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  1. I Pooh che pare abbiano concluso a L’Aquila la loro tourne’ estiva con un grande successo di pubblico ( seimila persone), che cosa avevano fatto per l’Aquila dopo il terremoto? Altri artisti e artiste sierano stretti intorno alla cittadina facendo beneficienza e facendo musica per l’Aquila e i Pooh?
    Non sono mai contenti, vogliono sempre ricominciare anche dopo che e’ morto il loro paroliere, che per contratto ha dovuto ritirarsi a una vita dietro le quinte perche’ il loro primo manager Giancarlo Lucariello lo considerava “brutto”. I Pooh sono durati a lungo perche’ stretti da un patto vero d’amicizia. Il loro tono malinconico delle canzoni conservato fresco nel tempo originava dal sacrificio fatto da uno dei componenti del gruppo. Ma gli altri componenti sapevano quanto fosse duro questo sacrificio: un musicista, il loro batterista, che non avrebbe piu’ suonato, un cantante dotato di una bella voce e con buone doti interpretative, che non avrebbe piu’ cantato. E tutto questo per un maledetto body-shaming da parte del manager, che lo sostitui’ con un magrissimo e forse, per lui piu’ carino Stefano D’Orazio. Facchinetti trasferiva un velo di tristezza e di drammaticita’ in tutte le musiche che ha composto poiche’ era in costante ascolto di un Valerio che raccontava con le parole la fragilita’ degli esseri umani e probabilmente la sua situazione umana personale. Quando e’ mancato, I Pooh avrebbero dovuto ritirare la maglia del paroliere dei Pooh e esibirsi sono in suo onore e in suo ricordo ringraziandolo a vita per la sua generosita’. Ma invece loro vanno avanti, mi chiedo fino a quanto, mi chiedo se moriranno sul palco, ma io credo di no, questo privilegio e’ concesso solo alle persone davvero generose. D’Orazio che ha sempre fatto il sostituto e che forse ha avuto un ripensamento dopo la morte di Negrini, avendo preso il suo posto anche come paroliere, li ha mollati e forse aveva ragione. Ha detto basta per primo. Per favore fateli smettere!

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