𝑬𝒙 𝑺𝒆𝒈𝒓𝒆𝒕𝒂𝒓𝒊𝒐 𝑷𝒅, 𝑷𝒓𝒆𝒔𝒊𝒅𝒆𝒏𝒕𝒆 𝒅𝒆𝒍 𝑪𝒐𝒏𝒔𝒊𝒈𝒍𝒊𝒐 𝒄𝒐𝒎𝒖𝒏𝒂𝒍𝒆 𝒆 𝒄𝒂𝒑𝒐𝒈𝒓𝒖𝒑𝒑𝒐 𝑫𝒆𝒎 𝒔𝒐𝒎𝒎𝒂𝒏𝒐 𝒊𝒍 10% 𝒅𝒆𝒍𝒍’𝒊𝒏𝒕𝒆𝒓𝒐 𝒑𝒂𝒄𝒄𝒉𝒆𝒕𝒕𝒐-𝒗𝒐𝒕𝒊 𝒅𝒆𝒍 𝒑𝒂𝒓𝒕𝒊𝒕𝒐 𝒅𝒊 𝒎𝒂𝒈𝒈𝒊𝒐𝒓𝒂𝒏𝒛𝒂. 𝑰𝒍 𝒍𝒐𝒓𝒐 𝒗𝒐𝒍𝒕𝒂𝒇𝒂𝒄𝒄𝒊𝒂 𝒑𝒐𝒕𝒓𝒆𝒃𝒃𝒆 𝒊𝒏𝒐𝒍𝒕𝒓𝒆 𝒂𝒑𝒓𝒊𝒓𝒆 𝒖𝒏𝒂 𝒃𝒓𝒆𝒄𝒄𝒊𝒂 𝒊𝒎𝒑𝒐𝒓𝒕𝒂𝒏𝒕𝒆 𝒑𝒆𝒓 𝒂𝒔𝒔𝒐𝒓𝒃𝒊𝒓𝒆 𝒒𝒖𝒂𝒔𝒊 𝒍’𝒊𝒏𝒕𝒆𝒓𝒐 𝒆𝒍𝒆𝒕𝒕𝒐𝒓𝒂𝒕𝒐 𝒅𝒊 𝒖𝒏 𝑷𝒖𝒈𝒏𝒂𝒍𝒐𝒏𝒊, 𝒓𝒂𝒔𝒔𝒆𝒈𝒏𝒂𝒕𝒐 𝒂 𝒏𝒐𝒏 𝒗𝒊𝒏𝒄𝒆𝒓𝒆 𝒆 𝒅𝒊𝒔𝒑𝒐𝒏𝒊𝒃𝒊𝒍𝒆 𝒔𝒐𝒍𝒐 𝒂𝒅 𝒊𝒏𝒗𝒆𝒔𝒕𝒊𝒓𝒆 𝒑𝒆𝒓 𝒇𝒂𝒓 𝒔𝒐𝒄𝒄𝒐𝒎𝒃𝒆𝒓𝒆 𝑳𝒂𝒕𝒊𝒏𝒊
Restare fedeli con onore ad un PUGNALONI che, ormai si ben compreso, ha accettato la sconfitta del Pd e lotta solo per far perdere LATINI… oppure accettare il grande rischio del disonore politico ma anche la possibilità di vincere con GINNETTI?
Insomma, direbbe qualcuno, essere o non essere? Il dubbio amletico da mesi tormenta le notti e i giorni degli ormai ex PUGNALONI-BOYS, in rigido ordine alfabetico: Matteo CANAPA, già segretario del Pd, 44 anni e appena 63 preferenze nel 2019; Giorgio CAMPANARI, Presidente del Consiglio comunale, 44 anni e 144 preziose gocce di sangue donate alla causa; Diego GALLINA FIORINI, Capogruppo consiliare del Pd, 42 anni e la miseria di 81 consensi.
Coalizzati insieme a compiere o non compiere il gran salto, parliamo di 288 voti in ballo, esattamente il 10% dei consensi rimediati dal Partito perdente nel 2019, allora utili per distanziare GINNETTI e andare al ballottaggio.
Cinque anni dopo nel magma indefinibile del Centro-Sinistra osimano, la situazione appare cristallizzata alle posizioni consolidate, con l’unica variante della squalifica elettorale di PUGNALONI che lo costringerà ai box per un giro.
Dunque che fare? Perdere con onore (ma con la prospettiva di guadagnare qualche pacca sulle spalle e di uscire definitivamente dal giro che conta e assicura prebende e posti di lavoro) oppure accettare il rischio di farsi momentaneamente guardare storto dagli ultimi “duri e puri” (in genere gli esclusi dal sistema) e accettare il rischio di passare per i nuovi volta gabbana di turno?
Oltretutto PUGNALONI e GINNETTI, nella loro considerevole differenza, incarnano valori, e posizioni, insomma un credo politico/amministrativo assai poco conciliabile.
Non fosse ancora chiaro, le soluzioni spesso utilizzate, con sapienza politica, dal nostro poco amato Sindaco, molto meno si addicono alle abitudini di un GINNETTI pretendente successore.
Ancora più chiaramente, Astea, Asso e compagnia bella potranno essere anche chiamate in campo, in soccorso dei vincitori… ma solo forse. E ripetiamo forse, solo a campagna elettorale vinta. La qual cosa, per un Centro-Sinistra con aspirazioni massime di ballottaggio, resta pur sempre il vero scoglio quasi insormontabile.
Come risolvere l’equazione? E’ indubbio che GINNETTI, regista vero delle operazioni in chiave anti Centro-Destra (Civici non definibili compresi) a qualche velo a protezione della verginità dovrà rinunciare se vorrà convincere i tre, riottosi ma disponibili, a cambiare casacca.
Oltretutto i tre possibili ex PUGNALONI-BOYS, se convinti da oro, incenso e birra a profusione, potrebbero non aggiungersi completamente a mani vuote alla causa Ginnettiana; oltre i ricordati 288 voti, pochi ma sicuri, l’addio dei boys provocherebbe nella instabile navicella Dem uno tsunami oggi non stimabile… ma comunque più che in grado a destabilizzare in via definitiva e per sempre (per sempre inteso 2019 e molti anni seguenti) ogni abbozzo di idea targata Pd.
Il disegno, inoltre, a ben guardare, compirebbe l’operazione politica di GINNETTI, attualmente in corso, di puntare ad acquisire la più parte dell’elettorato Pd… ma non certo aggregando nel carro l’ingombrante presenza dell’ex Sindaco e dei suoi poco amabili cortigiani.
Molto, se non tutto, dunque, pare in queste ore volgere sulla capacità del leader di Osimo progetto futuro di elargire, in maniera parca ma lanciando segnali di disponibilità, qualche promessa concreta. Da valutarsi esclusivamente calcolatrice alla mano.
Perché se in politica ogni onore ha un piccolo prezzo… per coprire l’onta del disonore c’è già il cartellino: servirà investire qualche zero in più.