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𝐈𝐧𝐬𝐮𝐟𝐟𝐢𝐜𝐢𝐞𝐧𝐭𝐞, 𝐚𝐬𝐬𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐨 𝐦𝐚𝐥 𝐩𝐨𝐬𝐭𝐚, 𝐥𝐚 𝐜𝐚𝐫𝐭𝐞𝐥𝐥𝐨𝐧𝐢𝐬𝐭𝐢𝐜𝐚 𝐬𝐭𝐫𝐚𝐝𝐚𝐥𝐞 𝐝𝐢 𝐒𝐢𝐫𝐨𝐥𝐨 𝐥𝐚𝐬𝐜𝐢𝐚 𝐢 “𝐟𝐨𝐫𝐞𝐬𝐭𝐢𝐞𝐫𝐢” 𝐢𝐧 𝐛𝐚𝐥𝐢𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐭𝐫𝐚𝐟𝐟𝐢𝐜𝐨 𝐞/𝐨 𝐭𝐫𝐨𝐩𝐩𝐨 𝐬𝐩𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐧𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐦𝐚𝐧𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐚𝐮𝐭𝐨𝐦𝐨𝐛𝐢𝐥𝐢𝐬𝐭𝐚 𝐦𝐞𝐧𝐨 𝐫𝐚𝐠𝐢𝐨𝐧𝐞𝐯𝐨𝐥𝐞. 𝐈𝐧 𝐈𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚 𝐛𝐞𝐧 𝟓 𝐥’𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐢 𝐜𝐚𝐬𝐢-𝐥𝐢𝐦𝐢𝐭𝐞, 𝐩𝐫𝐨𝐯𝐨𝐜𝐚𝐭𝐢 𝐝𝐚 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐛𝐚𝐧𝐚𝐥𝐢, 𝐫𝐢𝐬𝐨𝐥𝐭𝐞 𝐜𝐨𝐧 𝐥𝐚 𝐟𝐨𝐫𝐳𝐚 𝐞 𝐥𝐚 𝐦𝐨𝐫𝐭𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐞𝐧𝐝𝐞𝐧𝐭𝐞. 𝐒𝐞𝐫𝐯𝐞 𝐫𝐢𝐩𝐞𝐧𝐬𝐚𝐫𝐞, 𝐜𝐨𝐧 𝐮𝐫𝐠𝐞𝐧𝐳𝐚, 𝐥’𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐚 𝐯𝐢𝐚𝐛𝐢𝐥𝐢𝐭𝐚̀ 𝐝𝐚 𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐢 𝐦𝐚𝐠𝐠𝐢𝐨𝐫𝐢 𝐩𝐚𝐫𝐜𝐡𝐞𝐠𝐠𝐢, 𝐨𝐥𝐭𝐫𝐞𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐚 𝐩𝐚𝐠𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨, 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐢𝐭𝐭𝐚𝐝𝐢𝐧𝐚

Prevedibile la lite mortale di via Cilea. Alla luce degli ultimi dati ufficiali sulla “rabbia da strada”, che indicano in almeno 5 morti l’anno, a partire dal 2018, i decessi conseguenti alle aggressioni da strada originate da questioni di viabilità, la sorte toccata domenica pomeriggio al giovane albanese Klajdi BITRI, non può essere imputata al gran caldo o alla sola “pazzia” dell’algerino aggressore.

Stando al racconto dei residenti di via Cilea, testimoni obbligati quotidiani, ogni sera d’estate non fa eccezione, con colpi di clacson, urla e vaffa… quando non di peggio, indirizzati al povero automobilista in cerca disperata di parcheggio.

Ciascun turista, specie se per una notte, una volta giunto alla mini rotonda tra via Cilea e via La Fonte (che sale perpendicolarmente verso il centro storico di Sirolo) si ritrova l’accesso sbarrato… ma con una serie di prescrizioni per leggerne almeno la metà, servirebbe un buon minuto di orologio!

Di Vigili urbani o comunque addetti ai lavori neanche l’ombra, dicono impegnati sin dall’alba (prima ancora delle 7 del mattino) a multare camper in sosta nel parcheggio scampagnato (ma pur sempre a pagamento) attiguo. Ma questa è un’altra storia che tratteremo a parte.

Torniamo così ai nostri automobilisti alla ricerca di sosta. Imboccata in fila indiana via Cilea, solo il riverbero delle luci del centro storico lasciano immaginare di trovarsi nella giusta direzione. Le indicazioni di dove parcheggiare, infatti, non risultano da nessuna parte e ogni incastro, tra un’auto e l’altra, può dare la speranza, in genere solo illusione, di aver risolto il problema.

Con una simile prospettiva si giunge così, in genere a passo d’uomo, alla rotonda maledetta e alla transenna, visibile solo dopo aver imboccato la mini rotatoria. Appesi alla balaustra ben tre cartelli di grandi dimensioni che, testualmente, informano e ammoniscono:

CARTELLO UNO: “Comune di Sirolo, Polizia Locale. Zona a traffico limitato. Segue un chiarissimo segnale di divieto di accesso, valido dalle 20 alle 6 del mattino seguente, ma con prescrizioni: eccetto veicoli autorizzati e/o al servizio di persone invalide. Ovviamente per Polizia, ambulanze e Vigili del fuoco ed infine le categorie che lasciano più sperare: residenti e/o autorizzati.  

Ma non solo. Veniamo al CARTELLO DUE: si specifica, in italiano e in inglese, chi sono gli automobilisti privilegiati, ovvero “i turisti dimoranti nelle attività del centro e del Camping internazionale”.

Può bastare? Purtroppo non ancora. Mentre ormai la coda perenne comincia a dare segnali di nervosismo, ci sarebbe da esaminare pure una terza ed ultima avvertenza, stavolta pecuniaria.

Il CARTELLO NUMERO 3 così recita: “Comune di Sirolo. ATTENZIONE ZTL ATTIVA con apparecchiatura elettronica”. Ma quando? Nei festivi da aprile a maggio solo dalle 17 alle 20. Da giugno e fino al 17 settembre bisogna invece distinguere tra feriali, festivi e anche pre festivi in questi orari: feriali ZTL attiva dalle 20 alle 6 del giorno dopo; pre festivi e festivi dalle 17 alle 6 dell’indomani.

La sin troppo analitica, quanto tardiva, cartellonistica tra via Cilea e via Le Fonti a Sirolo, teatro quasi quotidiano di liti stradali

Finito? Non ancora. E’ prevista una ZTL anche in bassa stagione, esattamente dal 18 settembre al 31 ottobre. In questo periodo l’accesso al centro storico da via Cilea è off limits nei pomeriggi festivi, dalle 17 alle 20.

Capirete l’imbarazzo di qualunque milanese o romano ma anche di tanti osimani che magari scelgono le bellezze di Sirolo, causa problemi di parcheggio, solo due/tre volte l’anno. Dove lasciare la macchina?

L’auto, alla fine, potrà essere lasciata, ovviamente pagando H24 un euro l’ora, in grandi piazzali posti più a monte e raggiungibili solo seguendo la lenta scia delle macchine, tutte o quasi nelle stesse condizioni descritte.

Un simile scenario, se non sorprende i residenti, abituati a schiamazzi notturni continui, se non litigi quotidiani, lascia però indifferente l’Amministrazione locale – capeggiata da Filippo MOSCHELLA, nella vita agente di polizia e responsabile provinciale del sindacato Sap – incapace o non interessata a trovare una soluzione viaria, diciamo così, più normale e quindi – magari – di maggior attrazione.

Tornando ai dati di rabbia stradale, riportiamo i dati risalenti al 2018, studiati dall’Asaps, l’associazione degli Amici e sostenitori della Polizia stradale. Ben 181, una ogni due giorni (!) le aggressioni gravi tra automobilisti conclusesi con un bilancio di 5 morti e 223 feriti (40 dei quali riportanti lesioni molto gravi). Nel 16% degli episodi sono state utilizzate armi improprie (mazze, ombrelli, cacciaviti, la stessa vettura e da ultimo, insegna Sirolo, una fiocina per la pesca), mentre la comparsa di pistole o coltelli si è verificata nel 18% delle liti; infine sono ascrivibili a stranieri 16 aggressioni su 100.

Questa l’analisi del fenomeno fatta per Asaps da Adriano ZAMPERINI, docente di Psicologia sociale all’università di Padova. “L’episodio di Sirolo colpisce per la sproporzione tra la banalità del motivo, un rallentamento del traffico o un gesto equivocato, e la violenza della reazione. Non per questo dobbiamo farci accecare dalla gravità dell’accaduto: si tratta di un evento “sentinella” che dovrebbe farci riflettere su quanto, con il tempo, ci siamo impoveriti della capacità di stare con gli altri” – nota il docente a proposito dell’aumento dei casi di “road rage”.

Episodi quasi sempre “limitati” a insulti e minacce verbali ma sempre più spesso, vicende pronte a degenerare in gesti di vera e propria violenza. “C’è un aspetto culturale di cui tener conto – premette ancora ZAMPERINI – ovvero il fatto di vivere in un’epoca in cui è sempre meno il rispetto per tutte quelle norme, non scritte, che danno a ciascuno una segnaletica interpersonale per potersi muovere in pubblico.

Si dà uno spazio sempre più grande, con enfasi mal posta, all’individuo; e l’individuo finisce con il muoversi nello spazio come se gli altri gli fossero da disturbo, come se rappresentassero degli ostacoli alla vita quotidiana.

Anche il mezzo ha la propria importanza: l’auto viene vissuta da molti come un prolungamento di se stessi. Persino un semplice graffio sulla carrozzeria può essere subito come una ferita e innescare una risposta sproporzionata.  L’auto è vissuta anche come un involucro protettivo, un guscio, una corazza: persino a livello pubblicitario si accredita l’idea che la città sia una giungla e che solo la propria macchina consenta di muoversi in sicurezza. Chi “minaccia” questa sicurezza, innesca una reazione.

Poi esistono in circolazione individui con livelli di irascibilità molto più accentuata di altri, che reagiscono con violenza a determinate situazioni. Anche il consumo di alcol o droghe rappresenta un elemento scatenante. Ecco così che il traffico, le code, la mancanza di un parcheggio, un banale rallentamento diventano problemi quotidiani di tanti automobilisti.

E chiunque, in certi casi, può potenzialmente reagire in modo scomposto”. 

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