𝗜𝗻 𝘁𝘂𝘁𝘁𝗮 𝗹𝗮 𝗿𝗲𝗴𝗶𝗼𝗻𝗲, 𝘀𝘂𝗶 𝟮𝟭 𝗰𝗮𝗿𝘁𝗲𝗹𝗹𝗼𝗻𝗶 𝗮𝗹𝗹𝗲𝘀𝘁𝗶𝘁𝗶 𝗱𝗮𝗹𝗹𝗲 𝘃𝗮𝗿𝗶𝗲 𝗔𝗺𝗺𝗶𝗻𝗶𝘀𝘁𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶 𝗰𝗼𝗺𝘂𝗻𝗮𝗹𝗶, 𝘀𝗼𝗹𝗼 𝗦𝗮𝗻 𝗕𝗲𝗻𝗲𝗱𝗲𝘁𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗧𝗿𝗼𝗻𝘁𝗼, 𝗠𝗮𝗰𝗲𝗿𝗮𝘁𝗮, 𝗔𝘀𝗰𝗼𝗹𝗶 𝗣𝗶𝗰𝗲𝗻𝗼 𝗲 𝗢𝘀𝗶𝗺𝗼, 𝗵𝗮𝗻𝗻𝗼 𝗼𝗽𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗹 𝗯𝗶𝘀 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗼 𝘀𝗽𝗲𝘁𝘁𝗮𝗰𝗼𝗹𝗼 𝗶𝗻 𝗰𝗮𝗿𝘁𝗲𝗹𝗹𝗼𝗻𝗲. 𝗨𝗻 𝗺𝗼𝘁𝗶𝘃𝗼 𝗰𝗶 𝘀𝗮𝗿𝗮̀. 𝗟𝗮 𝗰𝗶𝘁𝘁𝗮̀ 𝗽𝗮𝗴𝗮 𝗹𝗮 𝗺𝗮𝗻𝗰𝗮𝗻𝘇𝗮 𝗱𝗶 𝗲𝘀𝗽𝗲𝗿𝗶𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗱𝗶 𝘂𝗻 𝗔𝘀𝘀𝗲𝘀𝘀𝗼𝗿𝗲 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗖𝘂𝗹𝘁𝘂𝗿𝗮 𝗰𝗮𝗽𝗶𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗶𝗻 𝗚𝗶𝘂𝗻𝘁𝗮 𝗳𝘂𝗼𝗿𝗶 𝗽𝗿𝗼𝗴𝗿𝗮𝗺𝗺𝗮 𝗲 𝗾𝘂𝗮𝘀𝗶 𝗽𝗲𝗿 𝗰𝗮𝘀𝗼. 𝗣𝗿𝗲𝘃𝗶𝘀𝘁𝗼, 𝗿𝗶𝘀𝗽𝗲𝘁𝘁𝗼 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝘀𝗰𝗼𝗿𝘀𝗮 𝘀𝘁𝗮𝗴𝗶𝗼𝗻𝗲 𝘁𝗲𝗮𝘁𝗿𝗮𝗹𝗲, 𝗶𝗹 𝗿𝗮𝗱𝗱𝗼𝗽𝗽𝗶𝗼 𝗱𝗲𝗹 𝗿𝗼𝘀𝘀𝗼 𝗶𝗻 𝗯𝗶𝗹𝗮𝗻𝗰𝗶𝗼 𝟮𝟬𝟮𝟯
Esperimento fallito. Considerato che nelle Marche Osimo non risulta l’unico Comune ad aver “beccato” e che anche altrove altre Amministrazioni comunali hanno ceduto all’offerta culturale proposta dall’Amat (vedi Macerata, Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto con il prendi 2 e paga 2) dopo la riprova “Molto rumore per nulla” si può esclamare: mal comune mezzo gaudio!
Vincere la scommessa (organizzare un bis per ciascun spettacolo teatrale, offerto al pubblico osimano, per la prima volta, in duplice serata a scelta… uguale ad un fallimento sul piano commerciale) era troppo semplice. E non ci vanteremo di questa banale osservazione per sottolineare “l’avevamo detto”.
300 paganti martedì e – strano ma vero -330 mercoledì sera, a teatro, per applaudire, oltretutto – non ce ne vorranno i due semi sconosciuti come i protagonisti Lodo GUENZI e Sara PUTIGNANO in “MOLTO RUMORE PER NULLA” – sono indubbiamente un buon risultato. Purtroppo insufficiente a coprire le spese del botteghino.
630 spettatori complessivi, infatti, se stabiliscono una sorta di record osimano a livello teatrale, rappresentano pur sempre costi raddoppiati rispetto alla storia de “La Nuova Fenice”, abituato da sempre a rappresentazioni uniche, considerato sia il bacino di utenza della città che la maggiore capacità del teatro nel recente passato, oggi ridotta, per questioni di sicurezza, a soli 450 ingressi.
Si dirà: 450 biglietti sono insufficienti a soddisfare la fame di cultura, a prescindere, degli osimani (in effetti i paganti sono risultati circa un terzo in più). Che fare?
Una soluzione “democratica” (ma poco furba) sarebbe stata facilmente adottabile limitando a tre, ad esempio, il numero di recite acquistabili dal pubblico in abbonamento. In questo modo l’incasso al botteghino si sarebbe potuto dire salvo, assicurando agli amanti della rappresentazione teatrale un sicuro turn-over capace di accontentare quasi tutti.
Un altro sistema, anziché ridursi a sole sei rappresentazioni ma doppie (di fatto 12 spettacoli) avrebbe potuto puntare su 8 o 10 titoli unici in cartellone.
Una terza soluzione, pur non essendo il nostro mestiere organizzare stagioni teatrali, avrebbe potuto e dovuto limitare l’eventuale bis in locandina ad un paio di titoli, presumibilmente i più appetibili dal pubblico.
Si è optato, causa inesperienza dell’Assessore FANTASIA, una “sbagliata” capitata nel posto meno indicato nel momento meno adatto, ad un bis generalizzato che, a fine stagione avrà prodotto alle casse di Asso e quindi comunali, un rosso… più o meno doppio a quello realizzato, in serata unica, lo scorso anno.
Si dirà. Se vuoi allargare l’offerta culturale a quanti più soggetti possibili… non devi stare a guardare il capello. E pagare.
Punti di vista. Ad Urbino, Tolentino, Senigallia, Sant’Elpidio a Mare, San Severino Marche, Recanati, Porto Sant’Elpidio, Porto San Giorgio, Grottammare, Corridonia, Corinaldo, Civitanova Marche, Chiaravalle, Fabriano e persino nel capoluogo Ancona i vari Sindaci hanno pensato in altro modo, limitando la stagione ad una sola rappresentazione, magari allungando il cartellone di serate in più rispetto alle sole 6 previste ad Osimo sino ad aprile ’25.
Solo San Benedetto del Tronto, Macerata e Ascoli Piceno, in tutta la regione, hanno condiviso la proposta Amat e acquistato il pacchetto-bis; col record regionale, addirittura di tris, aggiudicato alle stagioni della città di Fano e Fermo, con i teatri della Fortuna e dell’Aquila impegnati per tre serate consecutive ad appuntamento.
Chi avrà avuto ragione?