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𝗟’𝗮𝗻𝘇𝗶𝗮𝗻𝗼 𝗮𝗻𝗰𝗼𝗻𝗲𝘁𝗮𝗻𝗼, 𝗿𝗶𝗰𝗶𝗰𝗹𝗮𝘁𝗼 𝗿𝗼𝗺𝗮𝗻𝘇𝗶𝗲𝗿𝗲 𝗻𝗲𝗿𝗼, 𝗰𝗼𝗹𝘁𝗼 𝗮𝗱 𝗶𝗻 𝗰𝗲𝗻𝘁𝗿𝗼, 𝗮𝗱 𝗢𝘀𝗶𝗺𝗼, 𝗱𝗮𝗶 𝗖𝗮𝗿𝗮𝗯𝗶𝗻𝗶𝗲𝗿𝗶 𝗱𝗲𝗹 𝗡𝗼𝗿𝗺. 𝗔𝘃𝗿𝗲𝗯𝗯𝗲 𝗱𝗼𝘃𝘂𝘁𝗼 𝗻𝗼𝗻 𝗹𝗮𝘀𝗰𝗶𝗮𝗿𝗲 𝗔𝗻𝗰𝗼𝗻𝗮 (𝘃𝗶𝗼𝗹𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗴𝗹𝗶 𝗼𝗯𝗯𝗹𝗶𝗴𝗵𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝘀𝗼𝗿𝘃𝗲𝗴𝗹𝗶𝗮𝗻𝘇𝗮 𝘀𝗽𝗲𝗰𝗶𝗮𝗹𝗲) 𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝗳𝗮𝗿𝘀𝗶 𝘁𝗿𝗼𝘃𝗮𝗿𝗲 𝗶𝗻 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗮𝗴𝗻𝗶𝗮 𝗱𝗲𝗶 𝘀𝘂𝗼𝗶 𝗮𝗺𝗮𝘁𝗶 𝗮𝘁𝘁𝗿𝗲𝘇𝘇𝗶 𝗱𝗮 𝗹𝗮𝘃𝗼𝗿𝗼. 𝗖𝗮𝗿𝘁𝗮 𝗲 𝗽𝗲𝗻𝗻𝗮? 𝗡𝗼, 𝗴𝗿𝗶𝗺𝗮𝗹𝗱𝗲𝗹𝗹𝗶 𝗲 𝗰𝗵𝗶𝗮𝘃𝗶 𝗮𝗹𝘁𝗲𝗿𝗮𝘁𝗲. 𝗜𝗻 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗲𝗻𝘀𝗼 𝗶𝗹 𝗚𝗶𝘂𝗱𝗶𝗰𝗲 𝗹𝗼 𝗿𝗶𝗺𝗲𝘁𝘁𝗲 𝗶𝗻 𝗹𝗶𝗯𝗲𝗿𝘁𝗮̀

A spasso per il centro storico di Osimo. Peccato che invece di puntare ad un aperitivo al Caffè del Corso o un pranzetto al Caffè della Piazza, Gilberto POPOLO, 75 anni, anconetano, per tutti ex ladro-acrobata, riciclato a causa dell’età nel più romantico ladro-poeta, portasse con se gli arnesi del suo primo, indimenticato, lavoro: ripulire appartamenti dal di più di oggetti preziosi e contanti.

Un lavoro “onestamente” portato avanti fino all’età della pensione e oltre ma evidentemente entrato nel sangue del ladro-gentiluomo che, nella nuova veste di romanziere, ammonisce tutti, giovani in primis, a non

ripercorrere il suo insegnamento di vita.

Parole al vento. Al pari dei romanzi, quasi autobiografici, scritti in cella e posti dal Natale scorso in libreria: “Una strana storia strana” (che ha segnato il debutto), seguito da “Voli di falena” e dall’ultimo arrivato “Le chiavi del destino”.

Libri che magari non vanno… a ruba ma che hanno fatto sentir meglio l’autore il suo autore nel tempo della loro stesura.

“Ho scritto queste pagine affinché possano insegnare ad evitare di cadere in quegli stessi errori da me commessi”

Gilberto POPOLO, 75 anni, anconetano, ex ladro-acrobata, nel nuovo look da romanziere e il primo nato: “Una strana storia strana”

E prosegue: “Io pecora nera? No, sempre e soltanto stato uno controcorrente. I titoli dei giornali non mi hanno mai fatto effetto”.

All’origine dei suoi sbagli un malessere oggi comune a molti; tutto è cominciato con la ludopatia. “Non stavo bene con me stesso” – ammette.

“La felicità? (un altro grande tema del romanzo, NdR.) è solo un’appendice della vita stessa; talvolta ci inciampiamo senza accorgercene. Alcuni, come me, non sono capaci di afferrarla, sono trasportati da uno strano vento”.

E confida: “Io ho conosciuto poco la felicità».

Ma c’è stata una tregua, una pace che arrivava al tramonto, quando Gilberto POPOLO si dedicava alla scrittura: “In quei momenti mi sono sentito un poco più sereno”.

Di certo, come insegna un vecchio adagio, un lupo può perdere il pelo, più difficilmente il vizio di una vita.

Nonostante 13 anni in carcere (dice di se nel primo romanzo) e e di averli scontati – per dieci urti – fino all’ultimo giorno, senza un’ora di permesso… Gilberto POPOLO ieri non era ancora un uomo libero ma sottoposto a regime di sorveglianza speciale, con obbligo di dimora ad Ancona.

Inoltre, come detto in apertura, POPOLO si è fatto cogliere ad Osimo accompagnato dai suoi inseparabili attrezzi di lavoro: grimaldelli, chiavi universali alterate… insomma quanto serve per entrare in un appartamento evitando accuratamente di chiedere permesso e/o tantomeno suonare il campanello.

Gilberto, oltretutto ha scelto Osimo per la sua scorribanda – sabato attorno le 13 – vale a dire una città troppo vicina ad Ancona per pensare di non essere riconosciuto al volo dai militari osimani.

E’ così bastato che una pattuglia del Norm, incrociando in piazza Boccolino, abbia riflettuto un attimo: “Ma quei capelli bianchi non sono di Gilberto?”, per inchiodare la Gazzella e chiedere: “Favorisca i documenti”.

Gilberto POPOLO da ladro gentiluomo, oltretutto stavolta soltanto nelle intenzioni, ha subito confermato: “Si sono sempre io, Gilberto POPOLO. Credo di aver infranto l’’articolo 75, comma due della legge 159/2011; merito di essere denunciato in forza dell’ex articolo 707 Codice penale”.

Al che i Carabinieri hanno obiettato. “E il violato obbligo di dimora ad Ancona, annesso alla sorveglianza speciale, dove lo metti?”.

“Gulp, non ci avevo pensato – ha ribattuto POPOLO – temo di essere in arresto”.

I militari del Norm, divertiti dalla conversazione tra addetti ai lavori, non hanno potuto che confermare.

“Gilbè, dobbiamo arrestarti di nuovo. Week-end in camera di sicurezza”.

Detto e fatto. Almeno fino a pochi istanti fa. Il giudice dopo aver convalidato il provvedimento di arresto ha disposto, ascoltati i termini a difesa invocati dall’avvocato difensore, rimettere l’anziano ladro cortese, ma pur sempre ladro, in libertà… senza adottare nei confronti di POPOLO alcuna altra forma di misura o precauzione…

Pronto, magari, per andare a buttar già un nuovo capitolo del quarto romanzo ispirato al poeta cortese dal un sistema carcerario totalmente da rivedere. E se lo dice lui…

QUI il tuo commento:

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