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𝗦𝗲𝗺𝗯𝗿𝗲𝗿𝗲𝗯𝗯𝗲 𝗱𝘂𝗿𝗮𝘁𝗮 𝗺𝗲𝗻𝗼 𝗱𝗶 𝟮𝟰 𝗼𝗿𝗲 𝗹𝗮 𝘀𝘂𝗴𝗴𝗲𝘀𝘁𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗩𝗶𝗰𝗲 𝗦𝗶𝗻𝗱𝗮𝗰𝗼 𝗣𝗮𝗼𝗹𝗮 𝗔𝗻𝗱𝗿𝗲𝗼𝗻𝗶 𝗱𝗶 𝗿𝗶𝗰𝗼𝗿𝗿𝗲𝗿𝗲 𝗮𝗹𝗹’𝗲𝗹𝗲𝘁𝘁𝗼𝗿𝗮𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗙𝗶𝗹𝗼 𝗱’𝗢𝗿𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗰𝗵𝗶𝘂𝗱𝗲𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝗰𝗲𝗿𝗰𝗵𝗶𝗼 𝗱𝗶 𝘂𝗻𝗮 𝗰𝗮𝗻𝗱𝗶𝗱𝗮𝘁𝘂𝗿𝗮 𝗮 𝗦𝗶𝗻𝗱𝗮𝗰𝗼 𝗰𝗿𝗲𝗱𝗶𝗯𝗶𝗹𝗲, 𝗶𝗺𝗽𝗼𝘀𝘀𝗶𝗯𝗶𝗹𝗲 𝗱𝗮 𝗿𝗲𝗽𝗲𝗿𝗶𝗿𝗲 𝘀𝘂𝗹 𝘁𝗲𝗿𝗿𝗶𝘁𝗼𝗿𝗶𝗼 𝗼𝘀𝗶𝗺𝗮𝗻𝗼. 𝗡𝗲𝗹 𝗖𝗲𝗻𝘁𝗿𝗼-𝗦𝗶𝗻𝗶𝘀𝘁𝗿𝗮 𝗶𝗹 𝗱𝗼𝗽𝗼 𝗣𝘂𝗴𝗻𝗮𝗹𝗼𝗻𝗶 𝗿𝗲𝘀𝘁𝗮 𝗰𝗼𝘀𝗶̀ 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗼 𝗱𝗮 𝘀𝗰𝗿𝗶𝘃𝗲𝗿𝗲, 𝗰𝗼𝗻 𝗹’𝗢𝗽𝗮 𝗹𝗮𝗻𝗰𝗶𝗮𝘁𝗮 𝗱𝗮 𝗚𝗶𝗻𝗻𝗲𝘁𝘁𝗶 𝗲 𝗱𝗮𝗶 𝟱 𝗦𝘁𝗲𝗹𝗹𝗲 𝗮𝗹𝗹’𝗲𝗹𝗲𝘁𝘁𝗼𝗿𝗮𝘁𝗼 𝗗𝗲𝗺 (𝗼𝗳𝗳𝗲𝗿𝘁𝗮 𝗱𝗶 𝗮𝗰𝗾𝘂𝗶𝘀𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝘁𝗶𝘁𝗼𝗹𝗼 𝘀𝘂𝗹 𝗯𝗼𝗿𝘀𝗶𝗻𝗼 𝗽𝗼𝗹𝗶𝘁𝗶𝗰𝗼) 𝘀𝗲𝗺𝗽𝗿𝗲 𝗽𝗶𝘂̀ 𝗮𝗽𝗽𝗲𝘁𝗶𝗯𝗶𝗹𝗲

Colto da una improvvisa folata di pubblicità (negativa ma pubblicità), Fabio MARCHETTI starebbe in queste ore valutando, forzatamente ma pur sempre in fase decisionale, se accettare o meno la delicata candidatura vacante di prossimo Sindaco di Osimo, almeno sulla carta.

Una proposta, quella perorata dal Vice Sindaco Paola ANDREONI, che dovesse mai essere anche accettata dall’ex impiegato del Filo d’Oro (1976-2018), concludendo incredibilmente la carriera quale Direttore amministrativo della onlus Presieduta da Rossano BARTOLI, lo sarebbe solo per senso di servizio e spirito di bandiera.

A mezz’asta, ma pur sempre bandiera!

Giorni difficili e imbarazzanti per il MARCHETTI, sbalzato da una condanna subita da società amministrata (Asso) ad una candidatura impossibile

Abbiamo appena utilizzato l’avverbio incredibilmente perché – visti gli ultimi capitomboli – davvero, non si comprende come Fabio MARCHETTI, nato mezzo secolo fa come modesto impiegato, seppur con idee socialiste, abbia potuto compiere, ancorchè grazie al lasciapassare della politica, una carriera dignitosa, da affidare alla bacheca come interessante.

Solo per restare alle ultime disavventure, c’era Fabio MARCHETTI nel Consiglio di amministrazione di Astea SpA che sul finire del 2020 registrò la perdita in Ungheria di ben 600.000 euro da parte della controllata (al 24.05%) Astea Energia!

600.000 euro, sarà bene ricordarlo ai cittadini (tentati in buonafede di affidare Osimo e l’annessa Passatempo, dove MARCHETTI vive e raccoglie qualche consenso) di cui zero euro rientrati in cassa, nonostante ben 3.217 promesse pubbliche contate di non preoccuparsi.

Lanciata da Achille GINNETTI l’opa “ostile” nel Centro-Sinistra: no al Pd di PUGNALONI, si agli elettori Dem

Gli osimani, in effetti, imboniti da un decennio di politica festaiola alla PUGNALONI e dipendenti a livelli tossici nel vedere sempre e solo rosa, brindisi e balli compresi, non si sono preoccupati della truffa subita. Tantomeno lo hanno fatto l’assicurazione a cui, in ultima analisi, sarebbe potuto cadere sul groppone il rischio dell’incauto acquisto… col risultato che i 600.000 euro anticipati, costati la testa a Luciano CASTIGLIONE (un altro Pd doc, candidato nel 2014), sono si rimasti in banca… ma in qualche Paradiso fiscale.

E’ di ieri, infine, la notizia della condanna, divenuta definitiva, subita dalla società speciale Asso. Quella Asso presieduta, da luglio 2014 all’ottobre 2015, sempre da MARCHETTI e tre volte sanzionata – in Tribunale, in Appello e in Cassazione – per il vezzo di pagare i propri collaboratori esterni, a decine, con buoni lavoro anziché denaro frusciante, con annesso ammanco di versamenti previdenziali… alla faccia del socialismo giovanile!

Alla fine qualcuno in seno al Partito Democratico riuscirà a comprendere (ma chi?) che Fabio MARCHETTI, ancorchè bandiera, non incarna davvero la figura del vessillo sotto il quale combattere l’ultima, disperata battaglia prima di un addio alla stanza dei bottoni già scritto nel libro di Storia locale, come inevitabile.

E non tanto e perché, da semplice iscritto, Fabio MARCHETTI, nei lunghi anni in cui ad Osimo le cose per il Pd (e varie denominazioni diverse), giravano discretamente male, faceva grande fatica anche a rinnovare la tessera al partito… costringendo gli allora responsabili a reiterati ma accorati appelli, finalizzati ad aprire il portafoglio, per estrarre il piccolo obolo richiesto agli iscritti.

Di Paola ANDREONI, Vice di PUGNALONI, l’idea di rivolgersi all’elettorato del Filo d’Oro pur di risolvere un impossibile caso candidatura

E’ che proprio la barba folta, l’occhiale da professore ante ’68, l’aria torva che ispira spesso il candidato Dem, a non invitare serenamente ad esprimergli la preferenza. Anche parafrasando lo stesso MARCHETTI in una delle più infelici uscite pubbliche mai ascoltate da un amministratore pubblico… “mica sono voti miei!”.

Ergo MARCHETTI rimarrà il candidato di un’ora disperata, in un Pd privato di qualsiasi altra alternativa, anche la più scalcagnata. Una scelta di bandiera davvero listata a lutto ed esposta a mezza asta, che fa già sobbalzare il nuovo possibile socio di maggioranza Achille GINNETTI.

Interessato ai voti attesi in libera uscita dai Dem ma non certo a stringere con gli eredi di PUGNALONI qualsivoglia abbraccio mortale. Così va il mondo, in quel di Osimo.

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