UN ANNO FA LE CAMPANE A FESTA
PER DINO E MARINA
OSIMO ATTENDE ANCORA
DI CONOSCERE I RESPONSABILI

UN ANNO FA LE CAMPANE A FESTA PER DINO E MARINA OSIMO ATTENDE ANCORA DI CONOSCERE I RESPONSABILI

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UN ANNO FA LE CAMPANE A FESTA PER DINO E MARINA
OSIMO ATTENDE ANCORA DI CONOSCERE I RESPONSABILI

Lettera aperta a Pugnaloni: “Signor Sindaco ci dica la verità”

Domani cade il primo amaro anniversario della tragedia di Rigopiano. OSIMO OGGI con la presente lettera aperta al Sindaco Simone Pugnaloni, intende farsi portavoce dei troppi perchè caratterizzarono la vicenda sul versante spettatore dei fatti di Osimo.

“Risultano essere in salvo tre dei dispersi marchigiani che si trovavano nell’hotel Rigopiano. Sono Domenico Di Michelangelo, 41 anni, di Chieti, poliziotto in servizio ad Osimo, la moglie Marina Serraiocco, 37 anni, di Popoli e del loro bambino Samuel di 7 anni. Lo conferma il Sindaco di Osimo Simone Pugnaloni che cita fonti dei familiari e delle forze di polizia”.

Altra fonte: “La catena degli eventi ha attraversato tutte le fasi: lo shock, la speranza (dopo che era stato ritrovato vivo Samuel), l’illusione che fossero vivi anche i suoi genitori, Domenico Di Michelangelo, 41 anni, poliziotto in servizio ad Osimo e Marina Serraiocco, 37 anni, commerciante nel centro osimano.
Per l’occasione un urrà del Sindaco Simone Pugnaloni, a dare la notizia via social, con campane a festa. Salvo poi smentire in serata. Frutto di un equivoco”.

Ed ancora, a scelta, tra centinaia di news tutte uguali: “Poco prima delle 15 la notizia che tutti sognavamo leggere: “Sono salvi! Fonti autorevoli mi comunicano che sono vivi. Vi aspettiamo ad Osimo a braccia aperte”.
Il Sindaco Simone Pugnaloni apriva così, sul suo profilo Facebook, le porte di una gioia incontenibile ed inaspettata. Un miracolo. Dopo 43 ore Dino Di Michelangelo, poliziotto chietino in servizio al Commissariato di Osimo, la moglie Marina Serraiocco, commerciante e titolare di un negozio in Corso Mazzini: “Le bomboniere di Marina” e il loro figlio di 7 anni Samuel sarebbero stati estratti vivi!
Un tam tam di messaggi e notizie che i social hanno trasformato in un turbinio di festa. A Osimo si sono persino suonate le campane!
Ma più trascorrevano i minuti, più le certezze si sbriciolavano… fino ad arrivare alla terza mezzanotte dell’evento, quando il buio era squarciato solo dalle fotoelettriche dei Vigili del Fuoco e dei mezzi della Protezione civile.
Le speranze, il sollievo e la gioia sono state drasticamente ridotte dalla realtà: solo il piccolo Samuel è stato sicuramente estratto vivo…”.
Avremmo potuto citare decine di altri commenti, locali e nazionali, ma sarebbe operazione del tutto inutile. Tutti gli osimani che hanno avuto voglia di farsi una idea su quanto tragicamente accaduto, a distanza di un anno da eventi talmente eccezionali, hanno da tempo compreso come il Sindaco Pugnaloni, in quelle ore, abbia volutamente cercato e trovato un ruolo che non avrebbe dovuto avere per acquisire visibilità e con essa i famosi cinque minuti di notorietà che giornali e tv regalano a piene mani, indistintamente a tutti e ogni giorno, a perfetti sconosciuti.
Anche in cambio di nulla. Figuriamoci se invece il “Sindaco sconosciuto” è portatore in anteprima di notizie non solo positive ma addirittura di scoop entusiasmanti.

Persino la più grande agenzia informativa nazionale – Ansa – di fronte alla eccezionalità di quelle parole e di quei gesti dovette prendere atto del lieto fine annunciato amplificando la notizia su scala internazionale.
Insomma Signor Sindaco un bel pastrocchio all’osimana di cui c’è poco andare fieri.

Per tutte queste motivazioni OSIMO OGGI, dopo averci pensato a lungo su, ha deciso di chiedere conto di quei minuti e ore lontane ormai un anno attraverso una lettera aperta volta a fare definitiva chiarezza.
Crediamo che la città e prima ancora le famiglie dei due sfortunati protagonisti, nonchè i futuri perchè del piccolo Samuel meritino una risposta chiara e convincente.

Per dirla fuori dai denti, Signor Sindaco, OSIMO OGGI non le crede.
Non crede una parola di quanto accampato a giustificazione e la ritiene sulla vicenda un gran bugiardo al solo scopo di non ammettere quanto risulterebbe scomodo ammettere: lei non aveva alcun canale preferenziale sui soccorsi in atto e si è basato unicamente sulle notizie del primo momento che avallavano un  possibile lieto fine per l’intera famigliola.
Ha azzardato e le è andata male. Soprattutto ha azzardato per miseri secondi fini che con la vita e la tragedia che per giorni si sono confuse sulle neve di Rigopiano in diretta nazionale, Lei ha pensato possibile.
Che male c’era, in definitiva, se l’occasione si prestava per essere trasformata in una ribalta nazionale da rivendere con meriti propri agli osimani? Il dubbio che, quand’anche Dino e Marina fossero usciti vivi come da Lei pronosticato, la stessa sorte non sarebbe capitata alle altre 27 persone, non l’ha sfiorato per un attimo.

Il fatto di restare in silenzio, ovvero l’unica cosa da dichiarare a caldo, non è mai stato preso in considerazione, al contrario smanioso di apparire pur che sia.

Per tutte queste motivate ragioni, ribadiamo, OSIMO OGGI non è disponibile a crederla oltre, specie se non dovessero neanche in questa occasione giungere spiegazioni plausibili.

OSIMO OGGI non crede che in via riservata i familiari di Dino e Marina le abbiano rivelato in anteprima la notizia dell’avvenuto ritrovamento in vita dei propri congiunti (oltretutto, in quelle ore, il Sindaco di Osimo era per le famiglie Di Michelangelo e Serraiocco un perfetto sconosciuto); allo stesso modo OSIMO OGGI non Le crede quando, quale possibile fonte, si citano non meglio precisati ambienti di Polizia.
Anche in questo caso, per la Polizia – ammesso e non concesso che qualcuno in divisa abbia voluto spendere fondate speranze positive nei confronti del collega e della moglie intrappolati – non c’era mezzo motivo per far circolare la voce confidenziale, oltrettutto avente per beneficiario un perfetto estraneo, rispetto alla vicenda, come il Sindaco di Osimo.
Insomma, detto come va detto, Sindaco… un anno dopo non abbiamo cambiato idea; non la crediamo neanche un pò su queste confidenze ricevute che l’hanno spinta certamente ad ottenere una visibilità nazionale, ma visibilità negativa.
Niente salotto buono da Bruno Vespa o passerella da Costanzo accompagnando in tv la famigliola ritrovata di cui Lei per primo diede il primo annuncio. E niente interviste sui giornali locali per ripetere decine e decine di volte il felice combinarsi degli eventi.

Dopo 365 giorni da quelle campane fatte suonare a festa, gettando nel ridicolo il nome della città da Lei guidata, OSIMO OGGI le chiede di fare nomi e cognomi di colui/coloro che la misero sulla cattiva strada facendole annunciare informazioni tanto sensazionali quanto inesistenti.
Oltretutto, sia poliziotti che familiari, trattasi di persone – quelle da Lei indicate a caldo – in perfetta buona fede e su cui Lei non può vantare alcun segreto non essendo questo previsto dalla Sua professione pro tempore.
Insomma rendere pubblico alla città, alla famiglia, a Samuel e a quanti come cittadini sono soltanto curiosi di conoscere la verità, sia pur un anno dopo, che a rivelarLe anticipatamente il lieto fine fu l’ispettore Caio anzichè il vice Questore Sempronio; o invece che ad indurlo fuori strada fu una telefonata ascoltata o venuta a conoscenza fuori via.
Tutto questo ce lo aspettiamo. Non ci crederemo fin quando non sarà stato fatto ma non di meno ce lo aspettiamo quale miracolo per Samuel, riscatto della verità su piccoli interessi di bottega.
Oltre la verità, signor Sindaco, i protagonisti attenderebbero anche delle scuse. Per la verità attenderebbero anche i 140.000 euro circa donati dalla generosità di tanti osimani e da un anno da Lei trattenuti in banca. Ma questa è un’altra brutta storia.
Accontentiamoci di un lieto fine alla volta.

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