𝗟’𝗲𝘂𝗿𝗼𝗽𝗮𝗿𝗹𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗮𝗿𝗲 𝘀𝗶 𝗰𝗼𝗻𝗳𝗲𝗿𝗺𝗮 𝗰𝗹𝗮𝗺𝗼𝗿𝗼𝘀𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 “𝗳𝘂𝗼𝗿𝗶 𝗽𝗼𝘀𝘁𝗼” 𝗻𝗲𝗹 𝗿𝘂𝗼𝗹𝗼 𝗱𝗶 𝗖𝗼𝗼𝗿𝗱𝗶𝗻𝗮𝘁𝗼𝗿𝗲 𝗽𝗿𝗼𝘃𝗶𝗻𝗰𝗶𝗮𝗹𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗙𝗶𝗮𝗺𝗺𝗮, 𝗱𝗶𝘀𝗽𝗼𝗻𝗲𝗻𝗱𝗼 𝗮 𝗽𝗶𝗮𝗰𝗲𝗿𝗲 𝗱𝗲𝗹 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗶𝘁𝗼, 𝘀𝘂𝗹𝗹𝗮 𝘀𝘁𝗲𝘀𝘀𝗮 𝘁𝗲𝘀𝘁𝗮 𝗱𝗲𝗴𝗹𝗶 𝗮𝘁𝘁𝗶𝘃𝗶𝘀𝘁𝗶 𝗹𝗼𝗰𝗮𝗹𝗶. 𝗣𝗿𝗼𝗽𝗿𝗶𝗼 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝗮𝗱 𝗢𝘀𝗶𝗺𝗼 𝗱𝗮𝗹 𝟮𝟬𝟬𝟭 𝗮𝗱 𝗼𝗴𝗴𝗶

Da oltre mezzo secolo abbiamo un sospetto, mai chiarito, sulle effettive capacità dell’Onorevole Carlo CICCIOLI di fare politica in maniera efficace.
Essendo in genere assai pretenziosi nei giudizi, in particolare verso chi dovrebbe rappresentarci ai massimi livelli, abbiamo da tempo accettato l’idea che la colpa, in realtà, è solo nostra che chiediamo sempre di più e di meglio a chi, come CICCIOLI, sta tirando la carretta dall’altro Millennio; e di più non gli riesce davvero di fare.
Non potrebbe riuscire a nessuno.
E così gli insuccessi osimani, letti dal 2000 come una indebita ingerenza anconetana sugli affari degli eredi di BOCCOLINO, andrebbero riletti, forse, in chiave più buonista verso Carletto nostro.
Senonchè è di queste ore l’insorgere del “caso-Senigallia”; stesso partito, stessa provincia, stesso numero di abitanti, stesso protagonista e soprattutto stesse accuse.
Insomma stesso tutto, compresa la stessa brutta figura.
E allora il dubbio cinquantennale ecco riproporsi: ma allora Carlo CICCIOLI non è davvero adatto a tenere rapporti di buon vicinato con le persone che ragionano, grosso modo, con gli stessi ideali?
Parrebbe di si. E con relativo giudizio sulla Osimo vista CICCIOLI, a cascata, di nuovo di attualità.
Ma stiamo ai fatti. Capita che due Consiglieri comunali sui cinque espressi dal 2020 da Fratelli di Italia a Senigallia – Marcello LIVERANI e Davide DA ROS – siano incappati in una condanna per diffamazione, confermata in Appello, ai danni di una di attivista locale della Lega.
Essendo atti giudiziari attinenti alla sfera politica la cosa avrebbe potuto e dovuto – col dubbio della legittimità costituzionale o meno della SEVERINO – finire li.
Non fosse stato per l’invito di CICCIOLI a mezzo stampa di “una pausa di riflessione” – da parte degli stessi LIVERANI e DA ROS – esternato dall’Europarlamentare in veste di Coordinatore provinciale di FdI.

Passo indietro che, a sentire i diretti interessati, sarebbe stata presa in considerazione attraverso una “uscita sot” dal partito e non certo per imposizione gerarchica.
“Dopo le parole di CICCIOLI alla stampa – questa la replica del duo LIVERANI&DA ROS – non possiamo più tacere. E quindi è bene che si sappia che non siamo stati espulsi dal partito ma siamo stati noi a lasciare Fratelli di Italia; non a causa non della nostra condanna ma per le continue ingerenze politiche subite, dal 2020 in poi, dalla segreteria provinciale.
Prima che il Centro-Destra vincesse le elezioni Comunali, per la prima volta a Senigallia, nel 2020, nessuno della segreteria provinciale del partito si è mai sognato di interessarsi delle nostre cose.
Dopo la vittoria del 20 settembre 2020 – proseguono i due ex Consiglieri comunali – è invece stato un delirio… con una serie di intromissioni, ingerenze e nomi continui da proporre, caldeggiare, eleggere.
Basta! Non accettiamo altre imposizioni da Ancona. Lasciamo Fratelli di Italia e lo facciamo con dispiacere… ma quello della segreteria provinciale utilizzato da CICCIOLI non è il nostro modo di fare politica”.
E se non fosse ancora chiaro, ecco il bis.
“Nessuno ha espulso Marcello LIVERANI e Davide DA ROS; siamo stati noi, di nostra spontanea volontà, a lasciare il partito a causa delle ingerenze di CICCIOLI sulla politica senigalliese.
Fino alla vittoria del Sindaco OLIVETTI nessuno del Centro-Destra provinciale si era mai visto in città… dal giorno della vittoria in avanti da Ancona hanno fatto lo stradello!

CICCIOLI ci ha proposto di tutto: persone da ascoltare e obiettivi da perseguire… compreso il fatto di non essere troppo accondiscendenti col Sindaco OLIVETTI e di accontentarlo… ma non troppo!
Noi siamo abituati in un altro modo. Siamo stati eletti a Senigallia e ai senigalliesi rispondiamo. OLIVETTI è il nostro Sindaco e abbiamo fatto e faremo politica (come gruppo misto, NdR.) con OLIVETTI.
Oggi, oltretutto, abbiamo ricevuto una telefonata da Carlo CICCIOLI che definiremmo oscena. Siamo stati costretti a litigare, anche con ricorso a parole grosse.
Era già capitato. In passato si è offeso (CICCIOLI, NdR.) per non essere stato avvisato, né fatto entrare nella decisione di nominare Assessore al Turismo Simona ROMAGNOLI.
E poi, circa a inizio febbraio, parlando del Congresso cittadino in vista, mi ero offerto di concorrere a Coordinatore (dice LIVERANI, NdR.) e col sottoscritto anche la candidatura di una ragazza.
A seguito della condanna riportata faccio un passo indietro ma vengo a sapere, proprio domenica scorsa, che anche la ragazza non è di gradimento di CICCIOLI.
Esattamente le parole usate da Carlo sono state: “Quella tipa non mi piace… scelgo io chi mettere in Segreteria a Senigallia”.
Per me questo modo di fare non ha nulla da spartire con la democrazia. Quindi caro Carlo, sai che c’è? Io e Davide ti lasciamo il giocattolo di Senigallia e usciamo molto tranquillamente da questo gioco. Questo quanto successo veramente.
Chi non crede o ha dei dubbi, può contattarci di persona e forniremo le prove di quanto accaduto in questi mesi e anni”.
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