Il nuovo stop alle sale cinematografiche rischia di tarpare le ali al capolavoro di Lippolis e di relegare l’opera al solo circuito delle tv a pagamento! Si spera in miglior fortuna in Europa e soprattutto negli Stati Uniti. Quanto al giro del mondo promesso da Pugnaloni, l’espressione pare destinata ad entrare di diritto tra le previsioni incaute
“Il Gatto e la Luna”, fu vera gloria? Con l’ultimo decreto Conte a chiusura, tra gli altri, delle sale cinematrografiche, per rispondere all’interrogativo manzoniano occorrerà attendere non il prossimo 5 maggio, con i primi dati di biglietti venduti al botteghino, ma piuttosto interrogare figli e nipoti che, fortunati loro, forse riusciranno ad ammirare e applaudire la prodezza cineasta appena firmata da LIPPOLIS.
E dire che Osimo e PUGNALONI, in particolare, hanno investito molto nell’impresa della settima arte che avrebbe dovuto convogliare in città centinaia di stranieri… delle molte migliaia di spettatori europei e americani per i quali la pellicola è stata pensata e finanziata dalla regione Marche a guida CERISCIOLI.
Finanziamento a parte – 100.000 euro pubblici da tempo incassati dalla produzione Ventitrè Srl a guida LIPPOLIS-STORICO – nessun coevo riuscirà a gustare, sembra ufficiale, i surreali intrecci, tra magia e romanticismo, disegnati con la solita leggiadria da una Maria Grazia CUCINOTTA descritta dai fortunati invitati – alla prima (e ultima del film) – “in forma smagliante”, bel al di la dello standard, pure notevole, consegnato alla storia del cinema in età giovanile con “Il postino”.
Insomma avremo, tutti – città, cultura, economia – molto da perdere. Causa virus.
Di pari passo nessuno saprà mai quanta fama di bellezza ed economia indotta Osimo, pur meritandola, non riuscirà a tradurre in moneta sonante.
Non resta che sperare sulle capacità indubbie della produzione di riuscire ad agganciare, in alternativa alle sale cinematografiche tabù, il circuito della distribuzione televisiva della pellicola.
Si tratta di scalare, in Italia come all’estero, piattaforme televise a pagamento tipo “Prima fila” da cui trarre un primo ristoro economico e un inizio di visibilità; da qui, poi, il passaggio successivo è legato a Sky o Amazon o Netflix (per soli abbonati) ed infine, nel tempo, la programmazione per tutti in chiaro.
Riuscirà la produzione a scalare i nuovi ed inaspettati scogli disseminati dalla sorte sulla via della distribuzione, consentendo a PUGNALONI di non aver speso invano le proprie prerogative di Sindaco e astrologo, vaticinando alla città, grazie al film, l’assicurato giro del mondo?
Per prudenza penseremmo la cosa discretamente difficile. Se però i nostri figli e nipoti avranno la fortuna di una vita serena e abbastanza lunga, è possibile, per alcuni di loro, partecipare sul finir del secolo a qualche interessante retrospettiva sui film d’autore. Visione sulle opere dimenticate o nascoste del maestro LIPPOLIS a cui, come ad ogni buon preistorico cineforum, farà seguito un appassionato dibattito sui significati ancestrali inseguiti dall’autore.
Ecco allora che gli osimani del futuro potranno esclamare, come facciamo noi di fronte agli “occhi della madre”, la “scalinata di Odessa”, il “soldato” e soprattutto la “carrozzina che rotola”, immortalate in bianco e nero da Sergej Michaijlovich Ejzenstejn nel 1925 nella celebre “La corazzata Potemkin”, lo stesso stupore ed ammirazione nel rivedere – per soli 100.000 euro di soldi pubblici pagati dai propri nonni – la bellezza che fu di Osimo ad inizio millennio.
Certi sin d’ora che a nessun osimano del XXII secolo verrà in mente di chiedere la parola, alzarsi in piedi e rubare 92 minuti di applausi per recensire il film alla maniera fantozziana…