Il leader di Su la Testa sceglie il rimborso delle trattenute, 80.000 euro una tantum
VITALIZI D’ORO, LATINI RINUNCIA
POLENTA E GIACCO PASSARONO ALL’INCASSO:
7.107 E 4.061 EURO, AL MESE E PER SEMPRE

Il leader di Su la Testa sceglie il rimborso delle trattenute, 80.000 euro una tantum VITALIZI D’ORO, LATINI RINUNCIA POLENTA E GIACCO PASSARONO ALL’INCASSO: 7.107 E 4.061 EURO, AL MESE E PER SEMPRE

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Vitalizi, pensioni d’oro e affini. Ovvero meglio bere l’uovo fresco oggi o sgranocchiare la gallinella pubblica poi?

Ad Osimo l’interrogativo se lo sono posti in tre, Paolo Polenta, Luigi Giacco e da ultimo Dino Latini, optando ciascuno secondo la propria legittima convenienza.

Paolo Polenta. vitalizio 4.061 euro.

Iniziamo dal più vecchio in età e più ricco in pensioni ed appannaggi Polenta.

Già Sindaco di Osimo nel 1970 a soli 25 anni, Polenta dopo un decennio alla guida della città e incarichi di tutti i tipi nella Democrazia Cristiana degli anni ‘80, sbarca finalmente in Regione nel quinquennio 1985-1990 quale Assessore alla Sanità.

Mal incolse la città quando l’Assessore, con un’abile mossa interna alla Dc regionale, riuscì a far dirottare su Osimo, proprio grazie al ruolo istituzionale rivestito, un finaziamento complessivo di 60 miliardi del vecchio conio piovuti sulle Marche tra le pieghe della Finanziaria dell’89 firmata dall’allora ministro Donat Cattin.

45 per il ospedale di zona di Osimo e 15 per ristrutturare il Muzio Gallo a nuova sede della Lega del Filo d’Oro.

Una piccola montagna di soldi (in lire ma pur sempre tanti per l’epoca) destinati alla Regione e da qui reindirizzati su Osimo per finanziare la nascita attesa, già allora, del nuovo ospedale.

Già scelta la localizzazione: da tempo immemore in cima alla collinetta di Monteragolo (sopra la Gironda per intenderci) che il Prg cittadino del tempo destinava ad area sanitaria.

Dino Latini, sceglie il rimborso delle trattenute

Da quel finanziamento a pioggia è così partita una terribile storia, non ancora conclusa, di 28 anni di tira e molla sull’ospedale che vi risparmiamo ma che è possibile condensare in due dati: i tanti miliardi in lire destinati ad Osimo dalla Finanziaria ‘89 sono stati da tempo fagocitati nel bilancio della Regione: di conseguenza, senza più una lira da spendere per Osimo e soprattutto senza altri Assessori alla Sanità in Regione dopo l’era Polenta, la sanità osimana è stata lentamente smantellata da Ancona e dal triangolo provinciale Senigallia-Jesi-Fabriano.

A ricordo di quei 5 anni in Regione, oltre alla sfortunata vicenda ospedale, resta per Polenta un passaggio tv, sempre dell’89, culminato con un assaggio di cozze in diretta teso a dimostrare che per i marchigiani non c’erano pericoli per la salute… in realtà nelle stesse ore le analisi dell’istituto superiore della Sanità accertavano, nell’imbarazzo generale, che nei moscioli di casa nostra si nascondeva l’esatto contrario, ovvero la presenza di tossine gastroenteriche!

La vicenda finì senza morti o feriti ma solo con qualche mal di pancia… tanto che l’ex Sindaco poté completare il mandato e quindi passare all’incasso, già dalla primavera 2005, cioè al sopraggiungere dei 60 anni, il vitalizio regionale pari a 3.045,93 euro mensili.

Una sorta di… ergastolo economico d’oro che i nostri politici, di ogni latitudine e orientamento, non si sono fatti mancare. Manco a dirlo esentasse.

A questo primo bonus occorre poi sommare, sempre un vitalizio ancora superiore e pari a 4.060,97 quale indennità per la doppia elezione al Senato del 30 luglio 1992 (subentrato al dimissionario Alessandro Fontana) e nel 1994 alla Camera per il Partito Popolare grazie al successo colto nel collegio elettorale di Ascoli Piceno.

Totale al centesimo dei due vitalizi sommati? 7.106,90 euro, sempre mensili.

A cui occorre aggiungere la pensione personale maturata da Polenta quale dirigente scolastico (non disponendo della dichiarazione dei redditi possiamo ipotizzare altri 2.000 euro circa) per un saldo approssimativo che oltrepassa la soglia dei 9.000 euro, sempre al mese.

Finito qui? Con 9.000 euro, tutto sommato un signore di 72 anni ormai fuori dai giochi politici potrebbe anche campare in dignità. Ovviamente no. A questa somma occorre sommare anche un quarto e persino un quinto cumulo rappresentati dalla quota parte pensionistica maturata a Roma (Camera e Senato) e ad Ancona.

Parlamento italiano, Montecitorio

Non conoscendo i dati al dettaglio non ce la sentiamo di avanzare per Polenta cifre finali che comunque potrebbero a questo punto lievitare fin quasi la soglia dei 15.000 euro, 100 in più/mille in meno. Non male.

Un pò meno, ma non molto meno, per Gigi Giacco a cui spetta il record di tre elezioni consecutive alla Camera maturate tutte nel collegio maggioritario di Osimo: nel 1994 contro Sgarbi, nel 1996 contro Giannattasio e nel 2001 contro Grandinetti. Una dozzina di anni a Roma di cui gli osimani, elettori e non di Giacco, non ricordano benefici fatta salva una comparsata al Festival di Sanremo.

Non pervenuti interventi, proposte e men che meno leggi a firma Giacco da tramandare ai posteri. In compenso, tornando al vil denaro, dall’anno 2007 maturano per l’esponente Ds vitalizi parlamentari mensili di 4.060,97 euro a cui sommare la pensione personale maturata da Giacco con l’incarico al Filo d’Oro (importo che non conosciamo) e a cui aggiungere la quota parte pensionistica, non particolarmente leggera per i 12 anni – ci scuserà l’Onorevole – di “vacanze romane”.

Luigi Giacco, vitalizio 7.107 euro

Rendita mensile liquidata e ipotizzabile: 12.000 euro, anche in questo caso 100 in più o 1.000 in meno ogni santo mese. Unica prestazione gratuita? La recente nomina a Presidente della Asso.

Chi viaggia su cifre decisamente più modeste, quasi umane, è invece Dino Latini, un intero mandato – 2.010/2.015 – in Regione.

Il leader delle liste civiche, fiutando il cambiamento dei tempi, ha invece optato per un bell’ovetto subito da circa 80.000 euro, da bere fresco in luogo del futuro vitalizio e della quota pensione regionale.

Con Latini anche una decina di altri consiglieri hanno optato per la stessa strada, guidati su tutti dall’ex Presidente Spacca che, registrato il malcontento dei cittadini di fronte ai privilegi auto inflittesi dalla casta, ha optato di chiudere la partita previdenziale con la Regione, come la legge gli consentiva di scegliere, facendosi liquidare – in cambio della dura vita durata un quarto di secolo a Palazzo – quasi 400.000 euro. Diciamo l’equivalente di 770 milioni di vecchie lire che suonano meglio.

Tornando a Latini e alla rinuncia al vitalizio occorre precisare che, una volta raggiunta l’età della pensione, l’ex Sindaco potrà quindi far conto, in vecchiaia, “solo” sul fondo personale accumulato come avvocato.

La rinuncia al vitalizio mensile, contro riscatto dei fondi previdenziali rimborsati nei circa 80.000 euro una tantum prescelti da Latini (e dai ricordati altri nove Consiglieri regionali: Bugaro, Foschi, Carloni, Ciriaci, Massi, Zinni, Acquaroli, Romagnoli e Silvetti) prevede infatti la contestuale chiusura della partita pensionistica pubblica.

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