𝗔𝗱𝗮𝗺𝗼 𝗚𝘂𝗲𝗿𝗿𝗮, 𝟱𝟱 𝗮𝗻𝗻𝗶, 𝗿𝗶𝘁𝗿𝗼𝘃𝗮𝘁𝗼 𝗮 𝗣𝗮𝘁𝗿𝗮𝘀𝘀𝗼 𝗱𝗼𝗽𝗼 𝗱𝗶𝗲𝗰𝗶 𝗮𝗻𝗻𝗶 𝗶𝗻 𝗰𝘂𝗶 𝗵𝗮 𝗳𝗮𝘁𝘁𝗼 𝗰𝗿𝗲𝗱𝗲𝗿𝗲 𝗮 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗶 𝗱𝗶 𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝘀𝗶 𝘀𝘂𝗶𝗰𝗶𝗱𝗮𝘁𝗼, 𝗿𝗶𝘀𝗰𝗵𝗶𝗮 𝘀𝗼𝗹𝗼 𝗱𝗶 𝗱𝗼𝘃𝗲𝗿 𝗿𝗶𝘀𝗮𝗿𝗰𝗶𝗿𝗲 𝗹’𝗲𝘅 𝗺𝗼𝗴𝗹𝗶𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗺𝗮𝗻𝗰𝗮𝘁𝗼 𝗺𝗮𝗻𝘁𝗲𝗻𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼, 𝘀𝗲 𝘀𝘁𝗮𝗯𝗶𝗹𝗶𝘁𝗼 𝗮𝗹 𝘁𝗲𝗺𝗽𝗼 𝗱𝗮𝗹 𝗴𝗶𝘂𝗱𝗶𝗰𝗲. 𝗗𝗶𝘃𝗲𝗿𝘀𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝗼𝗴𝗻𝗶 𝗮𝗹𝘁𝗿𝗮 𝗿𝗶𝘃𝗮𝗹𝘀𝗮 𝗲̀ 𝗼𝗿𝗺𝗮𝗶 𝗽𝗿𝗲𝘀𝗰𝗿𝗶𝘁𝘁𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝗹𝗲𝗴𝗴𝗲
A parte la figura di guano rimediata sul piano strettamente umano con le proprie due figlie e l’intera ex famiglia, cosa rischia Adamo GUERRA – se rischia qualcosa – per i dieci anni vissuti in “latitanza” dai propri cari?
E’ quanto i principali giornali italiani si sono chiesti, a 24 ore dalla scoperta della doppia vita del romagnolo rintracciato da “Chi l’ha visto” a Patrasso (Grecia), interrogando vari legali esperti in diritto familiare.
SE UNA PERSONA SIMULA LA PROPRIA MORTE, QUALI REATI SI CONFIGURANO… SE SI CONFIGURANO.
“Non ci sono reati da contestare per la propria morte, vero o presunta che sia. Ci sono però delle conseguenze possibili che, nella fattispecie, possono trasformarsi in ipotesi di reato, ovvero riguardo il rapporto con gli altri, vedi ad esempio l’intera vicenda con l’ormai ex famiglia. In questo caso, il reato è in primo luogo verso le due figlie, all’epoca minorenni. Trattasi dell’articolo 570 del Codice penale, narrante la violazione degli obblighi dell’assistenza familiare (vedi i mancati assegni familiari) e l’occuparsi della prole. Lo stesso reato, poi, è estendibile anche nei confronti della ex moglie separata; in questo caso trattasi della violazione dell’articolo 570 bis, ovvero la violazione degli obblighi familiari alla voce sottrazione dell’assegno di mantenimento”.
CHE PENE SONO PREVISTE PER QUESTI DUE REATI?
“Identica per entrambi; vale a dire la reclusione fino un anno o la multa da 103 a 1.032 euro”.
LA SIMULAZIONE DI REATO O LA TRUFFA, IN QUESTO CASO, PUO’ ESSERE RAVVISATA?
“No. Adamo GUERRA non ha simulato alcun reato. Narrare la propria morte come prossima o avvenuta rientra nel principio di autodeterminazione di ciascun individuo. GUERRA non si è tolto la vita realmente! Quanto alla truffa, l’articolo 640 bis recita: “Colui che con artifici e raggiri (le tre lettere lasciate al socio, ai genitori e alla ex moglie, NdR.) induce in errore l’altro, traendo da questo comportamento un ingiusto profitto e/o l’altrui danno”.
Si potrebbe ipotizzare la truffa se la morte è stata messa in scena per sottrarsi, ad esempio, al pagamento di soldi. In questo caso bisognerebbe valutare ulteriormente l’elemento psicologico per scoprire se GUERRA abbia davvero agito per quel motivo. Motivazione che, nella vicenda, non sembra reggere”.
TRATTASI DI REATI A QUERELA DI PARTE O PROCEDIBILI D’UFFICIO?
“Si procede d’ufficio; per quanto si prescrivano in 6 anni, come tutti i delitti. Salvo non sia prevista una pena superiore”.
CHI HA TITOLO PER DENUNCIARLO?
“La ex moglie può presentare denuncia… anzi avrebbe dovuto farlo nel 2013, entro tre mesi dalla vicenda. In ogni caso il procedimento va avanti, a prescindere dalla moglie, in quanto procedibile d’ufficio anche per le due figlie minori”.
LA PRESCRIZIONE DA QUANDO DECORRE?
“Trattandosi di un reato permanente, per la ex moglie potrebbe non maturare la prescrizione in quanto lei percepisce l’assegno di mantenimento vita natural durante, se questi erano gli accordi sanciti da un giudice; mentre per le figlie il mantenimento è previsto fino a 18 anni, a meno che non siano inabili al lavoro. Se non lo sono, la prescrizione è già intervenuta”.
A LIVELLO CIVILE SI PUO’ FARE QUALCOSA?
“Si potrebbe iniziare un’azione di risarcimento del danno patrimoniale per non aver percepito il denaro spettante dal mantenimento; e anche non patrimoniale, per la sofferenza ingiustamente subita dei figli, sapendo la perdita del padre”.
LO STATO CHE IN QUESTI ANNI HA LAVORATO PER CERCARE I “RESTI” DELL’UOMO, POTREBBE CHIEDERE AD ADAMO GUERRA UN RISARCIMENTO DEI COSTI CHE LE INDAGINI HANNO COMPORTATO?
“Si, in linea teorica lo Stato potrebbe farlo; ma in pratica è una prassi che raramente viene applicata”.