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𝗜𝗺𝗽𝗶𝗲𝘁𝗼𝘀𝗲 𝗹𝗲 𝗶𝗻𝗱𝗶𝘀𝗰𝗿𝗲𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗱𝗲 “𝗜𝗹 𝗖𝗼𝗿𝗿𝗶𝗲𝗿𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗦𝗲𝗿𝗮” 𝗰𝗶𝗿𝗰𝗮 𝗶𝗹 𝘃𝗶𝗮 𝗹𝗶𝗯𝗲𝗿𝗮, 𝗶𝗻 𝗩 𝗖𝗼𝗺𝗺𝗶𝘀𝘀𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗦𝗲𝗻𝗮𝘁𝗼, 𝗮𝗹𝗹’𝗲𝗺𝗲𝗻𝗱𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗹𝗲𝗴𝗵𝗶𝘀𝘁𝗮 𝘀𝘂𝗹 𝗗𝗲𝗰𝗿𝗲𝘁𝗼 𝗹𝗲𝗴𝗴𝗲 𝗰𝗼𝗹𝗹𝗲𝗴𝗮𝘁𝗼 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗙𝗶𝗻𝗮𝗻𝘇𝗶𝗮𝗿𝗶𝗮 ’𝟮𝟱. 𝗙𝗼𝗿𝘇𝗮 𝗜𝘁𝗮𝗹𝗶𝗮 𝘀𝗶 𝘀𝗺𝗮𝗿𝗰𝗮 𝗲 𝗹𝗲 𝗺𝗶𝗻𝗼𝗿𝗮𝗻𝘇𝗲 𝘀𝗶 𝗮𝘀𝘀𝗼𝗰𝗶𝗮𝗻𝗼 𝗺𝗮𝗻𝗱𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗶𝗹 𝗚𝗼𝘃𝗲𝗿𝗻𝗼 𝘀𝗼𝘁𝘁𝗼 𝟭𝟮 𝗮 𝟭𝟬, 𝗰𝗼𝗻 𝗹𝗲 𝗼𝗽𝗽𝗼𝘀𝗶𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗮 𝗴𝗿𝗶𝗱𝗮𝗿𝗲 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗰𝗿𝗶𝘀𝗶

Comma 10 dell’articolo 100 sul Regolamento del Senato: il Governo, nelle ipotesi previste dal comma 7 (emendamenti a leggi e decreti che comportino l’aumento o la diminuzione di spesa) può richiedere che la discussione in Commissione (in questo caso la quinta) degli emendamenti presentati in seduta, sia accantonata e rinviata alla seduta seguente.

Peccato per l’Italia che a sovrintendere per il Governo la V Commissione permanente sulla programmazione economica e sul bilancio, sia il sotto Segretario quasi osimano Lucia ALBANO (Fratelli di Italia e unica marchigiana del Governo MELONI), braccio destro del Ministro GIORGETTI per l’economia e le finanze.

Giorgia MELONI stretta tra i due vice Premier_ TAJANI e SALVINI, ognuno a reclamare maggior spazio

Il peccato che da veniale potrebbe però diventare mortale se la ALBANO, nella circostanza impegnata in Commissione a visionare, in particolare, l’andamento-spot presentato dalla Lega per la conferma anche nel 2025 della riduzione del canone Rai a 70 euro l’anno, non riuscirà a convincere il Premier Giorgia MELONI di essersi sbagliata in buona fede!

Lucia ALBANO, sotto Segretaria al MEF (Ministero Economia e Finanze), sambenedettese, qui col Sindaco Francesco PIRANI. Di profilo, a destra, Gianlorenzo PANGRAZI, marito della sorella

Vale a dire, anziché digitare il tasto “rinvio”, abbia sfiorato la tastiera elettronica per errore, consentendo all’emendamento leghista presentato dal Senatore BERGESIO di passare per la messa in discussione; e a Forza Italia, contraria al provvedimento non concordato in Consiglio dei Ministri, di opporsi all’emendamento votando, di fatto, con le opposizioni a cui non è parso vera la chance di mandare sotto il Governo (12 a 10 la votazione in V Commissione), facendo trapelare per lo Stivale la parolina terribile di “crisi”

Un errore, quello della ALBANO, che la MELONI non ha mandato nè su, né giù. E non certo per il ritorno del canone Rai a 90 euro per circa 20 milioni di famiglie (stima 400 milioni di maggiori introiti), quanto per l’aver consentito a Forza Italia e Lega di farsi la guerra e far cantar vittoria alle minoranze con tanto di grida di giubilo e Governo in frantumi.

Fuori dalla grazia di Dio Giorgia MELONI, effettivamente attorniata da troppe mezze figure non all’altezza del compito

TAJANI si è affrettato a spiegare che il rinnovo dello sconto-Rai anche per il 2025 non era nel programma di Governo ma costituisce semmai iniziativa singola della Lega; ma certo a crederci realmente sono in pochi.

Fatto sta che la MELONI ha realmente ruggito in faccia alla ALBANO, per intenderci sorella della moglie di Gianlorenzo PANGRAZI (Fratelli di Italia), già localizzato nei dintorni di via Guazzatore (leggi Astea) se non fosse esplosa la crisi tra PIRANI e LATINI.

Stando a fonti giornalistiche degne di fede (Corriere della Sera su tutte) il Governo avrebbe a lungo meditato vendetta, cercando nell’On. ALBANO un capro espiatorio adeguato alla situazione, ALBANO colpevole – giova ricordare – di aver dato via libera, per errore, all’emendamento della Lega, anziché bloccarlo con una decisione di rinvio.

“Ma come – avrebbe sbraitato la MELONI ai suoi e descritta come incazzata nera – io mi faccio un mazzo tanto, tutti i giorni, H24 e al Senato abbiamo una che non sa neanche spingere il pulsante giusto?”.