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โ€œSono stato io a denunciare tutto! Mi hanno dato dellโ€™omertoso quando fu proprio la mia testimonianza a risultare importante per fare giustizia. Per me il benessere dei bambini รจ al centro di tutto!โ€.

A riparlare, ben 13 anni dopo i gravi fatti accaduti allโ€™interno dellโ€™asilo โ€œBorgo amicoโ€ del rione Borgo, รจ lโ€™allora nonchรฉ attuale Preside Fabio RADICIONI.

Il dirigente scolastico – sul cui operato, nonostante le convinzioni espresse anche ieri in Tribunale, rimangono grossi dubbi da parte dei genitori di due bimbi al centro dei metodi abusati per la correzione, praticati dallโ€™allora insegnante Lorena PALMIERI โ€“ ieri รจ comparso in aula, ascoltato come parte civile.

Secondo il Preside, infatti, i giudizi espressi in Rete, attraverso commenti Facebook, da altri genitori del tempo, avrebbero diffamato il buon nome di RADICIONI e della scuola.

Fabio RADICIONI, Preside della Caio Giulio CESARE, in una rarissima foto di molti anni fa. Il dirigente scolastico si sente diffamato

โ€œA scuola, al Borgo, scoppiรฒ il finimondo. E registrammo anche un calo di iscrittiโ€ฆโ€.

Da qui la richiesta di essere tutelato dalla Giustizia, attraverso lโ€™avvocato Antonio OSIMANI โ€“ per le gravi e immotivate accuse, sostiene RADICIONI, mosse a danno del massimo rappresentante scolastico; senza mai, peraltro, RADICIONI appannato dal dubbio o almeno in tanti anni colto da incertezza per come le cose potrebbero essere effettivamente andate. Almeno secondo lโ€™opinione pubblica accusante del tempo.

โ€œNon ho Facebook  ha spiegato il Preside al giudice Tiziana FANCELLO del Tribunale di Ancona โ€“ e quindi fu una insegnante a mostrarmi copia dei duri commenti contro di me. Parole gravissime da persone che nemmeno mi conoscevano!โ€.

In particolare un paio i commenti risultati non graditi da RADICIONI e meritevoli di essere penalizzati con la condanna per diffamazione e i riti conseguenti di parte civile, se del caso.

Nel primo post, pubblicato nellโ€™immediatezza della condanna in primo grado della PALMIERI a 8 mesi, era possibile leggere: โ€œComplimenti Preside, complimenti maestre; omertosi, vili e complici.

La ruota gira, l’anima e la coscienza sussurrano, urlano. Complimenti Preside, maestre e genitori omertosi, vili codardiโ€.

Un secondo commento, critico dellโ€™operato ritenuto troppo blando di RADICIONI, fu il seguente: โ€œLeggo e rimango allibita di fronte a quello che stai scrivendo: e mentre mi si stringe il cuore, provo tanta rabbia verso queste pseudo maestre i cui nomi, secondo me, dovrebbero essere resi noti. Ma soprattutto verso tutti coloro, Preside per primo, che non hanno denunciato ma permesso a questi bambini di sopportare tutto questoโ€.

Lโ€™atteggiamento assunto dal Preside nella vicenda, nonostante il tentativo di auto definirsi fondamentale per il ripristino della normalitร , non risulta immune da critiche. Critiche facilmente esasperate fuori dalle righe ma certo alimentate dagli atti concreti messi in essere da RADICIONI.

Senza ora voler stare a rifare il processo a Lorena PALMIERI, conclusosi con tre gradi di giudizio, fino alla Cassazione, con la conferma della condanna a 8 mesi, rimane un fatto come nellโ€™immediatezza degli avvenimenti denunciati da due diverse coppie di genitori, RADICIONI negรฒ lโ€™apertura di qualsiasi inchiesta scolastica.

Non un vero e proprio muro di gomma ma il tentativo diffuso di sminuire, non dar peso, smontare le accuse attribuendo lโ€™atteggiamento a scuola dei ragazzini a qualsiasi possibilitร , tranne che la reazione a dei soprusi subiti.

Oltretutto i genitori, allโ€™epoca, non avevano ancora chiara la colpevolezza di quale insegnante piuttosto chiโ€ฆ e in effetti la cosa rischiรฒ di arenarsi, insabbiata piรน che portata alla luce dallโ€™attivitร  di RADICIONI.

In realtร  accadde che il Preside una inchiesta interna, effettivamente, la portรฒ a compimento, individuando lโ€™insegnante Lorena PALMIERI colpevole dei metodi di correzione e per questo trasferita dal Borgo Amico a Campocavallo. Solo che RADICIONI temeva lo โ€œscandaloโ€ e operรฒ senza dare soddisfazione ai quattro genitori e senza far risapere a nessuno le ragioni della mobilitร .

Tutto poteva finire nel nulla, dunque, come RADICIONI certo auspicava (da qui le accuse postume) se la stessa insegnante, contro il trasferimento, non si fosse appellata al Tribunale del Lavoro rendendo, di fatto, a conoscenza di tutti lโ€™accaduto dei fatti.

In realtร  il Preside agรฌ nell’ombra privilegiando il buon nome della scuola ai preminenti interessi delle due famiglie lese le quali vennero a scoprire l’identitร  della maestra Lorena PALMIERI solo per vie traverse, casuali e fortunate. Da qui le critiche, giusto, in Rete

Ovvero lโ€™individuazione della possibile colpevole, la denuncia, tre gradi di giudizio, i commenti negativi. Ovvero il minimo che potesse accadere in un Paese libero che non opera nascondendo ma alla luce del sole. Specie se per motivi spregevoli quanti qualificanti come quelli che hanno meritato la condanna della PALMIERI. Condanna che non ci sarebbe perรฒ stata per RADICIONI, limitatosi al ruolo di testimone obbligato e non giร  di sottoscrittore della denuncia.

Questa la veritร  processuale scaturita nel tempo e non piรน modificabile. Veritร  che piuttosto che esaltareโ€ฆ adombra le reali intenzioni passate del Preside il quale, secondo noi, avrebbe meglio agito affidando la propria immagine allโ€™oblio garantista del tempo, piuttosto che tirare in ballo persone di contorno, giustamente irritate per aver avuto bambini in quella stessa scuola e non aver saputo, dalla scuola, nulla.

Prossima udienza il 13 maggio per ascoltare gli autori del post. Sentenza attesa per il 17 giugno.

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