L’OSPEDALE “IN CAMBIO” DELLO STIPENDIO ALLA MOGLIE!
QUESTO L’ACCORDO SEGRETO TRA IL PD E IL PUGNALONI

L’OSPEDALE “IN CAMBIO” DELLO STIPENDIO ALLA MOGLIE!QUESTO L’ACCORDO SEGRETO TRA IL PD E IL PUGNALONI

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Ora agli osimani una doppia possibilità: cacciare il sindaco e il prossimo anno Ceriscioli


Si chiama Cristina Crescini ed una bella signora italo-argentina di 38 anni, originaria di Cordoba e – potenza della Rete – residente a Camerata Picena.
L’ex candidata, classificatasi 47° ad un concorso Asur del 2010 per assistenti amministrativi (impiegate), certamente per qualche tempo si è domandata, serve trovare risposte esaustive fino in fondo, a quale Santo farsi devota per l’inopinato colpo di fortuna materializzatosi, attenti alle date, il giorno 30 dicembre 2015 con la chiamata al lavoro.
Fin qui, curiosità per curiosità, staremmo ancora rinchiusi nell’angusto spazio regolamentato dalla privacy… senonchè a cambiare aspetto alla vicenda, giunge a soccorso dello scrivente e a comprensione di tutti, il fatto storico che vuole, titolare di analogo posto fisso pubblico, anche la concorrente giunta al traguardo col risultato numero 46: la first lady in carica Elena Angeloni, altrettanto bella, 36enne recanatese e soprattutto legittima consorte di Simone Pugnaloni.


Cristina Crescini, 48° classificata al concorso ASUR 2010, appena dopo il risultato della First Lady Pugnaloni.

Per arrivare, però fino al gradino 46 e pescare, anzi ripescare in quota utile di assunzione la prima donna del Comune di Osimo, la fredda graduatoria regionale ha imposto al neo Direttore dell’area vasta 2 Maurizio Bevilacqua l’assunzione, mediamente scorrimento delle posizioni, anche alla 40° classificata Greta Barbarossa, alla 41° Chiara Belcecchi, alla 42° Giorgia Sampaoli, alla 43° Patrizia Boriani, alla 44° Chiara Badiali, al 45° Orlando Tiberi ed infine, finalmente, alla nostra Elena Angeloni, seguita dalla ricordata Cristina Crescini e stop..



Tutto questo personale – diconsi 8 segretarie 8 – solo per “festeggiare” l’insediamento del ricordato ingegner Bevilacqua (manager da circa 10.000 euro netti il mese) a Direttore.
Bene. Fin qui siamo nel campo del legittimo modo del Presidente della Regione Ceriscioli, con delega alla Sanità, di buttare o non buttare o come buttare o da dove buttare i nostri soldi; scelte censurabili a dir poco, come il recente sondaggio “Sole 24 Ore” di questi gli riconosce: ultimo politico d’Italia in campo regionale!
Ma torniamo al 2015, epoca dei fatti. Non erano trascorsi che pochi mesi dall’elezione di di giugno che già a novembre Ceriscioli, colto al volo l’insediamento al pelo del partito Democratico a guida della città, fa sapere pubblicamente: il reparto di Ginecologia – fiore all’occhiello della sanità ospedaliera osimana e soprattutto vero giustificativo del mantenimento di un presidio ospedaliero in città – va bene ma va anche chiuso!


Da chiudere, rapidamente, addirittura in poche settimane, perchè è lontano dal numero ottimale di nascite (quota fissata dal governo nazionale nel numero di 1.000) ed è mancante delle figure mediche e delle strutture rianimatorie di garanzia per possibili emergenze.
Pugnaloni, ricevuto l’ordine piovuto dall’alto, dal potente Pd regionale al povero Pd locale, prese atto del “dialogo istituzionale”, finse di strapparsi l’ultimo capello rimasto e – effettivamente e questa è storia – trattò la resa con Ceriscioli.
Resa completa e senza condizione, salvo la richiesta, umanamente legittima, di venire incontro alle proprie esigenze di marito e padre, nonchè – e pure questo farà parte della Storia del nostro ex ospedale quando, tra un secolo, verrà scritta – fedele servitore del pensiero renziano. All’epoca largamente vincente.
Non ci furono bisogno di troppi discorsi. Anzi l’accordo fu muto. Più che sulla parola basato sugli sguardi ravvicinati tra i due protagonisti del Pd.


Ing. Maurizio Bevilacqua, Direttore Area Vasta 2

Come sdebitarsi? Inutile chiedere e cretino lasciare tracce. Ceriscioli, dall’alto del proprio osservatorio privilegiato, conoscendo da sempre e nei particolari la vita, i miracoli e la morte di ciascun democratico (a targa Pd) fece intendere di fidarsi e di lasciar fare ai propri uomini.
Si fece intendere talmente bene, utilizzando il linguaggio ipnotico del proprio sguardo “alla Gioconda”, che il Sindaco di Osimo dovette convenire, con se stesso, di aver strappato il miglior prezzo possibile; peccato che Pugnaloni, nella propria ingenuità (in fin dei conti era Sindaco da pochi mesi e credeva ancora all’esistenza, sotto sotto, di Fate ed Orchi) pensava di aver tranquillamente barattato la morte del solo reparto di Ginecologia con una banale estensione di validità di un vecchio concorso 2010 a cui la signora Elena, non ancora first lady, aveva partecipato.
“In un colpo solo – ha certamente pensato il nostro Primo cittadino – seguiamo le direttive di governo di Matteo Renzi, accontentiamo anche Ceriscioli (che a Renzi vuole tanto bene) e risolviamo il problema del posto del lavoro a ben otto persone!


Governatore Luca Ceriscioli (PD) e il Sindaco Simone Pugnaloni (PD)

Che una sia anche mia moglie è solo un effetto collaterale della politica o anche culo vero e proprio, non è il caso di vergognarsi. Si chiamino le cose col proprio nome.
Si sa, del resto, che i migliori uomini, in ogni campo operativi, si possono dire uomini inizialmente fortunati e solo poi geniali. Nulla si può realizzare a questo mondo senza la fortuna e averne, aiutarla a farti baciare in fronte, non è mai stato considerato una colpa ma un preciso merito di cui pochi sono capaci…”.
Fu così che il 4 marzo 2016, quattro mesi dopo l’invito a Ginecologia chiudere i battenti e tre mesi dopo l’assunzione della numero 46 Elena Angeloni nella segreteria particolare del manager super stipendiato Bevilacqua (attualmente passato al Comune di Ancona per circa 110.000 euro l’anno) ed anche dell’allungamento delle abili e arruolate alla ricordata “47” Cristina Crescini (che finalmente potrà capire chi dover ringraziare di tanta grazia), fu così – si diceva – che gli osimani si trovarono senza il loro ultimo fiore all’occhiello (conseguenza banale: dal 2016 nessun cittadino potrà leggere nei propri documenti la dicitura “nato a Osimo”) e soprattutto fu così che Ceriscioli, la dove Spacca e altri avevano fallito, si trovò con una autostrada a quattro corsie, tutta in discesa, su cui far correre veloce la cessione della città (dal punto di vista ospedaliero) da Asur a Inrca.
Volendo riassumere con un concetto semplice e alla portata di tutti: un ospedale per uno stipendio. A propria moglie!

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