𝑨 𝑷𝒐𝒓𝒕𝒐 𝑹𝒆𝒄𝒂𝒏𝒂𝒕𝒊 𝒔𝒆𝒊 𝒐𝒓𝒆 𝒅𝒊 𝒓𝒊𝒄𝒆𝒓𝒄𝒉𝒆 𝒑𝒆𝒓 𝒓𝒊𝒏𝒕𝒓𝒂𝒄𝒄𝒊𝒂𝒓𝒆 𝒊𝒏 𝒂𝒄𝒒𝒖𝒂, 𝒊𝒏 𝒖𝒏 𝒎𝒂𝒓𝒆 𝒑𝒓𝒂𝒕𝒊𝒄𝒂𝒎𝒆𝒏𝒕𝒆 𝒑𝒊𝒂𝒕𝒕𝒐, 𝒅𝒖𝒆 𝒑𝒐𝒔𝒔𝒊𝒃𝒊𝒍𝒊 𝒄𝒂𝒅𝒂𝒗𝒆𝒓𝒊… 𝑰𝒏 𝒓𝒆𝒂𝒍𝒕𝒂̀ 𝒈𝒍𝒊 𝒂𝒎𝒊𝒄𝒊, 70 𝒆 73 𝒂𝒏𝒏𝒊, 𝒆𝒓𝒂𝒏𝒐 𝒈𝒊𝒂̀ 𝒓𝒊𝒆𝒏𝒕𝒓𝒂𝒕𝒊 𝒂 𝒄𝒂𝒔𝒂, 𝒏𝒆𝒍𝒍’𝒆𝒏𝒕𝒓𝒐𝒕𝒆𝒓𝒓𝒂 𝑴𝒂𝒄𝒆𝒓𝒂𝒕𝒆𝒔𝒆; 𝒔𝒕𝒂𝒗𝒂𝒏𝒐 𝒑𝒆𝒓 𝒂𝒏𝒅𝒂𝒓𝒆 𝒂 𝒄𝒆𝒏𝒂. 𝑨𝒍𝒍𝒂𝒓𝒎𝒆 𝒄𝒆𝒔𝒔𝒂𝒕𝒐 𝒄𝒐𝒏 𝒔𝒐𝒓𝒑𝒓𝒆𝒔𝒂: “𝑷𝒓𝒐𝒏𝒕𝒐 𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒂𝒏𝒆𝒓𝒊𝒂 𝒅𝒊 𝑷𝒐𝒓𝒕𝒐 𝑪𝒊𝒗𝒊𝒕𝒂𝒏𝒐𝒗𝒂? 𝑷𝒆𝒓 𝒄𝒂𝒔𝒐 𝒄𝒆𝒓𝒄𝒂𝒕𝒆 𝒏𝒐𝒊…”
Protagonisti involontari e inconsapevoli, due amici di San Severino Marche, uno 73 anni e l’altro 70 anni.
Ieri sera, dopo un rigenerante pomeriggio al mare di Porto Recanati, con tanto di bagno a largo nel blu più blu, stavano per chiudere degnamente la giornata e mettersi a cena, quando… facendo zapping sul cellulare (come un qualsiasi settenne mentre attende l’urlo del pronto in tavola da parte della mamma) uno degli anziani ma ancora giovanili amici del Sanseverinate, scorge in Rete una notizia riguardante la spiaggia e il mare di Porto Recanati appena lasciato:
“Sospese di ricerche causa oscurità, inutili sei ore di ricerche in mare. Nessuna notizia dei due uomini dispersi, oltre scogliera, nel tratto antistante l’ex Montedison.
Il fatto di essere in due, di aver effettivamente nuotato, nelle ore indicate in quello stesso specchio di mare e di averlo fatto a largo, ha fatto balenare nella mente dell’uomo l’idea che la macchina dei soccorsi, messa in moto dalla Capitaneria di Porto di Civitanova Marche, stesse inutilmente cercando i loro cadaveri!”
Toccato ferro e ogni altro ammennicolo, attorno alle 20, prima del pronto in tavola, i due hanno sentito la necessità di verificare il proprio intuito e dare un senso compiuto al pomeriggio con l’ufficializzazione del falso allarme.
Ma come era stato possibile movimentare, uomini e mezzi a decine in perlustrazione, pur in assenza di qualsiasi segnalazione? E poi segnalare cosa?
E’ a tutte queste domande, mentre ormai la cena stava raffreddando in tavola, inevitabilmente, che i due settempedano hanno fattivamente aiutato le autorità costiere nella ricostruzione.
Tutta “colpa” di un eccesso di protagonismo di una coppia, moglie marito, preoccupata dopo aver notato i due sconosciuti allontanarsi dalla riva sensibilmente, nuotando oltretutto a grande istanza.
Proprio la distanza tra loro e tra loro e la riva, ha causato l’equivoco; l’immagine temuta e creduta vista da moglie e marito: uno dei due in difficoltà per un malore, richiamare l’altro per poi annaspare in acqua!
Tutt’altro. I due, provetti nuotatori, stavano semplicemente parlando tra loro, segnalando la posizione all’altro agitando le braccia come per giocare… non certo in cerca di aiuto!
Anche il mare calmo e piatto, per tutta la giornata, ha invitato a tuffarsi centinaia di bagnanti della domenica, senza pericoli particolari.
Resto il fatto che la macchina dei soccorsi si è subito messa in moto “arando” avanti e dietro, più e più volte, circa tre chilometri di costa, fino al calar della sera, considerata che la testimonianza della coppia era stata confermata, potere della mente, anche da un altro “testimone”.
Tutto senza trovare in spiaggia effetti personali dei due nuotatori scomparsi nel mare piatto e senza ricevere la benchè minima segnalazione di scomparsa in un raggio di 100 chilometri.
Insomma se i due arzilli nuotatori della domenica non avessero origliato la notizia e immaginato di esser proprio gli scomparsi in mare… saremmo stati di fronte ad un piccolo giallo… da archiviare.
Senza denunce da parte di familiari, neanche trascorse 24 ore dall’avvenimento, questa mattina la macchina di recupero e salvataggio della Guardia costiera, Vigili del Fuoco e Carabinieri si sarebbe arresa all’evidenza restando in porto.
All’ora di cena la telefonata liberatoria. “Per caso cercate noi?…”