𝑰𝒍 𝒄𝒂𝒑𝒐𝒈𝒓𝒖𝒑𝒑𝒐 𝒓𝒆𝒈𝒊𝒐𝒏𝒂𝒍𝒆 𝒅𝒊 𝑭𝒓𝒂𝒕𝒆𝒍𝒍𝒊 𝒅𝒊 𝑰𝒕𝒂𝒍𝒊𝒂, 𝒊𝒏 𝒑𝒊𝒆𝒏𝒂 𝒄𝒂𝒎𝒑𝒂𝒈𝒏𝒂 𝒆𝒍𝒆𝒕𝒕𝒐𝒓𝒂𝒍𝒆, 𝒔𝒄𝒐𝒏𝒕𝒂 𝒊𝒍 𝒎𝒂𝒍𝒄𝒐𝒏𝒕𝒆𝒏𝒕𝒐 𝒍𝒆𝒈𝒉𝒊𝒔𝒕𝒂 𝒊𝒏 𝑹𝒆𝒈𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒑𝒆𝒓 𝒊𝒍 𝒎𝒂𝒏𝒄𝒂𝒕𝒐 𝒈𝒐𝒍𝒑𝒆 𝒗𝒐𝒍𝒖𝒕𝒐 𝒅𝒂𝒍𝒍𝒂 𝑳𝒂𝒕𝒊𝒏𝒊. 𝑬 𝒂𝒏𝒄𝒉𝒆 𝒍𝒂 𝒕𝒆𝒔𝒕𝒂𝒓𝒅𝒂𝒈𝒈𝒊𝒏𝒆 𝒅𝒊 𝒊𝒎𝒑𝒊𝒄𝒄𝒊𝒂𝒓𝒔𝒊 𝒏𝒆𝒍𝒍𝒆 𝒗𝒊𝒄𝒆𝒏𝒅𝒆 𝒑𝒐𝒍𝒊𝒕𝒊𝒄𝒉𝒆 𝒐𝒔𝒊𝒎𝒂𝒏𝒆, 𝒎𝒆𝒕𝒕𝒆𝒏𝒅𝒐𝒔𝒊 𝒑𝒆𝒓 𝒊𝒍 𝒗𝒆𝒏𝒕𝒆𝒔𝒊𝒎𝒐 𝒂𝒏𝒏𝒐 𝒄𝒐𝒏𝒔𝒆𝒄𝒖𝒕𝒊𝒗𝒐 𝒅𝒊 𝒕𝒓𝒂𝒗𝒆𝒓𝒔𝒐 𝒂𝒍𝒍𝒂 𝒄𝒂𝒏𝒅𝒊𝒅𝒂𝒕𝒖𝒓𝒂 𝒂 𝑺𝒊𝒏𝒅𝒂𝒄𝒐 𝒅𝒊 𝑳𝒂𝒕𝒊𝒏𝒊.
Fuoco amico leghista sulla candidatura europea di Carlo CICCIOLI?
Come spiegare altrimenti la discesa in campo dell’On. Mirco CARLONI, 42 anni, di Fano, annunciata in pompa magna nientemeno che da SALVINI, nel corso dell’ultimo sbarco nelle Marche, circa un mese fa, a Macerata?
Un passo indietro per i meno ferrati. Le Europee del 9 giugno prevedono il ricorso ad un sistema elettorale proporzionale, ovvero niente maggioranze pre costituite e ad ognuno il suo, con tanto di possibilità antica di indicare la preferenza al politico più gradito della lista prescelta,
Restando sempre in termini tecnici occorre ricordare come il sistema preveda un Collegio unico, denominato Centro Italia e raggruppante ben quattro regioni: Toscana, Lazio, Umbria e Marche.
Poi per gli italiani al voto residenti da Firenze a Perugia e da Roma ad Ancona ci saranno a disposizione solo 15 seggi, da suddividersi “proporzionalmente”, tra tutti i partiti aventi diritto a suon di voti propri.
Difficile da ricordare, anche a memoria allenata di cronista, l’ultimo politico nato e operante nelle Marche, appartenente a qualsiasi partito, spedito a Bruxelles dagli elettori dell’Italia-Centrale. Il caso è forse unico e riguarda la romana di nascita Luciana SBARBATI, repubblicana e trapiantata nelle Marche, eletta nel 2004 in quota Ulivo. Prima e dopo, riga.
Facile comprenderlo: tutti i marchigiani non arrivano a coprire i residenti della sola Roma… e i numeri restan numeri: difficile agguantare il pass per Bruxelles se dalla Capitale un qualsiasi aspirante euro-parlamentare non riuscisse a tirar fuori un bonus di almeno 10.000 preferenze, da sommare ad altrettanti voti (o anche più) provenienti dal territorio di riferimento.
Ciò detto proviamo a capire come mai, tra CARLONI e CICCIOLI, sarà difficile che i marchigiani ne vedan almeno uno trasferirsi in Belgio per il quinquennio 2024-2029.
Proviamo ad immaginare lo scenario politico del 9 giugno partendo dalle promesse di voto note, ad oggi, con gli ultimi sondaggi politici disponibili e a sua volta trasposti sui 15 seggi in palio.
A soldoni, ma non andiamo lontanissimi dalla realtà, Fratelli d’Italia col suo 30% circa dovrebbe portare a casa 5 seggi, forse 6. Al Pd 3 scranni, forse 4; Grillini più vicini a zero che ad un rappresentante; Lega oscillante tra due e tre e Forza Italia in bilico tra un euro-parlamentare o due.
Con questi numeri va da se che se le speranze di CARLONI (con la Lega data ottimisticamente al 9%) sono più vicine a zero che a uno… stessa cosa potrebbe dirsi per l’ultra 70enne psichiatra anconetano.
Vero è che arrivar quinti con 25.000 preferenze circa non appare impossibile, sulla carta, da raggiungere; ma è altrettanto innegabile come la presenza di un altro marchigiano come CARLONI, nella stessa area di riferimento del Centro-Destra, finirà col rosicchiare consensi.
Se a tutto questo aggiungiamo, a carico di Carlo CICCIOLI (uno che ad onta di oltre sessant’anni di politica non ha mai brillato, particolarmente, di luce propria) il gran rifiuto, opposto a LATINI, di giovarsi di circa 3.000 possibili consensi osimani, in cambio di un sostanziale via libera, del Centro-Destra anconetano, al desiderio del Presidente dell’Assemblea regionale di ritornare all’antica Osimo… va da se che le sorti CICCIOLI, nonostante la forza di due comunicati al giorno inviati a tutti i giornali locali marchigiani (e da questi puntualmente respinti) si facciano assai problematiche.
Molto difficilmente i marchigiani, anche per questo giro, avranno il piacere di sentirsi rappresentati la dove più conta. Peccato