PERITONITE, NON OPERATO A OSIMO,
ELIO PAOLONI MUORE A TORRETTE
DOPO UN INTERVENTO IN RITARDO!

PERITONITE, NON OPERATO A OSIMO, ELIO PAOLONI MUORE A TORRETTE DOPO UN INTERVENTO IN RITARDO!

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L’uomo non è stato riconosciuto urgente dal Regionale ma solo da codice giallo!

 

PERITONITE, NON OPERATO A OSIMO,
ELIO PAOLONI MUORE A TORRETTE
DOPO UN INTERVENTO IN RITARDO!

 

E dire che il poveretto ha rifiutato il trasferimento a Jesi o a Senigallia…

Non operato d’urgenza ad Osimo, muore a Torrette due settimane dopo due delicati interventi chirurgici eseguiti in ritardo, ovvero con l’infezione ormai troppo estesa.

Elio Paoloni morto a Torrette dopo un ricovero sottovalutato

Elio Paoloni, osimano di 71 anni inutilmente presentatosi in piena notte, lo scorso 15 maggio, al pronto soccorso del S.S. Benvenuto e Rocco in preda ad un attacco di peritonite, ha dunque pagato con la vita la mancanza di un secondo chirurgo ad Osimo e il ritardo, di quasi 8 ore, con cui l’uomo è entrato in camera operatoria ad Ancona.

“Purtroppo ad Torrette dove mio marito, ex trapianto di un rene, è purtroppo conosciuto per aver subito più di un intervento – spiega la moglie Mirella Giacchetta – non hanno riconosciuto la necessità di intervenire d’urgenza. Secondo una dottoressa che non si è degnata neanche di venire a vedere le reali condizioni di mio marito, ad Elio Osimo aveva assegnato un codice giallo e quindi non c’era urgenza… Oltretutto, ha detto a mio figlio che più volte ha insistito affinchè qualche medico intervenisse, una camera operatoria era già impegnata in un altro caso urgente e la vicenda di mio marito non era poi così grave…”.

Difatti Elio Paoloni, accompagnato dai familiari al pronto soccorso di Osimo prima di mezzanotte, è andato sotto i ferri 8 ore dopo l’urgenza conclamata ma non riconosciuta. Un ritardo che ha comportato, visto il campo di intervento maggiore, allargatosi a causa dell’infezione in atto,  la necessità di operare Paoloni in due tranches, quattro ore martedì e quattro giovedì… scaricando sul poveretto una serie di maggiori problematiche che hanno ulteriormente aggravato il quadro clinico fino a condurlo a morte, giovedì scorso.

“Ma stavolta qualcuno pagherà… qualche testa a Torrette dovrà saltare – si dice certa la vedova – Non è possibile lasciare una persona, in preda a gravi dolori, senza alcuna assistenza in quanto il fatto non è urgente. Oltretutto senza neanche dargli una occhiata, Sarebbe bastato che quella dottoressa, che ha passato l’intera notte davanti al computer, avesse digitato il nome e cohnome di Elio Paoloni per comprendere a quale tipo di paziente si trovava di fronte… altro che codice giallo”.

Di fatto l’uomo ha però trovato assistenza solo con l’arrivo del turno di mattina e il dubbio di essere intervenuti troppo tardi, immancabilmente, rode la mente dei familiari.

“Non so se Elio, operato d’urgenza, sarebbe riuscito a scamparla di nuovo… so però che non è possibile lasciare un ammalato in queste condizioni. Ora, passati i primi giorni di scompiglio, proverò a chiedere conto del trattamento ricevuto e chiedere spiegazioni.

Mi auguro possano essere credibili e sufficienti… altrimenti andremo fino in fondo”.

Dunque le ire della famiglia Paoloni non si scagliano sul mancato intervento ad Osimo, ne si recrimina nel non aver seguito il consiglio di farsi trasferire d’urgenza presso gli ospedali di Jesi o Senigallia.

Proprio la scelta di Torrette – effettuata dalla famiglia, oltre che dal diretto interessato, anche a costo di trasferire Paoloni con mezzi propri – viene ora messa in dubbio per il trattamento ricevuto; in particolare si vuol capire, circa l’esito degli interventi che – se eseguiti in tempo – avrebbero potuto salvare la vita del poveretto, se la morte di Elio trascina con se delle evidenti responsabilità (come pare) denominate malasanità o se invece la morte sopraggiunta è da ascrivere esclusivamente alla fibra di Paoloni ormai intaccata da un quadro clinico importante.


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