Il cerino acceso rischia di rimanere in mano a Pugnaloni. Si studia una quarta possibilità
DOPO LA PAGLIARECCI ANCHE LA GATTO INDISPONIBILE ALLA RETROCESSIONE
ENTRAMBE LE ASSESSORE
SAREBBERO “MOLTO DISPIACIUTE” A PASSARE LA MANO
“Coprire d’oro” Migliozzi per convincere il terzo consigliere non eletto a passare la mano
E dopo Annalisa Pagliarecci, anche l’Assessora Federica Gatto sembrerebbe aver precluso le porte alla retrocessione politica da Assessora a Consigliera, sacrificando se stesse pur di salvare il bene comune.
Il no della Gatto, l’unica su cui Pugnaloni poteva ragionevolmente fare affidamento, è giunto nella notte tra riunioni ufficiali e clandestine, consumate all’interno e all’esterno della lista elettorale Energia Nuova promossa dal Sindaco (727 voti totali di preferenza nel 2014).
Una piccola lista che certamente non avrebbe mai immaginato di ricoprire un giorno ruoli talmente determinanti, in un caso o nell’altro, tutti dipendenti dalle decisioni che i singoli – la Pagliarecci, la Gatto e/o Migliozzi vorranno prendere – o la lista vorrà adottare unitariamente, ammesso e non concesso che la strada dell’unità interna sia ancora praticabile.
Ci sarebbe, per Pugnaloni, a ben guardare, anche una quarta e ancor più stretta scappatoia da valutare con attenzione: l’Amministrazione comunale potrebbe salvare la testa e proseguire indenne il cammino verso il 2019 senza chiedere sacrifici personali alle recalcitranti Pagliarecci e Gatto… che tenendo fuori Migliozzi dalla possibilità di prendersi una clamorosa rivincita sul dimissionamento al vertice Parco. E quale?
Scorrendo la lista per ordine di preferenza (che pubblichiamo a parte così da rendere più chiaro, diremmo evidente il discorso) notiamo che la seconda Consigliera comunale non eletta, dopo Migliozzi, è tale Giada Agostinelli (47 voti personali conquistati) di cui nessuno ad Osimo sa praticamente nulla o quasi, salvo scommettere in blocco sulla qualità migliore: fedele nei secoli al movimento pugnaloniano.
Altra faccia di questa possibile medaglia? Migliozzi (irreperibile per l’intera giornata di ieri alle domande dei giornalisti e già scottato dalla recente esperienza Parco 2016) rinuncerà ad un doppio piacere che la bizzarria delle situazioni gli sta proponendo?
ondizionare pesantemente l’Amministrazione per oltre due anni o trovare un accordo politico che preveda, dopo tante belle parole, un risarcimento morale per i circa 70.000 euro di appannaggio triennale a cui Migliozzi si è visto costretto a rinunciare con l’uscita dalla Parco?
Sempre che, raggiunta in qualche modo quota 70.000 euro, per quanto morali, l’ex amministratore Parco dovesse finalmente rispondere… “ok il prezzo è giusto” senza pretendere rialzi significativi.
Drammatico il quadro finale: una delle poche certezze che, a questo punto della trattativa, con ben 4 opzioni date praticamente alla pari, l’opinione pubblica si sta facendo è che a pensar male non si fa davvero peccato!