LA GIUNTA REGIONALE HA DECISO:
“MORTE ANCHE AL PRONTO SOCCORSO!”

LA GIUNTA REGIONALE HA DECISO: “MORTE ANCHE AL PRONTO SOCCORSO!”

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LA GIUNTA REGIONALE HA DECISO:
“MORTE ANCHE AL PRONTO SOCCORSO!”

Il sonno di Pugnaloni lancia il blitz a Ceriscioli che conferma: Inrca il 31 dicembre

Il blitz di smantellatore Ceriscioli si è consumato all’alba, nel disinteresse generale della Giunta regionale, come da programma anticipato da OSIMO OGGI.

Il Governatore, dimentico di esserlo di tutte le Marche, Osimo compreso, ha posto la questione dell’accorpamento del pronto soccorso del “S.S. Benvenuto e Rocco” alla cessione dell’intero ospedale all’Inrca, a far data 1° gennaio 2018.

La questione, ai primi punti dell’ordine del giorno di lunedì 9 ottobre, è scivolata via in pochi minuti con Ceriscioli ha presentare sommariamente la delibera e chiedere il voto dei colleghi presenti.

Lo stesso Assessore Pieroni, arrivato in Via Gentile da Fabriano una mezzoretta in ritardo, neanche ha avuto modo di rendersi conto che l’ospedale e il pronto soccorso (teoricamente a servizio della popolazione della Valmusone almeno fino alla nascita, chissà quando nel nuovo Inrca a Camerano), argomento di trentennali inutili battaglie politiche, aveva appena esalato l’ultimo respiro!

E ora? E ora i 100.000 marchigiani gravitanti a sud di Ancona faranno bene ad acquistare un buon navigatore e prendere confidenza con la città di Jesi e il suo ospedale denominato “Carlo Urbani”.

Iniziamo dalle distanze. Secondo un buon Tom Tom il centro di Osimo dista 29,5 chilometri dal nosocomio jesino, distanza che ottimisticamente il navigatore indica percorribile in 36 minuti esatti partendo giusto appunto da Piazza del Comune.

Possibile così poco tempo considerato traffico, semafori, autovelox e soprattutto una strada rimasta, fin quasi le porte jesine, tale e quale a quella percorsa dalle legioni di Roma?

Grosso modo stessa distanza ma strade diverse per i cittadini di Offagna. In questo caso da sotto la Rocca all’Urbani la distanza scende a 28,1 chilometri percorribili in un paio di minuti in meno, 34 minuti invece che 36, rispetto agli osimani.

I dolori veri, però, sono tutti per i fidardensi e i concittadini di Pieroni che impiegherebbero (poi vedremo il perchè del condizionale) una autentica vita prima di giungere in ospedale: 35,8 chilometri e tre quarti d’ora esatti da Castelfidardo e ben 43,6 chilometri in 53 minuti da Loreto.

Abbiamo appena detto impiegherebbero in quanto, Tom tom alla mano, scopriamo che il pronto soccorso di Civitanova Marche, ancorchè città non ricompresa nella Asur 2, appare decisamente più alla portata di mano: 29,9 chilometri e appena mezz’ora (contro tre quarti d’ora) dalla Città della Fisarmonica e “appena” 22,10 chilometri e 31 minuti se l’ammalato proviene dalla cittadina Mariana.

Chilometri e tempi che forse possono spiegare, tutto sommato, il ritardo in Giunta dell’Assessore Pieroni: tra invitare l’utenza a rivolgersi al ben fornito ospedale civitanovese e indirizzare i loretani verso il moribondo pronto soccorso osimano, la distanza è grosso modo uguale (ballano appena 6 chilometri in più) ma con livelli di qualità decisamente diversi.

Tornando ad Osimo, il solito Tom tom ci fa sapere che anche l’ospedale di Macerata, tutto sommato, non è poi così distante; 31,8 chilometri, appena 2,3 chilometri in più rispetto a Jesi.

Ergo l’ideale sarà far confluire su Jesi gli osimani di Casenuove, centro storico, periferia e frazioni ad est (Santo Stefano, Aspio, Osimo Stazione), mentre gli osimani a sud ovest potrebbero trovare più conveniente servirsi della struttura ospedaliera maceratese (Passatempo, Padiglione e Campocavallo).

Confessiamo che fa discretamente impressione, dopo aver scritto e annunciato per decenni prima il nuovo ospedale di Osimo, poi l’ospedale di rete della Valmusone e infine dell’ospedale che sarà quando sarà a Camerano, che Osimo e gli osimani si troveranno presto e chissà per quanti anni sparpagliati sul territorio, addirittura sbattuti fuori provincia!

Ci sarebbe, in verità, ma solo sulla carta, la soluzione di Torrette con l’ospedale regionale. Purtroppo già ora i lunghi tempi di attesa del pronto soccorso, stimabili in almeno 8 ore senza il pubblico osimano e delle altre città, sconsigliano la scelta rendendo Torrette non praticabile.

Quand’anche, poi, la disperazione pratica dovesse indurre gli ammalati osimani a presentarsi tutti i giorni, in forze, a Torrette, ecco che Ceriscioli e Asur impiegherebbero due secondi a sentenziare ai non anconetani il divieto di accesso ai servizi dell’Umberto I, con tanto di delibera.

Esattamente come successo questa mattina, nell’assenza non solo di Pieroni e soprattutto del nostro amato Sindaco Pugnaloni ma nel disinteresse generale della politica a marchio di fabbrica Partito democratico.

Troppo intento a conquistare per le Marche patenti di buona sanità – conquistata a colpi di tagli dolorosi verso l’offerta ospedaliera di intere aree, tanto più colpite da Ceriscioli tanto più il territorio si trova geograficamente lontano da Pesaro (il nuovo e vero capoluogo regionale) o politicamente distante dal Partito democratico o – come capitato ad Osimo – con un Pd troppo poco affidabile e troppo piccolo per meritare riguardi – il Governatore e Assessore ha avuto buon gioco a smantellare, pezzo dopo pezzo, con il benestare di Simone Pugnaloni, ciò che restava del S.S. Benvenuto e Rocco.

Bene. Sperando che nessun lettore sia già corso a tagliarsi le vene (non basterebbe che gli osimani, per una volta uniti, ricordassero tutto questo al dunque delle elezioni Regionali, ma è pur sempre meglio di niente), ecco cosa dovrebbe accadere nelle prossime ore, fino al 31 dicembre:

– sembrano confermati i circa 300.000 euro promessi dalla Regione per i lavori più urgenti di rimodernarmento del pronto soccorso;

Dopo l’avvenuto passaggio della struttura in Inrca, che la Regione mantenesse questa promessa non era scritto da nessuna parte. Preso da un attimo di debolezza, però, Ceriscioli stavolta avrebbe acconsentito alla spesa, forte del fatto che sarà l’ultimo investimento fatto per Osimo.

Una specie di mancia elettorale a beneficio di Pugnaloni che in tal modo potrà gridare fin quasi all’ultimo di aver “salvato” almeno il pronto soccorso!

– confermato anche l’addio per fine anno, destinazione in pensione “per protesta”, del primario e dirigente dottor Frati, uno dei pochi ad aver creduto e lottato per far restare il settore in seno alla Asur 2.

Che altro? Ora l’interesse della città dovrebbe, per intero concentrarsi sull’Inrca e sulle reali intenzioni dell’istituto nazionale per il ricovero e la cura degli anziani rispetto ad Osimo, l’ospedale, gli osimani.

In interesse che dovrebbe manifestarsi in tutta la sua concretezza in due diverse e separate direzioni: in attesa per lunghissimi ed indefinibili anni del nuovo ospedale Inrca a Camerano; in prospettiva, quando sarà, del trasferimento definitivo nella nuova struttura (zona Ikea) e dell’abbandono tombale del “S.S. Benvenuto e Rocco”.

Due domandine abbastanza semplici da porre ai vertici Inrca ma le cui risposte non verranno tanto facilmente prima di almeno un decennio; la risposta ai quesiti darà agli osimani del futuro la dimensione finale della stoltezza dei loro padri nell’assistere senza combattere alle mancate battaglie, nè piccole, nè grandi, per il mantenimento della città nel circuito Asur.

Non resta che congedarci con l’augurio che ad Osimo diverrà presto abituale: “Buona salute! Riguardati…”.

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