗲
La notizia è passata sotto silenzio (in quanto non compresa) ma merita di essere ribadita e fatta conoscere alla cittadinanza: l’associazione LEGAMBIENTE (neo costituitasi ad Osimo sotto l’egida del pluri Presidente Leonardo PULITI) sulla vicenda “biometano” sta sul futuro e non chi spalleggia, a prescindere dal dibattito, i seppur giusti ma privati interessi di casa propria. Leggasi comitato anti biometano di San Paterniano.

La conferma che può esistere un ambientalismo privo di para-occhi, l’hanno avuta i circa 50 cittadini intervenuti venerdì sera a San Biagio, ospiti nel centro congressi A2B dell’industriale Sergio ACCORRONI, per l’inaugurazione dell’attività osimana di Legambiente.
Tra i presenti all’iniziativa, oltre al Presidente del Consiglio regionale Dino LATINI, l’ex Presidente del Consiglio comunale Paola ANDREONI e al Sindaco di Castelfidardo Roberto ASCANI, anche l’anima del comitato di San Paterniano Franco CAPOMAGI, autore nel dibattito che si aperto, di un lungo intervento a favore della propria tesi al no (nella riconversione dei due impianti, a Casenuove e a San Paterniano) circa il passaggio dal biogas al biometano.

Replica finale affidata alle parole chiare e precise che il Presidente regionale di LEGAMBIENTE Marco CIARULLI ha rivolto al leader del fronte opposto, invitandolo a ragionare (e nel caso vigilare) sulla circostanza pacifica che vuole il mondo, il progresso scientifico, le nuove tecnologie andare avanti; e quindi di non aver paura del futuro.

Oltretutto trattasi di materie oltremodo regolamentate a livello internazionale su cui, magari, si potrebbe e dovrebbe nutrire maggior fiducia nelle Istituzioni e quindi lasciarsi andare a dormire sonni tranquilli circa le conseguenze di un impatto su un territorio “vergine”.
Certamente non può essere il no a prescindere – e stesso discorso vale per telefonia, crematori, termovalorizzatori e quanto il futuro ci propone già oggi – la soluzione da inseguire o ficcare in testa a cittadini interessati unicamente, per ignoranza e/o tornaconto, a reclamare “no nel mio giardino”.
“La soluzione di simili questioni – ha concluso Marco CIARULLI – non può essere vista in chiave campanilistica, mettendo Osimo al centro di un mondo che non c’è, per quanto Osimo risulti caro a tutti noi. Si valuti la vicenda con attenzione ma senza pregiudizi. Come esiste la sanità esiste la mala sanità… così vale in tema tecnologico. Ciò che vale non può e non deve essere ostacolato”.