CONDOTTA NEGLIGENTE, CONDANNATO SANGELANTONI
UN MESE AL GINECOLOGO PER LESIONI COLPOSE GRAVI

CONDOTTA NEGLIGENTE, CONDANNATO SANGELANTONI UN MESE AL GINECOLOGO PER LESIONI COLPOSE GRAVI

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Il caso di mala sanità avvenne nel 2014 al S.S. Benvenuto e Rocco ai danni di una 35enne osimana.


Un mese di reclusione, pena ovviamente sospesa, è quanto il Tribunale di Ancona ha ritenuto di infliggere al dottor Loris Sangelantoni, 67 anni, di Loreto, per non aver prescritto alcun approfondimento diagnostico in grado di rilevare, se eseguito, una lesione uterina in corso.
Un caso di mala sanità, quello avvenuto il 25 giugno 2014 nell’ospedale S.S. Benvenuto e Rocco, che di fatto pregiudica la capacità di una donna osimana, all’epoca 35enne, di avere altre gravidanze.
Secondo l’accusa, argomentata dal pubblico ministero Pucilli, il 25 giugno 2014 l’osimana, a seguito di una gravidanza conclusasi con un parto naturale avvenuto due settimane prima, si era rivolta al dottor Sangelantoni per affrontare delle perdite risolte dal professionista con un intervento di isterosuzione con relativo raschiamento.
Già poche ore dopo l’intervento una prima ecografia ha mostrato coaguli in cavità endometriale, tanto che la donna è stata sottoposta ad altre ecografie, tutte dimostranti – secondo la Procura – la presenza di materiale corpuscolato.


Dottor Loris SANGELANTONI, ex S.S. Benvenuto e Rocco

Queste risultanze, stando al capo di accusa recepito dal giudice, avrebbero dovuto consigliare il dottor Sangelantoni a prolungare il ricovero della paziente; in realtà la donna venne rimandata a casa consegnando di fatto l’osimana ad un calvario di cinque mesi prima di indovinare la diagnosi effettiva, sottoscritta però da un altro ginecologo di Macerata.
Così a luglio la paziente, in preda a nuovi dolori, era tornata in ospedale, dal dottor Sangelantoni, per una nuova visita: risultato? Altra ecografia e stavolta il consiglio di sottoporsi ad isteroscopia dopo l’estate, programmata per il 23 ottobre, quattro mesi dopo le prime avvisaglie.
Secondo ricovero in Ginecologia, presso il S.S. Benvenuto e Rocco, e anche stavolta scarsa fortuna per l’osimana. Nonostante tre giorni in reparto, questa l’accusa vera mossa dal Pm, il dottor Sangelantoni avrebbe omesso di approfondire il quadro clinico che si parava di fronte, ormai da mesi, tanto che la povera mamma osimana venne rispedita di nuovo a casa con una semplice prescrizione antibiotica a largo spettro e la diagnosi generica di “infiammazione pelvica”.
Quanto basta per convincere anche la paziente più disponibile a porsi dei dubbi sulle capacità professionali del medico curante e cambiare strada.
Pochi giorni ancora e a novembre 2014 la signora osimana è a Macerata, presso il locale ospedale. E’ così bastata una semplice Tac per far emergere la realtà di una lesione uterina su cui intervenire immediatamente con un intervento laparoscopico.
Ciò, secondo il professionista maceratese che prese in cura la allora 35enne, si era reso necessario non solo per rimarginare la lacerazione ma anche per rimuovere una patina di grasso intestinale che premeva sull’utero della donna, aggravando in potenza il quadro clinico.
Solo dopo ben sette accertamenti diversi, un calvario di cinque mesi e soprattutto cambiando medico, la mamma osimana è così riuscita ad avere la diagnosi esatta: perforazione dell’utero con intervento urgente.



Da parte sua il dottor Sangelantoni, recanatese, ora in pensione con la chiusura del reparto ospedaliero osimano dove figurava come dirigente medico, ha sempre sostenuto, anche in Tribunale, di aver sempre eseguito, come da protocollo, le normali procedure previste per casi del genere, preannunciando ricorso in Appello tramite l’avvocato difensore Tomassini.
Da specificare come il Pm Pucilli non abbia contestato al professionista recanatese la lacerazione (conseguenza possibile dell’isterosuzione) quanto la negligenza nel non aver diagnosticato la ferita dopo le prime ecografie eseguite. Secondo l’accusa, le immagini erano sufficientemente chiare e avrebbero dovuto suggerire, invece del ritorno a casa della donna, altri accertamenti.
Da qui il cambio del medico, la scelta di Macerata e, dopo una convalescenza lunga 40 giorni, la decisione dell’osimana di denunciare l’accaduto e costituirsi parte civile attraverso l’avvocato Elisa Gatto di Ancona.


 

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