CACCIA ALL’ULTIMA SALMA, È GUERRA TRA COOP
ILLECITA CONCORRENZA A COLPI DI AUTO INCENDIATE

CACCIA ALL’ULTIMA SALMA, È GUERRA TRA COOP ILLECITA CONCORRENZA A COLPI DI AUTO INCENDIATE

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Indagini chiuse ad Ancona. La Squadra mobile avvisa l’osimano Daniele Capotorto, i fidardensi Antonio BARBETTA, Davide e Andrea Glorio (oltre a cinque soci di Falconara e Ancona) di illecita concorrenza, danneggiamento aggravato su autoveicoli, furto, incendio e utilizzo indebito carta di pagamento


Guerra generazionale nel ricco mondo operante nel sottobosco delle onoranze funebri; in particolare guerra interna, a colpi di incendi appiccati ad auto e furgoni della propria stessa cooperativa (la “Ancona 2010”) motivata da diverse visioni di conduzione.
Da una parte le idee, i modi, le strategie dei soci storici della cooop anconetana (persone ormai anziane ma tutt’altro dell’idea di cedere il passo a novità non condivise) e dall’altra l’iniziativa non condivisa dei nuovi partecipanti ad Ancona 2010.
Una vicenda datata novembre 2018 e proseguita con altri episodi, fino a tutto il 2019, tesi ad affossare il lavoro della coop Ancona 2010 anche quandi i “dissidenti” avevano in gran parte preso atto dell’impossibilità di cambiare le cose dal di dentro, dando così vita a Centro servizi Marche, altra cooperativa di settore.
In particolare i particolari emersi nel corso delle indagini, portate avanti dalla Polizia di Ancona attraverso la Squadra mobile, hanno permesso di chiudere il cerchio su 9 diversi personaggi, tutti raggiunti da altrettanti avvisi di garanzia, notificati agli indagati in queste ultime ore.

Concorrenza senza frontiere nel sottobosco delle onoranze funebri

Trattasi dell’osimano Daniele CAPOTORTO, 44 anni (difeso dagli avvocati Paolo MENGONI e Vittorio BUCCI), del fidardense Davide GLORIO, 52 anni e di suo figlio Andrea GLORIO, 25, entrambi assistiti dall’avvocato Stefano ZOPPICHINI. Pure di Castelfidardo è Antonio Gerardo BARBETTA, 32 anni, curato da Gian Luca GRISANTI.
E’ poi la volta degli anconetani Michele UGON, 31 anni (curato dal legale Alessio STACCHIOTTI), Federico RAIMONDO, 25 anni (difeso dall’avvocato Giuseppe MEROLLA), Alessio VEROLI, 41 anni (Massimiliano BELLI) e Andrea SIMONCELLI, 30 anni, (Marco TORELLI).
Completa il quadro dei sospettati il nono socio Giordano ROCCHETTI, 56 anni, di Falconara Marittima, difeso da Cristina BOLOGNINI. Tutti, se le accuse troveranno confeerma in sede di ulteriore approfondimento, rischiano un processo con accuse varianti dalla illecita concorrenza al danneggiamento aggravato di autoveicoli, passando per il furto, l’incendio e persino l’indebito utilizzo di una carta di pagamento ritrovata dal gruppo all’interno di uno dei mezzi dati alle fiamme.
In crescendo, come si conviene, gli episodi messi insieme dagli investigatori. I primi avvertimenti, datati novembre 2018 e febbraio e aprile 2019, sarebbero stati banali quanto significativi: sul tipo delle ruote, dei mezzi utilizzati da Coop Ancona 2010, fatte ritrovare squarciate.
A risultare danneggiato, in particolare, un veicolo utilizzato a furgone e dato alle fiamme (zona Grazie) seguendo un piano di crescita teso a risultare, nelle speranze, convincente; non portando frutti ne lo squarcio delle gomme, ne l’incendio di mezzi professionali, i 9 indagati sono sospettati di non essersi fermati ma di aver raddoppiato gli sforzi attaccando gli ex soci sul piano dell’interesse personale, ovvero le auto private dell’amministratore di Ancona 2010 e persino il mezzo della moglie!
Anche l’ennesimo raid andato a segno, avvenuto stavolta sotto l’abitazione dell’amministratore (e che ha provocato anche il danneggiamento di altri veicoli attigui a quello preso di mira) non ha però smosso di un millimetro la volontà di Ancona 2010 di farsi da parte.
Tanto che ai 9 sotto indagine è stata attribuita la responsabilità di un nuovo episodio, datato dicembre 2019, ormai ad oltre un anno dal primo. Un furgone della coop, già danneggiato, è stato questa volta rubato e dato alle fiamme proprio davanti il cancello universitario di Monte Dago. Dal mezzo, come rilevato in precedenza, i ladri avevano casualmente ritrovato una carta di credito, utilizzata dagli indagati per eseguire alcuni prelievi.
L’attività investigativa attuata nel tempo dalla Polizia – a base di presidi tecnici, appostamenti e pedinamenti personali – ha permesso di collezionare sul conto dell’osimano CAPOTORTO, dei tre fidardensi, del falconarese e dei quattro anconetani, prove sempre più stringenti, in grado di reggere in un prossimo eventuale giudizio.
Da qui la notifica, per i soci di coop Centro servizi Marche, della conclusione delle indagini, allegata all’avviso di garanzia.

Uno dei mezzi incendiati

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