𝐋𝐚 𝐦𝐚𝐦𝐦𝐚 𝐨𝐬𝐢𝐦𝐚𝐧𝐚, 𝟒𝟓 𝐚𝐧𝐧𝐢, 𝐚𝐯𝐞𝐯𝐚 𝐩𝐫𝐨𝐦𝐞𝐬𝐬𝐨 𝐚 𝐬𝐮𝐚 𝐟𝐢𝐠𝐥𝐢𝐚 𝐞 𝐚 𝐬𝐞 𝐬𝐭𝐞𝐬𝐬𝐚 𝐝𝐢 𝐫𝐢𝐮𝐬𝐜𝐢𝐫𝐞 𝐧𝐞𝐥𝐥’𝐢𝐦𝐩𝐫𝐞𝐬𝐚. 𝐋𝐚 𝐬𝐚𝐥𝐢𝐭𝐚 𝐚𝐥 𝐫𝐢𝐟𝐮𝐠𝐢𝐨 𝐑𝐞𝐠𝐢𝐧𝐚 𝐌𝐚𝐫𝐠𝐡𝐞𝐫𝐢𝐭𝐚 𝐞̀ 𝐝𝐮𝐫𝐚𝐭𝐚 𝐪𝐮𝐚𝐬𝐢 𝐭𝐫𝐞 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐢, 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐝𝐢𝐟𝐟𝐢𝐜𝐨𝐥𝐭𝐚̀, 𝐭𝐫𝐚 𝐜𝐮𝐢 𝐮𝐧𝐚 𝐢𝐦𝐩𝐫𝐨𝐯𝐯𝐢𝐬𝐚 𝐭𝐨𝐫𝐦𝐞𝐧𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐧𝐞𝐯𝐞 𝐢𝐧 𝐪𝐮𝐨𝐭𝐚. 𝐈𝐥 𝐠𝐫𝐮𝐩𝐩𝐨 𝐦𝐨𝐭𝐢𝐯𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐚𝐥 𝐫𝐨𝐦𝐚𝐧𝐨 𝐃𝐚𝐧𝐢𝐞𝐥𝐞 𝐃𝐢 𝐁𝐞𝐧𝐞𝐝𝐞𝐭𝐭𝐢, 𝐬𝐩𝐞𝐜𝐢𝐚𝐥𝐢𝐳𝐳𝐚𝐭𝐨 𝐧𝐞𝐥 𝐟𝐚𝐯𝐨𝐫𝐢𝐫𝐞 𝐜𝐫𝐞𝐬𝐜𝐢𝐭𝐞 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐨𝐧𝐚𝐥𝐢
Come inventarsi “alpinista” o quantomeno turisti camminatori ad altissima quota, affidandosi quasi ed esclusivamente a guide alpine, al proprio mental coach e alla personale forza di volontà: per dirla con Daniele DI BENEDETTI, come scoprire il potenziale inespresso sepolto in ognuno di noi.
E’ quanto, dal 21 luglio, può raccontare l’osimana Sara LEONI – 45 anni, madre di due figlie, consulente immobiliare di Evviva casa ad Osimo Stazione – dopo aver messo piede, insieme ad altri 29 improvvisati compagni di ascensione al Monte Rosa, ai 4.454 metri del rifugio Capanna, non per nulla il più alto d’Europa!
Il gruppo, formato da seguaci di DI BENEDETTI e riunito a Gressoney La Trinitè vantando provenienze da tutta Italia – solo tre, con la LEONI, i marchigiani che hanno formato la piccola impresa – ha impiegato quasi tre giorni per toccare il rifugio e ridiscendere a valle, al Passo dei Salati.
Scopo di ciascuno dell’avventura tra i ghiacci: dimostrare a se stessi di esserne capaci e che la forza di volontà può davvero molto, se non operare miracoli.
Insomma una sorta di esame generale della crescita personale fatta registrare seguendo i consigli di un esperto dei comportamenti umani, autodefinitosi con irriverenza “spara banalità ad alte prestazioni”.
E si che per giungere, partendo dal nulla, quasi in cima alla seconda vetta d’Europa – appena 80 metri separano il rifugio dalla vetta – di forza di farcela e di amor proprio ne deve servire molto.
In questo Sara ha confessato di essere stata molto aiutata, quanto a motivazioni, dalla spinta naturale introiettata dalla figlia Melissa, dieci anni, che in un disegno aveva rappresentato la mamma mentre scalava la montagna.
“Non potevo deludere mia figlia – ha spiegato Sara LEONI – e oggi quel disegno è nel rifugio che, quando sarà grande, Melissa ritroverà salendo anche lei al “Margherita”.
Per coronare il proprio obiettivo fisso nella mente, il gruppo – tra cui Erica PESARESI di Filottrano e Danilo CUCCAGNA di Pollenza – ha dovuto far ricorso a tutte le forze interiori di volontà, specie quando si è trattato di vincere, mettendosi a dura prova, una improvvisa tormenta di neve in quota.
“Nonostante, come gli altri, ci fossimo allenati per affrontare il Monte Rosa – ha spiegato soddisfatta la LEONI, dal 2009 osimana adottiva originaria di Ancona – non è stato semplice mantenere la promessa di farcela. In certi punti, nei passaggi più difficili, “rompere il fiato” non è stato semplice. Ma non ho mai mollato. Mi sono concentrata sulla guida che mi precedeva e ce l’ho fatta… anche quando abbiamo attraversato una tempesta improvvisa di neve che a messo tutti a dura prova”.
Per giungere al rifugio Margherita, le guide “hanno scelto di dividere il percorso in tappe, sia per ridurre lo sforzo che facilitare l’acclimatamento in quota”.
La prima notte è così stata trascorsa dai 30 motivandi presso il rifugio Orestes Hutte a quota 2.625, per poi salire al rifugio successivo, la Capanna Gnifetti a quota 3.647 metri (177 posti letto, aperto da giugno a fine ottobre) ed infine intraprendere l’ultimo sforzo fino ai 4.554 metri dell’osservatorio Regina Margherita, dal 1893 rifugio più alto d’Europa!
“E’ stata dura, mi sono messa in gioco – il commento finale di Sara LEONI – ma ce l’ho fatta. Se vuoi con la mente puoi fare tutto…”.