𝐀𝐥𝐥’𝐀𝐬𝐬𝐞𝐬𝐬𝐨𝐫𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐒𝐚𝐧𝐢𝐭𝐚’ 𝐒𝐚𝐥𝐭𝐚𝐦𝐚𝐫𝐭𝐢𝐧𝐢 𝐢𝐥 𝐧𝐞𝐨 𝐃𝐢𝐫𝐞𝐭𝐭𝐨𝐫𝐞 𝐠𝐞𝐧𝐞𝐫𝐚𝐥𝐞 𝐀𝐬𝐮𝐫 𝐒𝐭𝐨𝐫𝐭𝐢 𝐚𝐯𝐫𝐞𝐛𝐛𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐟𝐞𝐫𝐦𝐚𝐭𝐨 𝐥𝐨 𝐬𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐚𝐫𝐭𝐞, 𝐨𝐦𝐞𝐭𝐭𝐞𝐧𝐝𝐨 𝐥’𝐞𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐝𝐢 𝐮𝐧𝐚 𝐨𝐛𝐛𝐥𝐢𝐠𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞, 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐢𝐧 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐢 𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐚𝐭𝐭𝐢. 𝐀𝐥 𝐦𝐨𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨, 𝐝𝐮𝐧𝐪𝐮𝐞, 𝐬𝐢 𝐬𝐚𝐫𝐞𝐛𝐛𝐞 𝐚𝐧𝐜𝐨𝐫𝐚 𝐢𝐧 𝐭𝐞𝐦𝐩𝐨 𝐚 𝐟𝐞𝐫𝐦𝐚𝐫𝐞 𝐥’𝐢𝐭𝐞𝐫 𝐚𝐦𝐦𝐢𝐧𝐢𝐬𝐭𝐫𝐚𝐭𝐢𝐯𝐨 𝐯𝐞𝐫𝐬𝐨 𝐢𝐥 𝐭𝐫𝐚𝐬𝐟𝐞𝐫𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐚 𝐒𝐚𝐧 𝐁𝐢𝐚𝐠𝐢𝐨; 𝐞 𝐬𝐨𝐩𝐫𝐚𝐭𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐚 𝐫𝐢𝐬𝐩𝐚𝐫𝐦𝐢𝐚𝐫𝐞 𝐮𝐧 𝐬𝐚𝐜𝐜𝐨 𝐝𝐢 𝐬𝐨𝐥𝐝𝐢 𝐩𝐮𝐛𝐛𝐥𝐢𝐜𝐢
La notizia del pasticciaccio brutto in arrivo, ovvero la “scoperta” da parte di Asur Marche dell’esistenza di una penale (a pendere su un contratto da oltre 600.000 euro appena rinnovato con la Curia vescovile per l’affitto esennale del Poliambulatorio, ottobre 2022 – ottobre 2028) ha portato ad un primo, significativo, risultato.
Il contratto tra Asur Marche e la società Promozioni immobiliari Srl (amministrata dal fabrianese Gabriele CAPALTI) risulta al momento in posizione di stand-by, ovvero non firmato e soprattutto senza fretta e neanche una data prevista per la formalizzazione di un atto a valere, per i prossimi 12 anni, ben 3 milioni di euro di solo affitto del locale di San Biagio!
L’arrivo poi del Natale e delle successive feste di fine Anno, inoltre, potranno solo che aiutare a spostare naturalmente in avanti i tempi della decisione, almeno di un altro mese, così da consentire alla politica, leggi Regione Marche, di capirci qualcosa di più e di meglio su quanto successo e scegliere le eventuali teste dirigenziali, ovviamente minori, da sacrificare sull’altare del politically correct.
Lo stesso Assessore alla Sanità, il cingolano Filippo SALTAMARTINI, marito tra l’altro dell’ex vice Questore Agata CABINO, ha fatto sapere, attraverso vie informali, che allo stato, in seguito allo scoop firmato da OSIMO OGGI, c’è certezza della non avvenuta firma in calce allo spinoso contratto milionario; firma che porterebbe, in conseguenza, a spalancare le porte alla richiesta danni della Curia. Come? Attraverso la ricordata penale sul contratto di affitto, in essere fin dai tempi di Paolo POLENTA, ovvero da oltre mezzo secolo.
Al riguardo da notare cosa dice la legge che, a meno non sia già quantificata una percentuale nel contratto, libera le mani alle parti ad una trattativa di mercato, purchè la somma convenuta non risulti troppo piccola o troppo grande; insomma equa. Equa di 600.000 euro.
SALTAMARTINI, svegliato l’altra notte man mano gli avvenimenti venivano a conoscenza di OSIMO OGGI, non avendo al momento il quadro esatto della situazione, si è rivolto per info più dettagliate ai propri Dirigenti e in particolare, abbiamo motivo di presunzione, al neo Direttore Asur Marche Nadia STORTI, nominata appena il 18 novembre. Tutto questo probabilmente.
Utilizziamo l’avverbio probabilmente in quanto è l’unico passaggio in vicenda di cui non abbiamo certezza; in ogni caso, che la fonte sia la stessa STORTI o altro alto Dirigente della Sanità marchigiana, poco cambia. Secondo questa informazione ulteriore, tesa a tranquillizzare fino ad un certo punto la notte di SALTARMARTINI, è stato ribadito all’Assessore che “il contratto originario è scaduto, con tacito rinnovo fino a disdetta… disdetta che si può fare in qualsiasi momento”.
Tutto vero. Il contratto originario risulta scaduto a ottobre 2022, tacitamente rinnovato per sei anni fino a ottobre 2028… così come è vero che la disdetta può essere fatta valere in qualsiasi momento.
Ciò che la STORTI omette nel messaggio o chi per lei non dice a SALTAMARTINI è che per ottenere questo magnifico risultato occorre aprire la cassa e pagare. Pagare una penale che, viste le somme in ballo, non potrà essere inferiore ai 300.000 euro, forse più.
Ora non è dato conoscere se siffatto modo da procedere, ovvero considerare le penali come un incidente di percorso superabile facendo fronte al surplus economico-finanziario, costituisca una prassi normale nel mondo della finanza pubblica; un evento di cui non scandalizzarsi. Un modo di fare consolidato e accettato dalla politica.
Di certo un manager privato che si comportasse nello stesso modo, incurante di regalare denaro, finirebbe anzitempo la propria carriera; e forse dovrebbe pure rispondere dei danni.
Sull’altro fronte, per chiudere il cerchio sulla vicenda, aggiungiamo che da Fabriano, ovvero vista da casa Promozioni immobiliari Srl, non è ancora scattato l’allarme rosso sui 3 milioni di contratto teoricamente a rischio.
Contattata più volte in questi giorni, la Promozioni immobiliari fa sapere di aver demandato ad altra azienda specializzata, ammantata però da privacy (come se dei denari dei marchigiani nessuno dovesse render conto a nessuno), gli incartamenti necessari per trasformare il processo istruttorio sottoscritto dalla STORTI il 30 novembre in moneta sonante.
Non siamo avvocati e non sappiamo cosa possa valere una semplice procedura regionale di intenti, ancorchè svoltasi correttamente e giunta fino all’estremo limite di aver individuato la proposta migliore del bando, di fronte ad un mancato perfezionamento di legge.
Crediamo possa valere abbastanza poco. Come crediamo che una improvvisa marcia indietro regionale potrebbe dar luogo ad un lungo lavoro a più di un legale specializzato in norme e contratti.