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𝗜𝗻 𝗧𝗿𝗶𝗯𝘂𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗮𝗱 𝗔𝗻𝗰𝗼𝗻𝗮 𝗿𝗶𝗰𝗵𝗶𝗲𝘀𝘁𝗮 𝗱𝗶 𝗿𝗶𝗻𝘃𝗶𝗼 𝗮 𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝘇𝗶𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝘂𝗻 𝟯𝟲𝗲𝗻𝗻𝗲 𝗱𝗶 𝗟𝘂𝗴𝗮𝗻𝗼, 𝗴𝗶𝗮̀ 𝗰𝗼𝗻𝗱𝗮𝗻𝗻𝗮𝘁𝗼 𝗻𝗲𝗹 𝟮𝟬𝟮𝟮 𝗮 𝟱 𝗮𝗻𝗻𝗶 𝗽𝗲𝗿 𝘂𝗻𝗮 𝗾𝘂𝗮𝗿𝗮𝗻𝘁𝗶𝗻𝗮 𝗱𝗶 𝗲𝗽𝗶𝘀𝗼𝗱𝗶 𝗮𝗻𝗮𝗹𝗼𝗴𝗵𝗶 𝗲 𝗮𝘁𝘁𝘂𝗮𝗹𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗶𝗻 𝗰𝗮𝗿𝗰𝗲𝗿𝗲. 𝗜 𝗳𝗮𝘁𝘁𝗶 𝗱𝗮𝘁𝗮𝘁𝗶 𝗺𝗮𝗴𝗴𝗶𝗼 𝟮𝟬𝟭𝟵. 𝗟𝗮 𝗿𝗮𝗴𝗮𝘇𝘇𝗶𝗻𝗮, 𝗱𝗼𝗽𝗼 𝘂𝗻 𝗶𝗺𝗯𝗮𝗿𝗮𝘇𝘇𝗼 𝗲 𝘂𝗻 𝘁𝗲𝗿𝗿𝗼𝗿𝗲 𝗶𝗻𝗶𝘇𝗶𝗮𝗹𝗲, 𝗵𝗮 𝗽𝗲𝗿𝗼̀ 𝗿𝗶𝘃𝗲𝗹𝗮𝘁𝗼 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗼 𝗮𝗶 𝗴𝗲𝗻𝗶𝘁𝗼𝗿𝗶 𝗰𝗼𝗻𝘀𝗲𝗻𝘁𝗲𝗻𝗱𝗼 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗣𝗼𝗹𝗶𝘇𝗶𝗮 𝗽𝗼𝘀𝘁𝗮𝗹𝗲 𝗱𝗶 𝗺𝗲𝘁𝘁𝗲𝗿𝗲 𝗹𝗲 𝗺𝗮𝗻𝗶 𝘀𝘂𝗹𝗹’𝗮𝗱𝗲𝘀𝗰𝗮𝘁𝗼𝗿𝗲 𝘀𝗲𝗿𝗶𝗮𝗹𝗲 𝗲𝘅𝘁𝗿𝗮𝗰𝗼𝗺𝘂𝗻𝗶𝘁𝗮𝗿𝗶𝗼. 𝗥𝗶𝘀𝗰𝗵𝗶𝗮 𝘂𝗻 𝗺𝗼𝗹𝘁𝗼 𝗽𝗿𝗼𝗯𝗮𝗯𝗶𝗹𝗲 𝗽𝗿𝗼𝗰𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗮𝗰𝗰𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗮 𝗺𝗮𝘁𝗲𝗿𝗶𝗮𝗹𝗲 𝗽𝗲𝗱𝗼 𝗽𝗼𝗿𝗻𝗼𝗴𝗿𝗮𝗳𝗶𝗰𝗼 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗶𝗻 𝗜𝘁𝗮𝗹𝗶𝗮

Ragazzina osimana 12enne denuncia il proprio orco, adescatore seriale di minorenni.

E’ accaduto esattamente cinque anni, nel maggio del 2019, con la preda, all’epoca residente ad Osimo, entrata nel mirino di un istigatore patologico svizzero.

Trattasi di un 36enne attualmente in carcere, condannato nel 2022 a 5 anni di carcere dal Tribunale cantonale di Lugano per una serie record di episodi (parrebbero addirittura una quarantina), registrati a danno di adolescenti conosciute in Rete, in particolare attraverso le applicazioni foto/video offerte dal social network Instagram. Una piattaforma da quasi 2 miliardi di utenti mensili in tutto il mondo!

Decisamente banale l’approccio tentato dall’extracomunitario per agganciare, serialmente, le sue giovanissime vittime. Grazie alla possibilità di poter creare più identità, non verificabili dalla vittima di turno, lo svizzero ha agito, in contemporanea, facendo leva su due diversi nickname che, nel tempo, hanno avvolto e avviluppato la 12enne all’idea di cedere proprie immagini hot.

“Togli la maglietta e mandami uno scatto con i tuoi seni”; questa parrebbe la richiesta più innocente fatta on line dal 36enne utilizzando da prima il metodo della pazienza e della convinzione ed infine, man mano che i risultati richiesti non pervenivano, mostrando un volto interiore ben diverso da un amichetto coetaneo, esclusivamente curioso.

Sono così piovute, sul cellulare della 12enne osimana, insulti ed infine anche minacce, poco o nulla credibili ma che nella mente confusa e terrorizzata di una ragazzina, forse avrebbero potuto fare effetto.

Rivolgersi senza indugio alla Polizia postale è certamente il miglior consiglio da seguire per ogni episodio, anche dubbio

“Ho degli amici in Polizia… se non mi mandi subito le foto delle tette… ti faccio passare dei guai con tuo padre!”.

Una minaccia, quella di rivolgersi ai genitori, che lo svizzero probabilmente non ha considerato in tempo essere un boomerang. Eppure una quarantina di storie parallele parrebbero star li proprio a testimoniarlo.

E si perché l’osimana, tutelata in Tribunale dall’avvocato Vittorio BUCCI, vistasi alle strette, ha finalmente fatto l’unica cosa giusta: informare mamma e papà delle richieste pressanti di questo poco probabile, molto presunto ragazzino.

I due, come ricordato, si erano conosciuti virtualmente in Rete, attraverso Instagram, con lui ad apprezzare il profilo pubblico realizzato dalla 12enne, appassionata come tante coetanee dei propri scatti, una abilità nel disegnare corpi femminili, abbinato al vezzo innocente di manifestare anche una dose artistica.

Quando dopo le chat iniziali le conversazioni tra i due sono diventate più intime, lo svizzero forte anche di secondo account parallelo, intrattenuto in contemporanea dall’osimana, si  è mostrato, in contemporanea, carnefice (da un lato) ma anche capace di dare apparenti buoni consigli… peccato interessati /dall’altro) la ragazzina ha preso coscienza di dover far intervenire gli adulti.

Bloccati per prima cosa entrambi i nickname dello svizzero, i genitori non si sono accontentati di aver concluso le trasmissioni ma hanno inteso perseguire l’ignoto adescatore rivolgendosi alla Polizia postale.

Per gli uomini e le donne del Centro nazionale per il contrasto della pedo pornografia on line è stato un gioco da ragazzi identificare la “targa virtuale” dell’orco di Lugano, giungendo facilmente ad acquisire l’Ip da cui sono partite le ripetute minacce.

Incassata l’identità dello svizzero, dalla Procura di Ancona è partita una prima richiesta di rinvio a giudizio, non giunta a buon fine per un difetto di notifica all’estero.

Ieri mattina il nuovo tentativo da parte del Tribunale di Ancona formalizzando in maniera corretta al Gup Francesca DE PALMA l’intera documentazione di accusa.

Il 36enne svizzero, rappresentato ad Ancona dall’avvocato difensore Gabriele GALEAZZI, saprà solo il prossimo 17 ottobre, data di udienza preliminare, le sorti del tentativo italiano con la allora 12enne.

In caso di mancata archiviazione degli atti di accusa si andrà a processo per stabilire se anche nella condotta italiana, tenuta in Rete dal cittadino svizzero, siano ravvisabili o meno i reati di adescamento di minore e accesso a materiale pedopornografico.

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