Ragazzi, calma. Negli ultimi 15 giorni gli istituiti scolastici osimani sembrano somigliare più ad una cayenna dai mille ostacoli che a scuole dove imparare, per primo, come diventare uomini e donne di domani.
Le due settimane terribili della scuola osimana e dintorni è iniziata con la poco simpatica vicenda di “orco Luiws” che per editto vieta i festeggiamenti di compleanno in tutte i nidi sotto l’egida Asso.
Non passano che pochi giorni ed esplode il caso del “gioco” di spinte, mutuato da YouTube e ultimo grido in voga nelle discoteche, costata la sospensione a tre studenti dell’Ipsia “Laeng”.
Il tempo per il Consiglio di istituto di prendere le distanze dai fatti che un’altra scuola entra nel mirino della cronaca nera per il caso de Edoardo Sopranzi, il 18enne down del terzo anno dell’alberghiero di Loreto, vittima senza prove di una o più aggressioni da parte dei suoi stessi compagni di classe.
Episodi non consumati a scuola ma all’attesa del pullman, presso il maxi parcheggio, che trasporta vittima e aggressori da Offagna a Loreto.
Indubbiamente una storia poco edificante, al di la che l’inchiesta dei Carabinieri riuscirà o meno a concludersi con la conferma dei colpevoli, ma certo l’unica meritevole di attenzione particolare da parte dell’opinione pubblica.
Non si comprendono invece le ragioni, entrando meglio in argomento, come stamani la stampa scritta ingigantisca il clima già caldo della sicurezza a scuola sparando a tutta pagina episodi minori che, sommati ai due degni di maggior credito, delineano una situazione scolastica osimana da brividi.
A rafforzamento della tesi si citano una sfilza di episodi minori: dallo scolaro di 8 anni che a gennaio, finisce nel “mirino” di amichetti “bulli” (ma si può?) al bambino delle elementari di Castelfidardo preso in giro perchè la mamma non lo veste con abiti firmati (!), per finire con la ragazzina di 13 spintonata dalle compagne invidiose dei propri voti. Il tutto venduto agli ignari lettori con titoli a 5 colonne, corpo doppio, a tutta pagina con tanto di riquadro riassuntivo.
Attenzione. E lo gridiamo per primi a noi stessi e all’intera categoria. Di questo passo, semmai si dovesse verificare un caso di vero bullismo a quali aggettivi, a quali titoli e quante pagine dovremo ricorrere per dare il senso della dimensione?
E ancora. Di questo passo a breve anche un semplice guardarsi brutto negli occhi equivarrà ad un pugno in bocca o ad un calcio dove fa male.
Calma dunque. Meglio viaggiare con i piedi ben saldi a terra.