𝗘𝗻𝘁𝗿𝗮𝗺𝗯𝗶 𝗶 𝗿𝗮𝗴𝗮𝘇𝘇𝗶 𝘀𝗼𝗻𝗼 𝗮𝗰𝗰𝘂𝘀𝗮𝘁𝗶 𝗱𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗣𝗿𝗼𝗰𝘂𝗿𝗮 𝗱𝗶 𝗔𝗻𝗰𝗼𝗻𝗮 𝗱𝗶 𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗲 𝗱𝗶 𝘂𝗻𝗮 “𝗯𝗮𝘁𝘁𝗲𝗿𝗶𝗮” 𝗿𝗲𝘀𝗽𝗼𝗻𝘀𝗮𝗯𝗶𝗹𝗲 𝗱𝗶 𝗯𝗲𝗻 𝟳 𝗳𝘂𝗿𝘁𝗶, 𝗰𝗼𝗺𝗺𝗲𝘀𝘀𝗶 𝗮 𝗖𝗮𝘀𝘁𝗲𝗹𝗳𝗶𝗱𝗮𝗿𝗱𝗼 (𝗯𝗲𝗻 𝟰 𝗱𝗮 𝗺𝗮𝗿𝘇𝗼 𝗮 𝗺𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼) 𝗲𝗱 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗮 𝗚𝗶𝘂𝗹𝗶𝗮𝗻𝗼𝘃𝗮 𝗲 𝗱𝘂𝗲 𝗮 𝗣𝗲𝘀𝗰𝗮𝗿𝗮. 𝗟𝗲 𝗮𝘂𝘁𝗼, 𝗽𝗲𝗿 𝘂𝗻 𝘃𝗮𝗹𝗼𝗿𝗲 𝗱𝗶 𝗰𝗶𝗿𝗰𝗮 𝟭𝟰𝟬.𝟬𝟬𝟬 𝗲𝘂𝗿𝗼, 𝘂𝗻𝗮 𝘃𝗼𝗹𝘁𝗮 𝘀𝗼𝘀𝘁𝗶𝘁𝘂𝗶𝘁𝗮 𝗹𝗮 𝗰𝗲𝗻𝘁𝗿𝗮𝗹𝗶𝗻𝗮, 𝘃𝗲𝗻𝗶𝘃𝗮𝗻𝗼 𝗰𝗼𝗻𝗱𝗼𝘁𝘁𝗲 𝗶𝗻 𝗼𝗳𝗳𝗶𝗰𝗶𝗻𝗲 𝗰𝗹𝗮𝗻𝗱𝗲𝘀𝘁𝗶𝗻𝗲 𝗲 𝗾𝘂𝗶 “𝗰𝗮𝗻𝗻𝗶𝗯𝗮𝗹𝗶𝘇𝘇𝗮𝘁𝗲” 𝗽𝗲𝗿 𝗮𝗹𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗮𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝗿𝗶𝗰𝗰𝗼 𝗺𝗲𝗿𝗰𝗮𝘁𝗼 𝗻𝗲𝗿𝗼 𝗱𝗲𝗶 𝗽𝗲𝘇𝘇𝗶 𝗱𝗶 𝗿𝗶𝗰𝗮𝗺𝗯𝗶𝗼
Assicurare alla Giustizia due giovani cerignolani, per quanto semi incensurati e senza particolari precedenti alle spalle, non è mai è semplice.
Capitale riconosciuta dei furti di auto, quasi tutti i 60.000 abitanti del paesone foggiano, gravitano da sempre nel mondo della sottrazione di auto di grossa cilindrata, da “cannibalizzare” e rivendere a colpi di preziosi pezzi di ricambio una volta trasportato il bottino in terra di Puglia.
Ammanettare Vincenzo FUCCI, 21 anni e il suo compare Mario BERARDI, 20 anni, è comunque risultato meno complicato del previsto, avendo i Carabinieri del nucleo Operativo avuto ragione nel tenere sotto controllo, per qualche giorno, i movimenti dei due sottoposti ad esecuzione di ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Ancona, avallata dalla Procura.
Quando i militari del Norm, nei giorni scorsi, hanno bussato in contemporanea alle abitazioni dei due giovani, nessuno di loro di posto particolare resistenza, arrendendosi ai fatti.
Entrambi sono destinatari di un provvedimento assai blandi di obbligo di dimora per essere stati indicati, a seguito di indagini partite in primavera, quali autori dei furti (aggravati e in concorso) di ben 7 auto, la maggior parte dei quali avvenuti nel mese di marzo a Castelfidardo, creando un minimo di allarme-auto.
BERARDI e FUCCI, in particolare, sarebbero parte di “batterie” intercambiabili tra loro e in genere composte da quattro o cinque elementi, che quotidianamente lasciano la provincia foggiana alla ricerca di prede in zone tranquille del Centro Italia.
Quattro dei setti colpi di cui sono accusati dalla Procura, sono stati messo a segno, non a caso a Castelfidardo; i restanti hanno interessato, invece, Giulianova e due volte a Pescara.
A mettere gli uomini del Luogotenente ESPOSTO sulla scia giusta, fin dal primo colpo, il furto avvenuto a marzo di una Audi Q3
Partendo da questo episodio, i Carabinieri osimani sono riusciti ad addebitare alla compagine cerignolana anche gli altri episodi commessi tra marzo e maggio nelle Marche e in Abruzzo.
Sempre identico il modus operandi dei malviventi, secondo un consolidato copione studiato nei particolari. La “batteria”, composta da un numero variabile di personaggi, tra due e quattro, nella tarda serata stabilita si muoveva da Cerignola verso nord.
Avvalendosi di preziose “staffette”, sia in andata che per il ritorno a Cerignola, mani esperte una volta sul posto si davano da fare per l’esecuzione dei furti. Dopo un attento sopralluogo e individuato il tipo di auto richiesto dal mercato nero dei pezzi di ricambio, forzavano l’auto per poi procedere sul posto ad una immediata sostituzione della centralina con prestazioni da fare invidia, per tecnica e velocità di esecuzione, pure ai migliori professionisti.
Successivamente l’organizzazione, preso possesso dell’auto, metteva alla guida uno dei due indagati per far ritorno a Cerignola col bottino appena sottratto, sempre sotto scorta della organizzazione.
La batteria attenzionata dai Carabinieri osimani, si occupava di “aprire la strada” al conducente del veicolo rubato, avvertendolo della eventuale presenza delle Forze dell’Ordine incontrate sul tragitto, attraverso l’utilizzo di telefonini dedicati esclusivamente a questa esigenza.
È stato accertato come le macchine asportate, una volta giunte nel territorio foggiano, venivano subito smontate e i pezzi di ricambio immessi rapidamente sul mercato illecito per un valore complessivo, stando alle sette auto sottratte da FUCCI e BERARDI, di circa 140.000 euro.
Da notare come il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Ancona, nell’emettere la misura cautelare per i due 20enni, abbia sottolineato la professionalità dimostrata dai due giovani e il loro pieno coinvolgimento nella complessa filiera dei furti di autovetture, segno di una carriera appena avviata ma già promettente.
Da rimarcare come il procedimento penale riguardante Vincenzo FUCCI e Mario BERARDI contempli una terza persona, ancora sotto indagine ma non destinataria di misure cautelari.
Per i due cerignolesi niente patrie galere (quasi impossibile trovarvi alloggio, ormai in Italia) ma un decisamente benevolo obbligo di dimora, contemplato nel rimanere in casa in orario notturno e fino all’alba… ma liberi di fare e brigare, in giro per Cerignola (dal cui Comune non possono uscire), senza particolari limitazioni.