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𝗟𝗮 𝘃𝗲𝗱𝗼𝘃𝗮 𝗱𝗶 𝗠𝗶𝗿𝗼 𝗝𝗮𝗸𝗼𝘃𝗹𝗷𝗲𝘃𝗶𝗰, 𝗲𝘅 𝗱𝗶𝗽𝗲𝗻𝗱𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗟𝗮 𝗡𝗲𝗳 𝗲 𝘀𝘂𝗶𝗰𝗶𝗱𝗮 𝗮 “𝗟𝗮 𝗖𝗼𝗰𝗰𝗶𝗻𝗲𝗹𝗹𝗮” 𝗶𝗹 𝟮𝟱 𝘀𝗲𝘁𝘁𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲 𝟮𝟬𝟮𝟮, 𝘀𝗶 𝗲̀ 𝘁𝗿𝗮𝘀𝗳𝗲𝗿𝗶𝘁𝗮 𝗻𝗲𝗹 𝗕𝗼𝗹𝗼𝗴𝗻𝗲𝘀𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗿𝗲𝘀𝘁𝗮𝗿𝗲 𝗶𝗻 𝗰𝗼𝗻𝘁𝗮𝘁𝘁𝗼 𝗰𝗼𝗻 𝗹𝗮 𝘃𝗶𝘁𝘁𝗶𝗺𝗮 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗳𝗿𝗼𝗱𝗲 𝗮𝗹𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗮𝗿𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝘀𝗮𝗹𝗺𝗼𝗻𝗲 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗟𝗶𝘀𝘁𝗲𝗿𝗶𝗼𝘀𝗶 𝗰𝗵𝗲 𝗹’𝗵𝗮 𝗿𝗲𝘀𝗮 𝗶𝗻𝘃𝗮𝗹𝗶𝗱𝗮 𝗮𝗹 𝟯𝟱% 𝗲 𝗳𝗮𝘁𝘁𝗼 𝘀𝗲𝗿𝗶𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗿𝗶𝘀𝗰𝗵𝗶𝗮𝗿𝗲 𝗹𝗮 𝘃𝗶𝘁𝗮. 𝗗𝗶𝘃𝗲𝗿𝘀𝗶 𝗶 𝗽𝗶𝗮𝗻𝗶 𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝘇𝗶𝗮𝗿𝗶 𝗮 𝗰𝗮𝗿𝗶𝗰𝗼 𝗱𝗶 𝗚𝗶𝗼𝗿𝗱𝗮𝗻𝗼 𝗣𝗮𝗹𝗮𝘇𝘇𝗼: 𝗮 𝗕𝗼𝗹𝗼𝗴𝗻𝗮 𝗶𝗹 𝘃𝗲𝗿𝘀𝗮𝗻𝘁𝗲 𝗽𝗲𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗲 𝗮𝗱 𝗔𝗻𝗰𝗼𝗻𝗮 𝗶𝗹 𝘃𝗲𝗿𝘀𝗮𝗻𝘁𝗲 𝗰𝗶𝘃𝗶𝗹𝗲 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗻𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗱𝗮𝗹𝗹𝗮 𝘃𝗲𝗱𝗼𝘃𝗮 𝘀𝘂 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗱𝗶 𝗹𝗮𝘃𝗼𝗿𝗼 𝗶𝗻𝗲𝗿𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗹’𝘂𝘁𝗶𝗹𝗶𝘇𝘇𝗼, 𝗽𝗲𝗿 𝗱𝗶𝘃𝗲𝗿𝘀𝗶 𝗮𝗻𝗻𝗶, 𝗱𝗲𝗶 𝗽𝗵𝗼𝗻 𝗮𝗱 𝗮𝗿𝗶𝗮 𝗰𝗮𝗹𝗱𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝗱𝗶𝘀𝘁𝗮𝗰𝗰𝗮𝗿𝗲 𝗹𝗲 𝗲𝘁𝗶𝗰𝗵𝗲𝘁𝘁𝗲 𝗰𝗼𝗺𝗽𝗿𝗼𝘃𝗮𝗻𝘁𝗶 𝗶𝗹 𝗽𝗿𝗼𝗱𝗼𝘁𝘁𝗼 𝘀𝗰𝗮𝗱𝘂𝘁𝗼, 𝘀𝗼𝘀𝘁𝗶𝘁𝘂𝗶𝘁𝗲 𝗱𝗮 𝗻𝘂𝗼𝘃𝗲 𝗰𝗵𝗲 “𝗮𝗹𝗹𝘂𝗻𝗴𝗮𝘃𝗮𝗻𝗼” 𝗮𝗿𝘁𝗶𝗳𝗶𝗰𝗶𝗼𝘀𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗹𝗮 𝘃𝗶𝘁𝗮 𝗮𝗹𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗮𝗿𝗲 𝗱𝗲𝗶 𝘀𝗮𝗹𝗺𝗼𝗻𝗶 𝗱𝗶 𝗮𝗹𝗺𝗲𝗻𝗼 𝘂𝗻𝗮 𝘀𝗲𝘁𝘁𝗶𝗺𝗮𝗻𝗮, 𝗮 𝘃𝗼𝗹𝘁𝗲 𝗽𝗲𝗿𝘀𝗶𝗻𝗼 𝗱𝘂𝗲

Cronaca in parte tratta da “Il Resto del Carlino” in edicola a Bologna il 19 marzo scorso.


“Io e mio marito vivevamo in simbiosi. Lui era il pilastro della famiglia, era tutto per me e mio figlio. Se n’è andato suicida il 25 settembre 2022 (impiccatosi ad una inferriata delle scale di emergenza del centro commerciale “La Coccinella”, distante poco più di un chilometro da casa del poveretto e raggiunto a piedi dall’uomo, NdR.).

Ci manca tantissimo, ci manca ogni giorno. E ancora non siamo riusciti ad avere giustizia”.

Daniela TALAMONTI, origini pugliesi, vedova 59enne del bosniaco Miro JAKOVLJEVIC, un figlio laureato e attualmente trasferitasi nel Bolognese, racconta tutto a “Il Resto del Carlino” del 19 marzo scorso, con immensa fatica ma anche con grande fermezza. 

Roberta FALLAVENA nel suo letto di ospedale, a Bologna, dove per 20 giorni è rimasta in coma, appesa tra la vita e la morte. Aveva mangiato salmone affumicato commercializzato LA NEF

Il marito Miro, 58 anni al tempo della tragedia e forse sofferente di una malattia che non gli avrebbe lasciato scampo, quella mattina di festa, all’alba di una domenica ancora estiva, era uscito presto dall’abitazione di via Quercetti, senza fare più ritorno a casa per il pranzo.

Nel primo pomeriggio con i familiari già preoccupati, a dare l’allarme fu un cliente del centro commerciale di via Molino Basso che, parcheggiata l’auto nel garage de “La Coccinella”, alzando gli occhi, notò la macabra silhouette di un corpo, appeso ad una fune, ballonzolante nel nulla.

I Carabinieri, allertati per la bisogna, lo staccarono dalla fune verso le 17, ormai morto.

Addosso Miro aveva un biglietto per Daniela e il figlio, la sua famiglia italiana: ‘Speravo di potervi dare una nuova vita. Vi voglio bene. Siete state le persone che mi hanno amato più di tutte’.

JAKOVLJEVIC lavorava a LA NEF, un’azienda di prodotti ittici creata dall’osimano Giordano PALAZZO.

L’avvocato civilista bolognese Andrea PATERNOSTER che cura la causa di lavoro intentata ad Ancona da Daniela TALAMONTI, vedova del lavoratore La Nef Miro JAKOVLJEVIC, morto suicida a 58 anni, nel settembre 2022, nel parking de La Coccinella, ad Osimo

Da tempo il bosniaco “aveva notato che si utilizzava l’asciugacapelli per eliminare la colla delle etichette con la data di scadenza apposta dal produttore – racconta Daniela TALAMONTI – si rimuovevano le etichette e se ne apponevano di nuove con date di scadenza successiva”.

Da dicembre è in corso una causa di lavoro, presso il Tribunale civile di Ancona, intentata dalla vedova per i presunti “atti persecutori” contro il dipendente subiti sul lavoro dal marito.

Due settimane fa, il Resto del Carlino ha pubblicato la notizia di una donna del Bolognese, Roberta FALLAVENA, 63 anni, finita in coma dopo aver mangiato del salmone acquistato al supermercato e avere acquisito una infezione da Listeria.

Il batterio della listeriosi. Secondo uno studio scientifico recente, nel quadrimestre 2019-2023 ha infettato quasi 3.000 europei!

A Bologna il Pm ha chiesto il rinvio a giudizio; si procede per lesioni colpose gravi e commercio di sostanze alimentari nocive. Imputato il legale rappresentante della ditta importatrice LA NEF SpA, Giordano PALAZZO.

L’azienda in questione, non si fosse ancora compreso, è la stessa contro cui è in corso il procedimento Civile ad Ancona.

“Quando l’avvocato mi ha inoltrato l’articolo de Il Resto del Carlino – narra ancora al foglio bolognese la pugliese ed ex osimana TALAMONTI, assistita dall’avvocato civilista felsineo Andrea PATERNOSTER – io e mio figlio ci siamo messi a piangere. Era proprio quello che diceva mio marito”.

Nell’atto si legge che la ditta LA NEF, in violazione delle disposizioni legislative nazionali e Comunitarie, allungava la vita degli alimenti che metteva in commercio con contraffazione delle date di scadenza.

L’operazione di sostituzione delle etichette veniva demandata ai magazzinieri.

Le registrazioni video non lasciano dubbi” – incalza la vedova. Poi gli sbalzi termici (vedi l’uso prolungato del phon “sparato” sui prodotti, NdR.) inficiano ulteriormente la qualità dei prodotti ittici.

Il salmone, in particolare, è soggetto a contaminazione da Listeria monocytogenes, batterio molto pericoloso che causa la listeriosi; il battere si trova nel pesce, sia crudo che affumicato, e riesce a sopravvivere alle temperature del frigo.

Infezioni che nei casi più gravi possono portare al decesso. Il Resto del Carlino parla di una vera e propria pandemia italiana: in soli cinque anni, dal 2019 al 2024, sono 22 i malati e ben 5 i morti accertati.

In genere, i prodotti ittici possono essere contaminati anche da Campylobacter, Stafilococco e Salmonella, pericolosi soprattutto per i soggetti tradizionalmente più deboli come anziani, donne in stato di gravidanza e bambini.

Ma andiamo indietro al 2021 e ritorniamo alla storia narrata da Daniela TALAMONTI. 

Il messaggio “misterioso” indirizzato a LE IENE che ha accompagnato la “pennetta” con i video e gli audio di quanto avveniva regolarmente all’interno dello stabilimento LA NEF

“L’ultimo anno di vita di mio marito è stato drammatico” – spiega la pugliese ora trapiantata in Emilia.

“Miro era una persona tranquilla, riservata, estremamente corretta. Una persona soprattutto onesta. In quella storia del lavoro c’erano però delle cose che non gli tornavano.

La vicenda delle etichette lo preoccupava moltissimo. A LA NEF lo facevano da tempo. Gli era stato detto che c’era un accordo… che aveva la ditta poteva farlo in deroga… ma lui aveva dei seri dubbi.

Per capire se fosse tutto in regola o fosse solo una giustificazione, mio marito si rivolse a un avvocato osimano e su consiglio del legale si procurò delle prove: fece sul posto diversi video e registrazioni audio in azienda. Immagini (alcune delle quali mandate in onda da “Le Iene” martedì, NdR.) che documentavano tutto.

Intanto al lavoro cercava di rifiutarsi di cambiare le etichette. “Allora stai a casa, il lavoro è questo”, gli è stato risposto.

Il resto della missiva.

Un giorno, più preoccupato del solito, Miro mi disse: “E’ tutto irregolare, ti rendi conto? Il salmone lo mangiano anche i bambini. Mi hanno fregato”, una frase che in casa diventò una cantilena.

Questi i momenti e i ragionamenti che hanno decretato, nella mente di Miro, di scegliere, nell’ultimo anno di vita, per la propria fine: messo davanti all’evidenza di quanto stava compiendo, è completamente cambiato.

Era agosto 2021. Miro iniziò a fare ricerche sul web e a dire: “In azienda possono finire nei guai; posso mettere voi nei guai”.

Roberta FALLAVENA, 63 anni, come appariva l’altro giorno nel servizio mandato in onda da “Le Iene”

Si riferiva a noi familiari e soprattutto a mio figlio, che nel frattempo si è laureato con 110 e lode. In seguito, quando gli chiedevo come stava, Miro si limitava a scuotere la testa, non parlava più. Fino a quando, un giorno che non dimenticherò, è uscito allo scoperto”.

Il 27 giugno 2022, un lunedì, si presenta al datore di lavoro Giordano PALAZZO e gli dice: “A me sta roba mi mangia dentro. Non voglio essere complice in nessun modo, non voglio stare in questo ambiente. Licenziatemi”.

L’11 settembre, pur essendo domenica, mio marito presenta le dimissioni. Ma PALAZZO non ci sta e pretende una motivazione di colpa, espressamente richiesta dal datore di lavoro: “Metti a giustificazione la prestazione illecita del dipendente”.

Per l’osimano Giordano PALAZZO due brutte vicende giudiziarie da risolvere e una questione “immagine aziendale” da salvaguardare

Ancora una settimana e il 17 settembre, in ragione di un possibile accordo con la società, Miro revocava le dimissioni ma “solo una settimana più tardi – conclude la TALAMONTI – stremato e consumato dal contesto lavorativo si è tolto la vita”.

Era domenica 25 settembre e la NEF ci inviò un telegramma di condoglianze.

“Lo rispedii indietro – ricorda la donna – Fa molto male la mancanza di rispetto e di umanità nei confronti di chiunque e di mio marito, in particolare, che non meritava quel trattamento. E’ stata una cosa inaccettabile per chi si definisce essere umano”.

Per la cronaca il possibile punto di incontro delle richieste avanzate dagli eredi Miro JAKOVLJEVIC a LA NEF, in caso di accordo extragiudiziale, potrebbe aggirarsi attorno ai 500.000 euro. Tutt’altro che detto possano essere messi davvero all’incasso da Daniela TALAMONTI.

Pronta la nuova etichetta! Conservare a temperatura 0 gradi massimo 4 e consumare ENTRO il 15 settembre 2021!!!!!

Molto più concreta la chance giudiziaria in mano a Roberta FALLAVENA la quale può contare, sul versante penale della vicenda, sul probabile rinvio a giudizio di Giordano PALAZZO per le tentate accuse di lesioni colpose gravi e commercio di sostanze alimentari nocive.

Una doppia imputazione che se confermata e portata in giudizio, potrebbe aprire la strada ad una rivalsa civile sull’imprenditore quantificata in assai più 500.000 euro, considerate le ripercussioni commerciali sui brand LE NEF che un verdetto di colpevolezza, confermato in triplice istanza, porterebbe con se.

Giordano PALAZZO, signora e cagnolino salgono in auto e “scappano” dalle insistente domande del collega Iena Max ANDREETTA

Ultima annotazione scientifica (tratta dal rapporto annuale One Health sulle zoonosi in Unione Europea), prima di dare spazio, domani, alla vicenda pubblica riguardante il salmone commercializzato a firma LE NEF e riguardante la salute indifferenziata di tutti i possibili consumatori italiani: secondo lo studio il numero di casi di listeriosi segnalati nell’uomo (2.952) ha registrato on Europa un aumento costante nel periodo 2019-2023, raggiungendo i livelli più alti dal 2007.

Ciò potrebbe essere legato all’invecchiamento della popolazione Continentale (il 21,3% degli Europei ha oggi più di 65 anni) fattore che in relazione alla prevalenza crescente di malattie croniche legate alla maggiore aspettativa di vita, aumenta fatalmente il rischio di sintomi gravi nei gruppi di età più avanzati.

Gli alimenti pronti al consumo ma contaminati, come ad esempio il salmone affumicato, i prodotti a base di carne e i latticini, sono confermati come la fonte più comune di infezione. 

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