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𝗜 𝗿𝗲𝘀𝗶𝗱𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗺𝗲𝘁𝘁𝗼𝗻𝗼 𝗶𝗻 𝗱𝘂𝗯𝗯𝗶𝗼 𝗹𝗮 𝗰𝗮𝗽𝗮𝗰𝗶𝘁𝗮̀ 𝗱𝗲𝗹 𝗖𝗼𝗻𝘀𝗶𝗴𝗹𝗶𝗼 𝗰𝗼𝗺𝘂𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗱𝗶 𝗔𝗻𝗰𝗼𝗻𝗮, 𝗲𝘀𝗽𝗿𝗲𝘀𝘀𝗼𝘀𝗶 𝗮 𝗳𝗮𝘃𝗼𝗿𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗶𝗺𝗽𝗶𝗮𝗻𝘁𝗼 𝗮𝗹𝗹’𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗻𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗹𝗼𝗰𝗮𝗹𝗲 𝗖𝗶𝗺𝗶𝘁𝗲𝗿𝗼. “𝗜 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗶 𝗿𝗮𝗽𝗽𝗿𝗲𝘀𝗲𝗻𝘁𝗮𝗻𝘁𝗶 𝗽𝗼𝗹𝗶𝘁𝗶𝗰𝗶 𝗻𝗼𝗻 𝗵𝗮𝗻𝗻𝗼 𝘃𝗮𝗹𝘂𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗮𝗱𝗲𝗴𝘂𝗮𝘁𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗹’𝗶𝗺𝗽𝗮𝘁𝘁𝗼 𝗮𝗺𝗯𝗶𝗲𝗻𝘁𝗮𝗹𝗲, 𝗶 𝗿𝗶𝘀𝗰𝗵𝗶 𝗽𝗼𝘁𝗲𝗻𝘇𝗶𝗮𝗹𝗶 𝗽𝗲𝗿 𝗹𝗮 𝘀𝗮𝗹𝘂𝘁𝗲 𝗽𝘂𝗯𝗯𝗹𝗶𝗰𝗮 𝗲 𝗹𝗲 𝗻𝗲𝗺𝗺𝗲𝗻𝗼 𝗹𝗲 𝗿𝗶𝗰𝗮𝗱𝘂𝘁𝗲 𝗲𝗰𝗼𝗻𝗼𝗺𝗶𝗰𝗵𝗲 𝗻𝗲𝗴𝗮𝘁𝗶𝘃𝗲 𝘀𝘂𝗹 𝗽𝗮𝘁𝗿𝗶𝗺𝗼𝗻𝗶𝗼 𝗶𝗺𝗺𝗼𝗯𝗶𝗹𝗶𝗮𝗿𝗲 𝗰𝗶𝗿𝗰𝗼𝘀𝘁𝗮𝗻𝘁𝗲…” 𝗖𝗼𝗺𝗲 𝗱𝗶𝗿𝗲: 𝗰𝗮𝗺𝗯𝗶𝗮𝘁𝗲 𝗺𝗲𝘀𝘁𝗶𝗲𝗿𝗲!

In genere ci si sveglia al mattino, sudati e con un dubbio, anzi una precisa fissa in testa: vuoi vedere che il Consiglio comunale (in questo caso quello di Ancona) non ha valutato adeguatamente l’impatto ambientale, i potenziali rischi per salute pubblica e neanche le ricadute economiche negative sul patrimonio immobiliare circostante?

Ma circostante che cosa? Nel caso specifico il riferimento (di chi agita interrogativi gratuiti sulla capacità di intendere e di volere dei propri rappresentanti in Comune, ad Ancona) è al forno crematorio, pensato all’interno del Cimitero di Tavernelle.

Il logo dell’ennesimo comitato “spontaneo” anti politica. Stavolta il NO e ad un impianto di cremazione

Ovviamente il pensatore mette subito le mani avanti e afferma di non avere alcun pregiudizio nei confronti della pratica della cremazione (in costante aumento negli ultimi 20, in tutta Italia, tanto da interessare ormai, mediamente, il 50% del mercato) ma di manifestare contrarietà limitatamente al luogo prescelto.

Perché da qualche parte anche i forni crematori, le antenne di telefonia, gli impianti per la trasformazione del biogas in biometano, una volta decisi, debbono pur affondare radici. Chiaramente dove conviene ma non per gli auto terrorizzati vicini di casa.

Come dire: ben venga il forno crematorio ma lontano da casa mia.

Proteste qua e la, ai vari impianti di trattamento sorti in Italia. In genere le proteste terminano, all’improvviso, nel nulla.

Perché e per come, ovviamente, non vengono minimamente indicati dal tipo sudato – tale Simone SPINA – che invece riferisce di aver dato vita a Tavernelle ad un comitato “spontaneo”, animato dalla stessa identica preoccupazione per la salute propria e dei propri figli, denominato “Aria nostra”.

Come se, al mondo, ci fossero in circolazione due diversi tipi di aria e si potesse persino scegliere cosa far respirare ai polmoni: la nostra aria a Tavernelle e la loro aria nel resto del pianeta Terra.

Riteniamo che il responsabile conclamato di diffondere, a Tavernelle come in Italia e nel resto del mondo, la mala cultura della diffidenza, verso un falso ambientalismo da quattro soldi, verso il concetto che qualcuno sia sempre pronto a fregare il prossimo per fare soldi a palate (in ciò incurante di qualsiasi conseguenza) sia oggi largamente individuato nella Rete e nel mondo di internet, fonte di ogni verità ma anche di qualsiasi tesi possa fare comodo a qualcuno.

Un forno crematorio a caso, nello specifico in Piemonte, tra margherite e coniglietti…

Toccherebbe alla politica di ogni colore, chiamata in causa da questi Comitati a scopo ricattatorio – niente ascolto niente voti futuri – rispondere per le rime a queste signori e alle loro strampalate tesi da osteria.

Toccherebbe ma in realtà non tocca… visto che le anche la scheda di un asino, una volta votata e mescolata in un’urna a quella di Leonardo da Vinci, sarebbe non riconoscibile e conterebbe pur sempre allo stesso modo, cioè pari.

E considerato che gli asini sono, da sempre, assai più numerosi dei Leonardo… capirete che i politici, di qualsiasi sponda, prima di farsi nemici un qualsiasi comitato, ci pensino su 77 volte 7… per infine concludere che pure quelli di Aria Nostra, alla fine, a ben guardare, potrebbero avere qualche ragione.

Il lavoro sporco, a questo punto, toccherebbe di diritto (e di dovere) alla stampa ma da tempo i giornalisti hanno abdicato al ruolo di “cane da guardia” per abbracciare la vita comoda del copia e incolla.

Ergo? Nessuno tocchi l’aria di Tavernelle!

QUI il tuo commento:

Anna CLEMENTI in BENEDETTELLI
Lorenzo GABRIELLONI

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