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𝗜𝗹 𝗽𝘂𝗯𝗯𝗹𝗶𝗰𝗼 𝗼𝘀𝗶𝗺𝗮𝗻𝗼, 𝗳𝗮𝘁𝗮𝗹𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲, 𝘀𝗲𝗺𝗽𝗿𝗲 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗱𝗶𝘀𝗮𝗺𝗼𝗿𝗮𝘁𝗼 𝗱𝗮𝗹 𝗰𝗹𝘂𝗯 𝘀𝗽𝗼𝗿𝘁𝗶𝘃𝗼 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗶𝗺𝗽𝗼𝗿𝘁𝗮𝗻𝘁𝗲, 𝗰𝗮𝘂𝘀𝗮 𝗺𝗮𝗻𝗰𝗮𝗻𝘇𝗮 𝗱𝗶 𝗿𝗶𝘀𝘂𝗹𝘁𝗮𝘁𝗶 𝘀𝗽𝗼𝗿𝘁𝗶𝘃𝗶 𝗶𝗻 𝗹𝗶𝗻𝗲𝗮 𝗰𝗼𝗻 𝗹𝗲 𝗮𝘁𝘁𝗲𝘀𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗰𝗶𝘁𝘁𝗮̀. 𝗡𝘂𝗹𝗹𝗮 𝗱𝗶 𝗻𝘂𝗼𝘃𝗼 𝘀𝗼𝘁𝘁𝗼 𝗶𝗹 𝘀𝗼𝗹𝗲, 𝗻𝗼𝗻 𝗳𝗼𝘀𝘀𝗲 𝗰𝗵𝗲 𝗮𝗱 𝗢𝘀𝗶𝗺𝗼, 𝗼𝗹𝘁𝗿𝗲 𝗮 𝗺𝗮𝗻𝗰𝗮𝗿𝗲 𝗱𝗶 𝗶𝗻𝘃𝗲𝘀𝘁𝗶𝘁𝗼𝗿𝗶 𝗱𝗶 𝗾𝘂𝗮𝗹𝗶𝘁𝗮̀, 𝗺𝗮𝗻𝗰𝗮 𝗽𝗲𝗿𝘀𝗶𝗻𝗼 𝗹𝗮 𝘀𝗽𝗶𝗻𝘁𝗮 𝘀𝗼𝗰𝗶𝗲𝘁𝗮𝗿𝗶𝗮 𝗮 𝗽𝗮𝘀𝘀𝗮𝗿𝗲 𝗹𝗮 𝗺𝗮𝗻𝗼… 𝗰𝗼𝗹 𝗣𝗿𝗲𝘀𝗶𝗱𝗲𝗻𝘁𝗲-𝗹𝗮𝘃𝗼𝗿𝗮𝘁𝗼𝗿𝗲 𝗼𝗿𝗺𝗮𝗶 𝗮𝗱𝗮𝗴𝗶𝗮𝘁𝗼𝘀𝗶 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗴𝘂𝗶𝗱𝗮 𝘀𝗼𝗰𝗶𝗲𝘁𝗮𝗿𝗶𝗮 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗱𝘂𝗲 𝗽𝗶𝘀𝗲𝗹𝗹𝗶 𝗶𝗻 𝘂𝗻 𝗯𝗮𝗰𝗰𝗲𝗹𝗹𝗼

“Meritiamo di più!”

Pare che a Montefano, domenica scorsa, un gruppetto sparuto di tifosi Giallo-Rossi, ingoiata l’ultima sconfitta stagionale – ottava di ventuno – che relega l’Osimana a metà classifica, abbia cominciato a rivendicare maggior attenzione societaria.

“Rappresentiamo una delle principali città marchigiane, vantiamo un passato colmo di successi sportivi e di gloria passata – lamentano i tifosi che pagano il biglietto – eppure è già tanta grazia se la società riesce a sostenere l’impatto e a rimediare figure, anche barbine, confrontandosi settimanalmente con realtà tipo Montefano, Campiglione, Chiesanuova e, perché no, i terribili scaricatori del porto di Ancona.

Sempre più rare e meno nobili le gioie di un’Osimana confinata da tempo nel limbo dell’Eccellenza regionale

Servirebbe un passo indietro societario o almeno la disponibilità a farlo, affiggendo un grosso cartello, giallo e rosso, con la scritta “vendesi”.

Servirebbe, poi, anche qualcuno di provata solidità economica, interessato a rilevare il giochetto e ad innamorarsi del sistema calcio cittadino, portando il club stabilmente dovrebbe figurare una società dalle tradizioni dell’Osimana – habitat naturale chiamatosi serie D – con puntate, di quando in quando, svincolate al ritmo della morte di un Papa, anche nel gradino superiore della serie C.

Insomma “quarta serie” quale ordinaria amministrazione; serie C quando l’annata risulta particolarmente buona e meritevole di essere ricordata negli annali.

Patron Antonio CAMPANELLI, Presidente-lavoratore, e il problema di non dover e/o voler vendere il giocattolo Osimana

Grosso modo come accaduto, mezzo secolo fa, col gol di “Garibaldi” Sandro GRACIOTTI che il 17 maggio 1975 proiettò Osimo sportiva, per la prima volta, la dove la cronaca sportiva si trasforma in Storia di vita.

Quanti ricordi anche in chi, oggi, è costretto da Montefano, dopo una partita addirittura persa, a lamentare un mancato salto di qualità calcistica.

Insomma Signori, non solo in città non esistono acquirenti danarosi, capaci di assicurare ad Osimo il futuro che “meriterebbe” per tradizione e rilevanza della città… ma anche la società non si pone minimamente il problema, accontentandosi di vivacchiare tra gli anonimi, paga dell’uovo e affatto interessata a porre almeno le basi per trasformarlo in saporita gallina.

Signori, Antonio CAMPANELLI, Presidente ben stipendiato, non ha alcuna intenzione di passare la mano e rinunciare al proprio “giochino” con lucroso tornaconto personale; né la Maria Grazia TONTI in Sandro SINISCALCHI (per citare non a caso la Mait e gli industriali più importanti che ben potrebbero supportare l’impegno economico) hanno la minima idea di informarsi su quanti giri faccia possa fare una palla di calcio, una volta calciata verso il fondo del sacco… dicesi rete!

Insomma alla frase “io non vendo” Osimo risponde con altrettanta chiarezza “guarda che siamo noi che non compriamo”

Il risultato? Ognun per se e Antonio CAMPANELLI per tutti i residui tifosi, ormai ai minimi termini, sotto soglia di sicurezza.

Ne il futuro sembra promettere meglio. La famiglia TONTI rimarrà ben attaccata al proprio fatturato e si guarderà bene di stroncare sul nascere qualsiasi discorso, anche di minima, legato alla città, al prestigio personale, al modo di riversare su Osimo almeno qualche briciola della propria ingente fortuna.

Quando Osimo e gli osimani non meritavano di più essendo già giunti al top sportivo. Quando l’Osimana tornerà a livelli equiparabili?

Da parte sua CAMPANELLI, Presidente lavoratore per necessità e virtù, continuerà a godersi il giocattolino, seppur a scartamento ridotto ma pur sempre in linea con aspettative del club che non impongono all’Osimana salti di categoria.

Qualcuno contesterà l’andazzo, altri abbandoneranno il Diana, la maggioranza dei tifosi superstiti si sfogherà a parole invitando CAMPANELLI a lasciar perdere e a rendersi conto di quanto sia inadeguato, economicamente, per la carica ricoperta di Presidente.

Altro non dovrebbe succedere; né nel bene… che nel male. Anzi badando bene, con un occhio di attenzione particolare, magari, a restar costantemente lontani, nel tempo, al mantenimento nudo e crudo della categoria di Eccellenza.

Non granchè ma pur sempre “più”, nella sua pochezza sportiva, di quanto Osimo e i suoi tifosi, evidentemente meritano di godere… nel 2025 e anni a venire.

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Elvira FERRARI, vedova CALAMITA
Teodorico GIOVAGNOLI

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