RAPID TEST, ARCURI SDOGANA IL KIT CINESE
ALL’AVVIO SCREENING SU 150.000 PERSONE

RAPID TEST, ARCURI SDOGANA IL KIT CINESE ALL’AVVIO SCREENING SU 150.000 PERSONE

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Fine della corsa al fai-da-te che stava già causando confusione di risultati. Attesa per la scelta del prodotto a cui affidarsi


COMUNITÀ EUROPEA, 50 GIORNI DI COVID

CONTAGIDECESSI
Spagna177.64418.812
ITALIA165.15521.23%21.64529.49%
Germania134.7533.804
Francia134.58217.188
Belgio33.5734.440
Olanda28.3163.145
Portogallo18.091599
Austria14.350393
Irlanda12.547444
Svezia11.9271.203
Polonia7.582286
Romania7.216372
Danimarca6.876309
Repubb. Ceca6.301166
Lussemburgo3.37369
Finlandia3.23772
Grecia2.192102
Croazia1.74133
Ungheria1.579134
Estonia1.40035
Slovenia1.24861
Lituania1.09130
Slovacchia8636
Bulgaria74736
Cipro71512
Lettonia6665
Malta3993
TOTALE INFETTI778.16473.404

Fase 2, partita nella notte la campagna nazionale che autorizza i test
sierologici sugli asintomatici.
Il Commissario Domenico Arcuri, incaricato dal governo, ha finalmente
battuto un colpo e autorizzato la Protezione civile di reperire 150.000
test necessari per un primo screening nazionale.
La campionatura, da quanto si è appreso, sarà divisa in 6 diverse fasce
d’età e servirà a ricostruire la diffusione effettiva del virus nella
popolazione.
Dopo le prime mosse di alcune Regioni in ordine sparso, quindi, il
Governo e il Comitato scientifico stanno iniziando a muoversi provando a
centralizzare l’indagine epidemiologica.

Domenico ARCURI, via libera ai Rapid Test

I test (disponibili di fabbricazione cinese in almeno cinque o sei
versioni diverse) dovranno essere acquistati da Arcuri presso un unico
fornitore consentendo così al Comitato tecnico-scientifico di definire e
validare i criteri e le caratteristiche dei test.
I kit rapidi utilizzati per l’avvio della campagna nazionale – è stato
calcolato – coinvolgeranno un campione di circa 150.000 italiani,
suddivisi per profilo lavorativo, sesso e 6 diverse fasce di età.
A breve sarà pubblicato un bando con indicazioni esatte sulle tipologie
da perseguire, così da fare chiarezza sulle varie iniziative in campo,
mosse dal desiderio di partecipare ma prive di una cabina di regia
unica.
La procedura pubblica per la ricerca mirata all’acquisizione dei test
(ricordiamolo, volto a stabilire chi ha contratto il Covid 19) sarà
curata dal Commissario Domenico Arcuri.
I test, appunto, dovranno essere rispondenti alle precise
caratteristiche stilate dal Ministero della Salute.
Diverse Regioni, nei giorni scorsi, avevano annunciato indagini
epidemiologiche mirate.

La Comunità europea dei 27

Una scelta fai-da-te criticata dal Vice Direttore dell’Oms e membro del
Comitato scientifico, Ranieri Guerra-
Lo scienziato ha infatti più volte spiegato come l’obiettivo sia quello
di “avere un unico test nazionale”; perché “se andiamo ciascuno ad usare
un diverso test, con diverse performance, rischiamo di avere una più
difficile comparazione”.
Per la cronaca vale ricordare come martedì la Toscana ha dato il via a
ben 400.000 test, mentre la regione Lazio ne effettuerà presto altri
300.000.
In Lombardia, inoltre, dal 21 aprile verranno effettuati test al ritmo
di 20.000 al giorno, principalmente nelle province di Bergamo, Pavia,
Brescia e Como. Mentre ad Osimo il Sindaco ha già messo a disposizione
400 test rapidi (costo addebitato in bilancio sulle tasche degli
osimani) riservandoli ai dipendenti comunali o delle società satelliti.
Un costo non ancora quantificato visto che al prezzo del test toccherà
aggiungere la parcella del medico del Lavoro chiamato a ufficializzare
un risultato che – se Arcuri dovesse scegliere altra casa di produzione
rispetto ai test importati dalla Innoliving – non avrebbe neanche valore
legale!
Un possibile buco nell’acqua – causa incurabile mania di protagonismo –
che farebbe il paio con gli oggetti in stoffa distribuiti da Pugnaloni
in ogni famiglia e spacciati per sistemi salva vita, tali e quali alle
mascherine!


TEST CINESI TROPPA FRETTA, NEL CESTINO 6.853 EURO!
IL DESIDERIO DI SUPER APPARIRE PUNISCE PUGNALONI
COVID E LIBERAZIONE, RICETTA ALL’ITALIANA
CELEBRAZIONI CONSENTITE “IN QUALCHE MODO”

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