𝑫𝒐𝒑𝒐 𝒍’𝒆𝒑𝒊𝒔𝒐𝒅𝒊𝒐 𝒅𝒊 𝒎𝒂𝒓𝒛𝒐, 𝒏𝒖𝒐𝒗𝒐 𝒇𝒖𝒐𝒓𝒊𝒔𝒕𝒓𝒂𝒅𝒂 𝒑𝒆𝒓 𝒖𝒏 𝒃𝒐𝒍𝒊𝒅𝒆 𝒅𝒆𝒍 𝑪𝒂𝒗𝒂𝒍𝒍𝒊𝒏𝒐 𝒊𝒏𝒈𝒂𝒏𝒏𝒂𝒕𝒐 𝒅𝒂𝒍𝒍𝒂 𝒑𝒓𝒐𝒔𝒑𝒆𝒕𝒕𝒊𝒗𝒂 𝒅𝒊 𝒂𝒏𝒅𝒂𝒓𝒆 𝒅𝒓𝒊𝒕𝒕𝒐 𝒒𝒖𝒂𝒏𝒅𝒐 𝒊𝒏𝒗𝒆𝒄𝒆 𝒂𝒗𝒓𝒆𝒃𝒃𝒆 𝒅𝒐𝒗𝒖𝒕𝒐 𝒔𝒕𝒆𝒓𝒛𝒂𝒓𝒆 𝒃𝒓𝒖𝒔𝒄𝒂𝒎𝒆𝒏𝒕𝒆 𝒂 𝒔𝒊𝒏𝒊𝒔𝒕𝒓𝒂! 𝑺𝒐𝒍𝒐 𝒅𝒂𝒏𝒏𝒊 𝒂𝒍 𝒎𝒆𝒛𝒛𝒐 𝒆 𝒏𝒆𝒔𝒔𝒖𝒏 𝒑𝒓𝒐𝒃𝒍𝒆𝒎𝒂 𝒂𝒑𝒑𝒂𝒓𝒆𝒏𝒕𝒆 𝒂𝒅 𝒂𝒖𝒕𝒊𝒔𝒕𝒂 𝒆 – 𝒔𝒆𝒑𝒑𝒖𝒓 𝒗𝒊𝒆𝒕𝒂𝒕𝒐 – 𝒅𝒖𝒆 𝒕𝒓𝒂𝒔𝒑𝒐𝒓𝒕𝒂𝒕𝒊
Stavolta il muretto del residence White, al 27 di via Molino Basso, è risultato sano e salvo, non sfiorato dalle solite Ferrari rombanti. Ma per il futuro il nuovo Sindaco farà bene a darci un occhio e magari invitare il nuovo Comandante di Polizia locale che verrà in luogo dell’acerbo BUSCARINI, ad inserire quanto un cartello, dedicato alle Ferrari, di divieto transito.
Oppure, sempre il nuovo Sindaco, farebbe bene ad optare per il completamento della strada (che non c’è ma pare) in modo da eliminare la pesante curva a gomito, a 90 gradi, alla base dell’ennesimo fuoristrada degli emuli del Cavallino.
Allora, era il 5 di marzo, una tranquilla domenica mattina, due Ferraristi di rincorsa, non osimani ma ospiti in città, si ritrovarono sul muretto, uno dopo l’altro, dopo aver letteralmente volato e rischiato la vita.
Solo pesanti danni ad entrambi i mezzi, per fortuna, causati da una strada che prima indica 50 all’ora, poi 70 e poi lascia la scelta all’automobilista di come comportarsi.
Il problema è che il luogo (come ben sanno gli osimani che ogni giorno affrontano la curva a 90 gradi a non più di 30 all’ora) trae grandemente inganno, non è segnalato e invita anche alla velocità… mentre invece obbliga alla svolta secca o alla conoscenza, dritto per dritto, del muretto del residence.
Stavolta la scena si è ripetuta attorno alle 10, per fortuna con danni alla Ferrari assai minori rispetto a marzo, ma pur sempre pesanti.
Il pilota alla guida è infatti riuscito a frenare quasi in tempo, finendo con le ruote posteriori nel campo, in testacoda. Oltre all’uomo alla guida, illesa anche una donna che lo accompagnava e una bimba di circa 6 anni che aveva preso posto, pur non potendo, accanto alla trasportata.
Altri particolari non sono dati a sapere visto che il fuoristrada, alla fine, si è rivelato come un rituale per la zona. Una piacevole abitudine, almeno finchè non si piangeranno danni veri ai malcapitati piloti.