SI CONTAGIANO E MUOIONO INSIEME A DISTANZA DI POCHE ORE
MOGLIE E MARITO VITTIME DEL COVID CONTRATTO IN CASA

SI CONTAGIANO E MUOIONO INSIEME A DISTANZA DI POCHE ORE MOGLIE E MARITO VITTIME DEL COVID CONTRATTO IN CASA

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Maria Antonietta Cappannari e Oreste Gatti, entrambi 79 anni, perdono la vita a Torrette. Ricoverati da circa tre settimane, si sono spenti tra domenica sera (lei) e lunedì mattina (lui). Sale a 15 la conta dei morti osimani solo a febbraio. Sul finire degli anni ’80 un’altra doppia tragedia familiare: la figlia Antonella e la nonna Solidea morirono avvelenate per esalazioni venefiche di monossido da carbonio sviluppate da una stufa mal funzionante


Muoiono insieme, nel breve volgere di poche ore, strappati alla vita dal virus. Quando la città pensava di aver amaramente chiuso la conta dei morti del tragico mese di febbraio (ben 13 le vite falciate dal Covid) è giunta l’ulteriore notizia di Maria Antonietta e Oreste, moglie e marito, rapiti a questo mondo praticamente insieme, separati nell’ultimo viaggio appena da poche ore.
Domenica si era prematuramente congedata Maria Antonietta CAPPANNARI e questa mattina, come era apparso purtroppo inevitabile visto il precipitare del quadro clinico, è stata la volta del marito Oreste GATTI, per entrambi 79 anni.
La coppia – che lascia le figlie Alessandra e Federica – aveva iniziato a manifestare, quasi contemporaneamente, i primi sintomi del contagio ad inizio mese, vittima dell’ennesimo caso di diffusione casalinga del virus.
La casa quindi, come nella realtà di tanti lutti tra i nostri anziani, come luogo ideale per essere contagiati, inconsapevolmente, proprio dalle persone più care.

Maria Antonietta CAPPANNARI

Crediamo che a virus debellato, pianti i 100.000 morti italiani falciati dal mal cinese, sarà importante un atto di profonda riflessione, da parte delle nostre Autorità, su quanto non fatto per mettere in vera sicurezza le persone a noi più care e più a rischio; se non su quanto fatto, al contrario, di profondamente sbagliato.
Dopo oltre un anno di virus crediamo non possa essere più accettato il fatto di continuare a non comprendere come la convivenza tra persone a rischio, proprio perchè parte dello stesso nucleo familiare, costituisca la base dei nuovi episodi mortali verso quanti contano, per questioni anagrafiche, su minori difese immunitarie.
Molti casi del febbraio terribile osimano, non a caso, raccontano lo stesso file rouge, lo stesso contagio familiare, attinto dai più giovani e diffuso in casa ai meno protetti.
Grosso modo come nella vicenda CAPPANNARI-GATTI dove moglie e marito, tra l’altro non particolarmente anziani, si sono auto infettati l’un l’altro denunciando in rapida successione gli stessi sintomi, l’identico percorso e purtroppo una fine quasi coincidente.
Ricoverati entrambi a Torrette da circa tre settimane, il quadro clinico ha registrato per i coniugi, negli ultimi giorni, un progressivo peggioramento che non ha lasciato scampo alle speranze, ne per l’uno che per l’altra.
La coppia, molto unita e conosciuta in città, sia nel quartiere San Marco che in quello della Sacra Famiglia, in questi ultimi anni era ritornata ad abitare in via Pompeiana, nei pressi dell’abitazione che sul finire degli anni ’80 era tragicamente assurta agli onori della cronaca per la vicenda costata la vita alla giovane figlia Antonella e alla di lei nonna Solidea.
Un doppio caso di avvelenamento da monossido di carbonio causato da una stufetta mal funzionante, lasciata accesa in una fredda notte di gennaio, sul finire degli anni ’80. Quella notte Antonella, una bella e brava ragazza molto attaccata alla nonna, aveva deciso di non lasciare l’anziana da sola in una nottata di freddo intenso e tenerle compagnia per ogni evenienza.
Purtroppo la stufetta a gas, lasciata accesa per riscaldare l’ambiente dalle temperature notturne, iniziò ad esalare anche monossido di carbonio, insapore ed inodore, che pian piano stordì le due donne nel sonno.
Antonella, più giovane, riuscì in qualche modo a riprendersi dall’intontimento cercando di guadagnare la porta ma fu lì, distesa a terra dietro l’ingresso che avrebbe potuto salvarle la giovane vita, che fu ritrovata esanime l’indomani mattina, da pompieri e ambulanze richiamate sul posto.

Oreste GATTI, 79 anni

Per Osimo fu uno dei primi casi di cronaca nera capaci di attirare l’attenzione e il dolore dell’intera città e in tanti si strinsero attorno a mamma Maria Antonietta e a papà Oreste per dimostrare l’affetto e la vera vicinanza di un quartiere e di una intera comunità.
Per ricordare quel sacrificio e il gesto di altruismo di Antonella verso nonna Solidea, la famiglia e gli amici diedero vita, praticamente subito, ad un torneo annuale di bocce – il memorial Gatti, riservato a giovani e giovanissimi fino ai 18 anni – che per 30 e più anni ha visto gareggiare, presso la bocciofila della Sacra Famiglia, la migliore gioventù nazionale e persino internazionale. Un modo certamente degno, perpetuato nel tempo, per tener vivo il ricordo della povera ragazza osimana.
Ora questa nuova, doppia, ferale notizia, in qualche modo di cronaca come quella di Solidea e Antonella, a rinnovare un dolore mai sopito che ha certamente unito la coppia in tutti questi anni, fino al doppio addio in contemporanea.
I funerali di Maria Antonietta e Oreste si terranno mercoledì mattina, in forma strettamente privata a causa proprio delle norme Covid, presso la cappella di famiglia del Cimitero Maggiore.
Per tutti le figlie Alessandra e Federica ricordano le due figure scomparse, indicandole come mamma, babbo, sposi, genitori e nonni esemplari.


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