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𝗗𝗮 𝗥𝗮𝗱𝗶𝗼 𝗠𝗮𝗻𝘁𝗮𝗸𝗮𝘀 𝗮𝗹 𝗿𝗶𝗯𝗮𝗹𝘁𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝟮𝟬𝟬𝟭 𝗼𝗿𝗰𝗵𝗲𝘀𝘁𝗿𝗮𝘁𝗼 𝗱𝗮 𝗟𝗮𝘁𝗶𝗻𝗶 𝗶𝗻 𝗿𝗶𝘀𝗽𝗼𝘀𝘁𝗮 𝗮 𝗖𝗶𝗰𝗰𝗶𝗼𝗹𝗶, 𝗶𝗹 𝗖𝗼𝗼𝗿𝗱𝗶𝗻𝗮𝘁𝗼𝗿𝗲 𝗱𝗶 𝗙𝗿𝗮𝘁𝗲𝗹𝗹𝗶 𝗱𝗶 𝗜𝘁𝗮𝗹𝗶𝗮 𝗱𝗮 𝗺𝗲𝘇𝘇𝗼 𝘀𝗲𝗰𝗼𝗹𝗼 𝘃𝗶𝘃𝗲 𝗰𝗼𝗻 𝗿𝗮𝗻𝗰𝗼𝗿𝗲 𝗲 𝘀𝗽𝗶𝗿𝗶𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝗿𝗶𝘃𝗮𝗹𝘀𝗮 𝘂𝗻 𝗱𝘂𝗮𝗹𝗶𝘀𝗺𝗼 𝗲𝘀𝗮𝘀𝗽𝗲𝗿𝗮𝘁𝗼 𝗰𝗼𝗻 𝗹𝗮 𝗰𝗶𝘁𝘁𝗮̀, 𝗽𝗼𝗻𝗲𝗻𝗱𝗼 𝗹𝗲 𝗽𝗿𝗼𝗽𝗿𝗶𝗲 𝗿𝗶𝘃𝗮𝗹𝘀𝗲 𝗽𝗲𝗿𝘀𝗼𝗻𝗮𝗹𝗶 𝗶𝗻 𝗽𝗿𝗶𝗺𝗼 𝗽𝗶𝗮𝗻𝗼 𝗿𝗶𝘀𝗽𝗲𝘁𝘁𝗼 𝗮𝗴𝗹𝗶 𝗶𝗻𝘁𝗲𝗿𝗲𝘀𝘀𝗶 𝘃𝗲𝗿𝗶 𝗱𝗲𝗴𝗹𝗶 𝗼𝘀𝗶𝗺𝗮𝗻𝗶. 𝗟’𝗮𝘂𝘀𝗽𝗶𝗰𝗶𝗼 𝗲̀ 𝗰𝗵𝗲 𝗲𝘃𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗱𝗶 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗶 𝗴𝗶𝗼𝗿𝗻𝗶 𝗰𝗼𝘀𝘁𝗿𝗶𝗻𝗴𝗮𝗻𝗼 𝗶 𝗱𝘂𝗲 𝗮𝘃𝘃𝗲𝗿𝘀𝗮𝗿𝗶 𝗮𝗱 𝘂𝗻 𝘂𝗹𝘁𝗶𝗺𝗼 𝗲 𝗿𝗶𝗻𝗻𝗼𝘃𝗮𝘁𝗼 𝗺𝗼𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗱𝗶 𝗿𝗶𝗳𝗹𝗲𝘀𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲, 𝗳𝗶𝗻𝗮𝗹𝗶𝘇𝘇𝗮𝘁𝗼 𝗮𝗱 𝘂𝗻𝗶𝗿𝗲 𝗹𝗲 𝗳𝗼𝗿𝘇𝗲 𝗲 𝗻𝗼𝗻 𝗮 𝗳𝗮𝗿𝘀𝗶 𝗱𝗲𝗹 𝗺𝗮𝗹𝗲… 𝗰𝗼𝗻𝗰𝗼𝗿𝗿𝗲𝗻𝗱𝗼 𝘀𝘂 𝗗𝗶𝗻𝗼, 𝘂𝗻𝗶𝗰𝗮 𝗿𝗶𝘀𝗽𝗼𝘀𝘁𝗮 𝗮 𝗦𝗶𝗻𝗱𝗮𝗰𝗼 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗶𝗯𝗶𝗹𝗲

Conosco e non apprezzo la politica di Carlo CICCIOLI da sempre. Quasi mezzo secolo! Anzi esattamente 48 anni.

Eravamo entrambi giovanissimi – il sottoscritto però ancora minorenne e Carlo già ragazzo con cinque o sei anni in più – e ci si incontrava a piazza Dante, presso Radio Mantakas, a ragionar di politica.


Dall’album dei ricordi l’epopea di Radio MANTAKAS, miracolo della Destra osimana anni ’70

Già allora, pur credendo nella stessa idea di Destra-Destra sociale, il linguaggio del confronto trovava rari punti di incontro; da un lato quell’autentico miracolo di propaganda politica, nato in provincia, attorniata da un 60% di voti falsamente democristiani, nel bel mezzo dei disperati anni di piombo; un miracolo reso possibile grazie esclusivamente al fiuto, ai soldi, alla passione, al disinteresse di Leonardo GIOVAGNINI.

Dino LATINI, 62 anni, non il miglior candidato possibile ma l’unico candidato possibile per un Sindaco di Centro-Destra e Civici

Forse lo schieramento finale. Quale la tua promessa di voto?

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Sul fronte opposto, ben lontano dalle posizioni osimane, il partito ufficiale “made in Ancona”, Ieri Movimento sociale strutturalmente inesistente ad Osimo, come oggi Fratelli d’Italia continua la tradizione di inefficienza (e come temo sempre sarà rispetto ad Ancona) dell’allora apparato gerarchico di federali, duci e ducetti che CICCIOLI, a distanza di 50-anni-50 ben rappresenta anche oggi.

Carlo CICCIOLI, 71 anni, alle prese con la “sindrome Osimo” dalla notte dei tempi. Si impone uno stop al desiderio di farsi tanto male…

Nel tempo per il sottoscritto, ormai neo maggiorenne e già abbastanza considerato dal boss GIOVAGNINI, era un piacere assistere e prender parte, a ritmi settimanali, ai confronti tra i maggiorenti anconetani del Msi-Dn (di cui CICCIOLI costituiva già il sole dell’avvenire rispetto ad un partito imbalsamato da reduci e nostalgici del passato) e la giovanissima e determinatissima ala decisionista della radio.

Già allora, a dividere profondamente osimani e anconetani pur della stessa area politica, era la voglia di quest’ultimi di appropriarsi del nostro giocattolo (invidiato per altro in mezza e più Italia) e farlo “di diritto” proprio.

Ad Alessandro ALESSANDRINI, giù Alleanza Nazionale, la responsabilità politica del 2014: una lista di Centro in appoggio a PUGNALONI! Per due soli voti si decise il futuro di Osimo per 10 lunghi anni

Non ci fu mai, per onor del vero, una richiesta perentoria di Ancona di smontare armi e bagagli e trasferire il tutto in Federazione; in compenso crebbero, praticamente a vista d’occhio, invidie e ripicche di tutti i tipi per aver osato Osimo sottrarsi moralmente – e di fatto -alla guida sicura del capoluogo.

Per almeno tre anni, curiosamente non attraversati neanche dalle elezioni del condominio, tutto nella Destra marchigiana avveniva ad Osimo! Dal tesseramento al Msi-Dn ai copiosi contributi piovuti in sezione da ogni dove, dalla lucida iniziativa politica… ad una salutare scazzottata in piazza Dante con i “rossi”. Tutto avveniva esclusivamente ad Osimo, centro del Male ma anche della Speranza di tanti.

Tanto che a porre il suggello di Osimo “capitale” regionale della Destra, una bella sera di primavera, attesa da mesi, giunse un applauditissimo e commosso Giorgio!

Come non ricordare la storica visita di Almirante, in completo doppio petto bianco, in un centro storico blindatissimo, all’ora di cena, con la gente tappata nei bar o dietro le tapparelle per ascoltare, toccare con mano la curiosità, sentirsi partecipi di un evento come mai capitato prima e mai più risuccesso.

E così, con buona pace soprattutto del giovane CICCIOLI (23 anni circa) è stato. Per almeno tre irripetibili anni, fintanto radio Mantakas ha goduto dell’appoggio popolare e di fondi sufficienti recapitati dalle donazioni di simpatizzanti di tutta Italia.

Anni dopo, nei primi anni ’80, finì male per il miracolo Radio Mantakas. Isolata progressivamente da Ancona, con un GIOVAGNINI fuorviato da cattivi consiglieri e comunque non interessato, di suo, ad una carriera politica, la radio prese una brutta china chiudendo la propria parabola tra cronaca nera e salate bollette elettriche non saldate all’Aspmo, allora azienda elettrica.

Curioso che a decretare la fine di una iniziativa sorta sulla scia delle esplosioni delle radio libere e caratterizzata in maniera esplicita come missina, non riuscirono decine di manifestazioni, cortei, scontri fisici e minacce di ogni tipo ma l’assai più banale distacco del flusso energico per banale morosità!

Il giorno dello stop delle trasmissioni, nel 1981 circa, fu indubbiamente un bel giorno per CICCIOLI, con GIOVAGNINI ormai attorniato da pochi fedelissimi e molti brutti ceffi e il sottoscritto già lontano dalla deriva politica imboccata con la scomunica romana giunta dal partito.

Si compì, forse, l’obiettivo inconscio dei fondatori, di autodistruggere radio Mantakas, scivolata ai limiti e oltre della legalità.

Ci riuscì, come ricordato, l’allora azienda elettrica staccando semplicemente i fili. Un attimo e le radioline smisero di gracchiare Black is black, mandato a palla per anni. E un piccolo, grande mondo crollò…riportando Osimo, di nuovo, in provincia di Ancona; inconcludente e non accettato capoluogo di una regione in cui marchigiani e osimani, fedeli e fieri ciascuno del proprio Campanile, non si riconoscevano e non si riconoscono.

Fu allora che CICCIOLI azzeccò, troppo facilmente però, il pronostico di una Osimo presto nei ranghi… una volta mortificata dalla realtà, sparita o dispersa in mille rivoli l’intera classe dirigente radiofonica.
Andò effettivamente così e fu anche l’ultima volta che Carlo CICCIOLI da Ancona riuscì a vedere, in politica, qualche avvenimento almeno con qualche piccolo anticipo di tempo, frutto di strategia, di espressione, calcolo politico o anche puro culo che possa essere stato!

Carriera politica personale dignitosa, lunga oltre mezzo secolo, CICCIOLI e Osimo tornarono ad incrociarsi a fine millennio, nel 1999, giusto in tempo per abbracciare le nascenti Liste civiche Latiniane con l’altrettanto potente Centro-Destra Berlusconiano.

Purtroppo non durò. L’accordo elettorale, a circa metà legislatura crollò, frantumandosi a terra in mille pezzi, sostituito da un ribaltone dei Civici con gli ex Democristiani della Margherita.

Troppo da digerire per Carlo CICCIOLI che se la legò al dito, memore della grande paura, venti anni prima, patita con Radio Mantakas.

Gli andò male nel 2004 e gli andò peggio nel 2009, con le Civiche di LATINI, al massimo della forza politica, a fare piazza pulita di tutti i voti del Centro-Destra politico.

Fino a quando nel 2014, alimentando un progetto di Alessandro ALESSANDRINI (Alleanza Nazionale) CICCIOLI partecipò al progetto di indebolire le Civiche da… Sinistra creando un Udc alleato di PUGNALONI!

Per soli due voti di differenza, rimediati al ballottaggio, il progetto amorale riuscì e ancor oggi gli Osimani ne pagano amaramente le conseguenze… tanto che nel 2019 ci fu un riuscitissimo bis del Centro-Destra (vedi ALESSANDRINI figlio suggerito sempre da CICCIOLI); ovviamente da considerarsi tecnicamente riuscito se si vive la quotidianità del mondo con animo pienamente masochista!

E siamo finalmente ai giorni con il punteggio di CICCIOLI vs LATINI sulla parità, due coltellate alla schiena per entrambi!

La “bella” finale, conclusiva della carriera politica di entrambi, non foss’altro per questioni di età dei personaggi, ha conosciuto ad oggi un prologo asperrimo, battagliato, intransigente, al motto “facciamoci più male del solito”.

Per mesi e mesi, quasi un anno, entrambi, sia CICCIOLI che LATINI, hanno gareggiato per distruggersi o quantomeno ferirsi gravemente, ma non ancora con conseguenze mortali.

L’auspicio, registrato il fallimento delle rispettive strategie ad allontanarsi e prendere le distanze dall’unica mossa ragionevole possibile, possa trovare una sintesi attraverso la deposizione delle armi e il reciproco riconoscimento che, se davvero si intende vincere, occorrerà per una volta unirsi, per il bene di tutti. Di Osimo e degli osimani in particolare; gli unici obiettivi che dovrebbero contare.

Concludendo, l’unione politica tra Centro-Destra e Liste Civiche Latiniane non è certo la migliore risposta alle aspettative di una città “mutilata” e ridotta in macerie da dieci anni di Centro-Sinistra spinto e di scorribande quotidiane di un PUGNALONI senza freni; semplicemente, però, è l’unica risposta possibile.

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