𝗣𝗼𝗺𝗲𝗿𝗶𝗴𝗴𝗶𝗼 𝗲𝗽𝗼𝗰𝗮𝗹𝗲 𝗶𝗻 𝗦𝗮𝗹𝗮 𝗚𝗶𝗮𝗹𝗹𝗮 𝗰𝗼𝗻 𝗟𝗮𝘁𝗶𝗻𝗶 𝗮𝗱 𝗮𝗽𝗿𝗶𝗿𝗲 𝗮 𝗣𝘂𝗴𝗻𝗮𝗹𝗼𝗻𝗶 𝗽𝗲𝗿 𝗽𝗮𝗰𝗶𝗳𝗶𝗰𝗮𝗿𝗲 𝗢𝘀𝗶𝗺𝗼 𝗱𝗼𝗽𝗼 𝘂𝗻 𝗱𝗲𝗰𝗲𝗻𝗻𝗶𝗼 “𝗳𝗲𝗿𝗼𝗰𝗲”; 𝗮𝗹 𝘁𝗲𝗺𝗽𝗼 𝘀𝘁𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗶𝗹 𝗳𝗼𝗻𝗱𝗮𝘁𝗼𝗿𝗲 𝗱𝗶 𝗦𝘂 𝗹𝗮 𝗧𝗲𝘀𝘁𝗮 𝗵𝗮 𝗰𝗵𝗶𝘂𝘀𝗼, 𝗽𝗲𝗿 𝗹’𝗲𝗻𝗻𝗲𝘀𝗶𝗺𝗮 𝘃𝗼𝗹𝘁𝗮, 𝗮𝗹 𝗽𝗿𝗼𝘀𝗲𝗴𝘂𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗼 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗲𝘀𝗽𝗲𝗿𝗶𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗮𝗺𝗺𝗶𝗻𝗶𝘀𝘁𝗿𝗮𝘁𝗶𝘃𝗮 𝗮 𝗳𝗶𝗮𝗻𝗰𝗼 𝗱𝗶 𝗣𝗶𝗿𝗮𝗻𝗶 𝗹𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗮𝗻𝗱𝗼 𝗱𝗶 𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 𝘀𝘁𝗮𝘁𝗼 𝗮𝗰𝗰𝗮𝗻𝘁𝗼𝗻𝗮𝘁𝗼 𝗶𝗻 𝗳𝗮𝘃𝗼𝗿𝗲 𝗱𝗶 𝗰𝗵𝗶 𝗵𝗮 𝗽𝗲𝗿𝘀𝗼 𝗹𝗲 𝗲𝗹𝗲𝘇𝗶𝗼𝗻𝗶. 𝗦𝗶 𝗲̀ 𝗰𝗼𝘀𝗶̀ 𝗽𝗮𝘀𝘀𝗮𝘁𝗶 𝗱𝗮 𝘂𝗻𝗮 𝘀𝗲𝗿𝗶𝗲 𝗱𝗶 𝗖𝗼𝗻𝘀𝗶𝗴𝗹𝗶 𝗰𝗼𝗺𝘂𝗻𝗮𝗹𝗶 𝗮𝗯𝗼𝗿𝘁𝗶𝘁𝗶 𝘀𝗽𝗼𝗻𝘁𝗮𝗻𝗲𝗮𝗺𝗲𝗻𝘁𝗲 𝘀𝘂𝗹 𝗻𝗮𝘀𝗰𝗲𝗿𝗲 𝗮𝗱 𝘂𝗻𝗮 𝘀𝗲𝗱𝘂𝘁𝗮 𝘁𝗿𝗮𝘃𝗮𝗴𝗹𝗶𝗮𝘁𝗮 𝗱𝗮 𝗮𝗯𝗼𝗿𝘁𝗼 𝘁𝗲𝗿𝗮𝗽𝗲𝘂𝘁𝗶𝗰𝗼. 𝗟𝗮𝘃𝗼𝗿𝗶 𝗮 𝗹𝗼𝗿𝗼 𝗺𝗼𝗱𝗼 “𝘀𝘁𝗼𝗿𝗶𝗰𝗶” 𝗲𝘀𝘀𝗲𝗻𝗱𝗼 𝘀𝘁𝗮𝘁𝗶 𝘀𝗼𝘀𝗽𝗲𝘀𝗶 𝗱𝗼𝗽𝗼 𝗾𝘂𝗮𝘀𝗶 𝘁𝗿𝗲 𝗼𝗿𝗲 𝗱𝗶 𝗺𝗼𝗹𝘁𝗼… 𝗺𝗮 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗻𝘂𝗹𝗹𝗮. 𝗠𝗮𝗶 𝘀𝘂𝗰𝗰𝗲𝘀𝘀𝗼 𝗮𝗱 𝗢𝘀𝗶𝗺𝗼 𝗶𝗻 𝟴𝟬 𝗮𝗻𝗻𝗶 𝗱𝗶 𝘃𝗶𝘁𝗮 𝗮𝗺𝗺𝗶𝗻𝗶𝘀𝘁𝗿𝗮𝘁𝗶𝘃𝗮 𝗱𝗲𝗺𝗼𝗰𝗿𝗮𝘁𝗶𝗰𝗮. 𝗔 𝗳𝗮𝗿𝗶 𝘀𝗽𝗲𝗻𝘁𝗶 𝗹’𝗲𝗻𝗻𝗲𝘀𝗶𝗺𝗼 𝗴𝗿𝗮𝗻 𝗳𝗶𝗻𝗮𝗹𝗲 𝗰𝗼𝗹 𝗦𝗶𝗻𝗱𝗮𝗰𝗼 𝗯𝗲𝗰𝗰𝗮𝘁𝗼 𝗱𝗮𝗶 𝗺𝗶𝗰𝗿𝗼𝗳𝗼𝗻𝗶 𝗱𝗲𝗹𝗹𝗮 𝗱𝗶𝗿𝗲𝘁𝘁𝗮 𝗮𝗻𝗰𝗼𝗿𝗮 𝗮𝗽𝗲𝗿𝘁𝗮. 𝗗𝗮𝗶 “𝗰𝗮𝘇𝘇𝗶 𝘀𝘂𝗼𝗶” 𝗱𝗶 𝗦𝗶𝗺𝗼𝗻𝗰𝗶𝗻𝗶 𝘀𝗶 𝗲̀ 𝗽𝗮𝘀𝘀𝗮𝘁𝗶 𝗮𝗹𝗹𝗼 “𝘀𝘁𝗿𝗼𝗻𝘇𝗼” 𝘀𝗳𝘂𝗴𝗴𝗶𝘁𝗼 𝗮 𝗣𝗶𝗿𝗮𝗻𝗶, 𝘀𝗲𝗺𝗽𝗿𝗲 𝗰𝗼𝗻 𝗟𝗮𝘁𝗶𝗻𝗶 𝗱𝗲𝘀𝘁𝗶𝗻𝗮𝘁𝗮𝗿𝗶𝗼. 𝗖𝗼𝗻 𝗮𝗴𝗴𝗶𝘂𝗻𝘁𝗮 𝗱𝗶 𝗺𝗶𝗻𝗮𝗰𝗰𝗶𝗮 𝗲𝗹𝗲𝘁𝘁𝗼𝗿𝗮𝗹𝗲 𝗶𝗻 𝗰𝗵𝗶𝗮𝘃𝗲 𝗿𝗲𝗴𝗶𝗼𝗻𝗮𝗹𝗲: “𝗦𝗮𝗿𝗲𝗺𝗼 𝗻𝗼𝗶 𝗮 𝗱𝗶𝗿𝗴𝗹𝗶 𝘃𝗮𝗶 𝗮 𝗰𝗮𝘀𝗮”. 𝗦𝗮𝗻𝘁𝗼𝗻𝗶 (𝗙𝗼𝗿𝘇𝗮 𝗜𝘁𝗮𝗹𝗶𝗮) 𝗽𝗿𝗲𝘃𝗲𝗴𝗴𝗲𝗻𝘁𝗲, 𝘀𝗳𝗼𝗴𝗴𝗶𝗮 𝗶𝗻 𝗮𝘂𝗹𝗮 𝘂𝗻𝗮 𝘁-𝘀𝗵𝗶𝗿𝘁 𝗰𝗼𝗻 𝗹𝗮 𝘀𝗰𝗿𝗶𝘁𝘁𝗮: 𝟮𝟴 𝗼𝘁𝘁𝗼𝗯𝗿𝗲… 𝗶𝗼 𝗰’𝗲𝗿𝗼!
“Grazie signor Presidente, gentile Segretario, gentile Sindaco, gentili Assessori e Onorevoli colleghi; ovviamente la nostra posizione, del gruppo che rappresento, è la più difficile perché da rappresentare in questa aula in quanto esprimiamo la situazione del paradosso… dell’incomprensibile per coloro che hanno compiuto, nella realtà, un impegno per cambiare l’Amministrazione comunale, lavoro di cui siamo stati sicuramente protagonisti; e comunque nella stessa misura degli altri ci siamo impegnati affinchè ciò avvenisse.
Ma il nostro non è un paradosso o almeno non è paradosso nella nostra visuale. La nostra posizione e quindi il mio intervento è quindi rivolto principalmente, se non esclusiva, alla maggioranza e ai componenti dell’Amministrazione; non me ne vogliano i colleghi dell’opposizione, non per non volerli tenere in considerazione… anzi ho preso spunto dagli interventi che mi hanno appena preceduto per arricchire il bagaglio personale e per considerare quelli che sono gli ulteriori aspetti che potrebbero far parte non tanto delle linee programmatiche ma delle modalità di attuazione e interlocuzione tra le parti e i vari gruppi consiliari che compongono il Consiglio comunale.
La nostra posizione riflette una parte di quella che è stata la recente nostra storia e che ci ha visto impegnati nel corso degli ultimi dieci anni a rappresentare, secondo il nostro punto di vista, l’unica vera opposizione all’Amministrazione del Centro-Sinistra del Sindaco PUGNALONI e di averlo fatto a volte in maniera davvero troppo feroce, molto pesante, molto spesso con posizioni che erano allora poco comprensibili ma che nel loro divenire, nel corso del tempo, hanno assunto, hanno trovato una posizione quanto meno logica nella loro impostazione e nella loro finalità.
E per questo devo dire con molta onestà, avrei dovuto farlo già nel corso del mio primo intervento al Consiglio a cui ho partecipato, chiedo anch’io scusa al caro collega PUGNALONI per il nostro troppo impeto nel corso dei dieci anni.
Avrei voluto, proprio in quel momento, ma lo faccio adesso, dire che una pagina deve essere per forza chiusa… vi è necessità per Osimo di una pacificazione che riguardi tutte le parti in causa di un percorso che la storia comunque giudicherà se positivo o negativo, in che modo e nel verso di chi… ma certamente è una storia che abbiamo scritto insieme e insieme dobbiamo prenderne le responsabilità.
E su questo io non mi tiro assolutamente indietro e non perché oggi sono in una posizione di “vincitore”. La nostra è una vittoria mutilata e non certo richiamando il Ventennio fascista… mutilata perché ci siamo sentiti in qualche modo esclusi o secondo alcuni ci siamo fatti escludere o secondo altri ci siamo voluti escludere.
Resta il fatto che dell’impegno che abbiamo profuso nel corso di dieci anni e della campagna elettorale, ben poco in questo momento resta; ben poco traspare dalle azioni, attività che vengono profuse.
E’ questo l’intervento più difficile che io possa fare; capisco che ogni parola che rivolgo alla mia maggioranza è una parola che può essere motivo non di conciliazione ma fonte di polemica o discussione, di derisione… ma queste sono le uniche parole che so, in questo momento pronunciare… quindi quanto meno cogliete la parte più veritiera delle stesse.
E in questo senso, proprio nell’ambito delle linee programmatiche, l’assunzione della nostra responsabilità, pochi o molti che siamo, pochi o molto che rimaniamo, riflette il percorso che le Liste civiche, cambiate nel corso del tempo per denominazione, per vari metodi di identificazione, quasi una sorta di copyright o brevetto che l’uno o l’altro movimento, di seguito, si sono assunte come posizione, ruolo e originarietà… ma le Liste civiche, quelle che sostanzialmente ho contribuito a creare nel 1991, hanno un loro percorso
Ha ragione il collega PELLEGRINI quando afferma che ci sono due modi sostanziali di interpretare il programma amministrativo; noi siamo più per il primo (ricordo che il secondo era quello “alla carlona”) mentre il primo prevede per il programma amministrativo quale cartina di tornasole per chi è, soprattutto Liste civiche… cioè deve rispondere ai cittadini della fiducia riposta nell’impiego della propria volontà, del proprio servizio, per fare una azione amministrativa costante, continua ma anche coerente.
Io ho chiesto, insieme abbiamo chiesto ai cittadini il voto per il cambiamento, rispettando ovviamente chi, invece, voleva la continuità di un modo di amministrare. Lo abbiamo chiesto sulla base di una serie di principi e valori che precedono indubbiamente, contenuti in maniera propedeutico e maieutico le linee programmatiche prettamente intese nella parte che avete inteso nella parte operativa e parte strategica.
E’ chiaro che senza questo noi non possiamo condividere nulla. E’ come non avere “Enigma”, è come non avere il sistema cifrato che permetteva agli Alleati, nella II Guerra mondiale, di capire lo stesso il linguaggio operativo
Ed è forse una sorta di nostra mediocrità, anzi sicuramente segno di un certo nostro limite, una nostra incapacità ad avviarci su un percorso che, partita l’Amministrazione, vinte le Elezioni, si è in qualche modo quasi imposto e sul qualche fatichiamo davvero moltissimo.
E’ vero che nell’ambito di questo ci sono anche i discorsi legati ai cosiddetti posti. Può essere. Ma sono i posti, sono le persone che configurano l’azione amministrativa? Non ci sono soltanto i posti e le persone che configurano l’azione amministrativa nell’ambito di una società.
Come giustamente ricorda ora il Consigliere SPILLI per quanto riguarda OSIMO SERVIZI: il suo grido di dolore mi accomuna. Perché nell’ambito dell’azione di OSIMO SERVIZI non mi sento di imputare nulla all’azione dell’Amministrazione che pure ogni giorno anche noi riscontriamo senza neanche la possibilità di dare un contributo, se non migliorativo in qualche modo di confronto.
Ecco, essere in qualche modo fermi, fermi perché vogliamo evidenziare il nostro grande grido di dolore che si è aperto nell’ambito di quella che è una faglia importante che investe sia l’aspetto valoriale, sia l’aspetto operativo, sia l’aspetto del ris-pet-to.
Rispetto che chiediamo a grande voce, a tutti, per 33 anni di storia e spero che per altri 33 anni, in futuro, i pochi rimasti nelle Liste civiche, che voi chiamate Liste civiche da sempre, sapranno interpretare… e che comprendono la coerenza di fondo, la volontà di saper rinunciar rinunciare anche ad ogni cosa pur di salvare quello che è l’impegno nei confronti dei cittadini ai quali abbiamo chiesto il voto.
E siccome la battaglia è stata vinta, non la guerra… la battaglia politica vinta, per davvero, con uno scarto di poco… significa che noi, il primo compito che dobbiamo fare, è pacificare più possibile la nostra società, trovare i punti migliori in cui maggioranza e opposizione…
Guardate io dal 1991 ho chiamato l’altra parte politica, quando non era al potere amministrativo, sempre opposizione perché la ritengo alla pari; quando si perde il confronto elettorale sulla base dei voti, non si perde la capacità di poter rappresentare le proprie idee, i propri valori, il proprio programma e di poterlo fare alla pari di chi, in quel momento ha invece il dovere di sentire, il dovere non solo di ascoltare ma ha anche il dovere di interpretare chi non l’ha votato.
Non faccio nessuna reprimenda. Ne al Sindaco, ne alla Giunta, ne al Presidente del Consiglio, ne a tutti gli altri colleghi. Non me lo permetterei mai, davvero! Ma la nostra posizione è quella di, appunto, rappresentare quella parte che oggi non c’è nell’ambito di una coalizione che, presentandosi all’apparentamento ha sottoscritto il nostro programma. Non c’è stata una fusione.
Per questo difendiamo, ancora più forte, la nostra posizione. Rivolgiamo ancora più forte il nostro grido di dolore perché sarebbe stato più attenuato se ci fosse stato un incontro, un mismatch tra le varie linee programmatiche dei due programmi. Una visione completa di quello che è il programma delle Liste Civiche.
Ciò significa, a mio avviso, poter contare sul fatto che noi avevamo impostato la campagna elettorale su valori e temo a cui tutti si sono adeguati… temi e valori che, in qualche modo, ciascuno deve continuare ad osservare, riservando la massima attenzione.
Tradiremmo sennò la nostra storia, tradiremmo i nostri elettori, tradiremmo il nostro percorso futuro e tradiremmo anche, nel senso più profondo del termine, la possibilità di raccontare e interpretare in modo autentico quello che è il nostro pensiero.
Per questo, rimanendo questa situazione (so che è una posizione proprio contradditoria rispetto alle linee programmatiche del programma) noi non possiamo votare le linee guida di programma dell’Amministrazione se non c’è e non concorre una modifica di impostazione contestuale al voto.
Cioè una modifica adeguata a quelle che sono le nostre giuste esigenze, a nostro avviso, di rappresentare chi ci ha eletti”.
𝘼 𝙘𝙝𝙞𝙖𝙧𝙞𝙢𝙚𝙣𝙩𝙤 𝙙𝙚𝙡 𝙛𝙪𝙤𝙧𝙞 𝙤𝙣𝙙𝙖 – 𝙙𝙚𝙩𝙩𝙤 𝙘𝙝𝙚 𝙞 𝘾𝙤𝙣𝙨𝙞𝙜𝙡𝙞𝙚𝙧𝙞 𝙚𝙭 𝘼𝙣𝙩𝙤𝙣𝙚𝙡𝙡𝙞𝙖𝙣𝙞 𝙋𝙀𝙎𝘼𝙍𝙀𝙎𝙄 𝙚 𝙎𝘼𝙇𝙇𝙐𝙎𝙏𝙄𝙊 𝙣𝙤𝙣 𝙝𝙖𝙣𝙣𝙤 𝙥𝙧𝙚𝙨𝙤 𝙥𝙖𝙧𝙩𝙚 𝙖𝙞 𝙡𝙖𝙫𝙤𝙧𝙞 𝙖𝙗𝙗𝙖𝙣𝙙𝙤𝙣𝙖𝙣𝙙𝙤 𝙡𝙖 𝙎𝙖𝙡𝙖 𝙂𝙞𝙖𝙡𝙡𝙖 𝙘𝙤𝙣 𝙜𝙧𝙖𝙣𝙙𝙚 𝙖𝙣𝙩𝙞𝙘𝙞𝙥𝙤 𝙚 𝙨𝙤𝙩𝙩𝙤𝙡𝙞𝙣𝙚𝙖𝙩𝙞 𝙜𝙡𝙞 𝙞𝙣𝙩𝙚𝙧𝙫𝙚𝙣𝙩𝙞 𝙞𝙢𝙥𝙤𝙧𝙩𝙖𝙣𝙩𝙞 𝙥𝙧𝙤𝙣𝙪𝙣𝙘𝙞𝙖𝙩𝙞, 𝙨𝙪𝙡𝙡’𝙖𝙡𝙩𝙧𝙖 𝙨𝙥𝙤𝙣𝙙𝙖, 𝙙𝙖𝙞 𝘾𝙤𝙣𝙨𝙞𝙜𝙡𝙞𝙚𝙧𝙞 𝙋𝙀𝙇𝙇𝙀𝙂𝙍𝙄𝙉𝙄 𝙚 𝙋𝙐𝙂𝙉𝘼𝙇𝙊𝙉𝙄 (𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩’𝙪𝙡𝙩𝙞𝙢𝙤 𝙖𝙙 𝙖𝙣𝙩𝙞𝙘𝙞𝙥𝙖𝙧𝙚 𝙇𝘼𝙏𝙄𝙉𝙄 𝙨𝙞𝙣 𝙦𝙪𝙖𝙨𝙞 𝙨𝙪𝙡𝙡𝙖 𝙨𝙤𝙜𝙡𝙞𝙖 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙚 𝙥𝙪𝙗𝙗𝙡𝙞𝙘𝙝𝙚 𝙨𝙘𝙪𝙨𝙚 𝙥𝙚𝙧 10 𝙖𝙣𝙣𝙞 𝙙𝙞 “𝙘𝙖𝙧𝙖𝙩𝙩𝙚𝙧𝙚 𝙙𝙞𝙛𝙛𝙞𝙘𝙞𝙡𝙚”) – 𝙤𝙘𝙘𝙤𝙧𝙧𝙚 𝙧𝙞𝙢𝙖𝙧𝙘𝙖𝙧𝙚 𝙡𝙖 𝙙𝙖𝙗𝙗𝙚𝙣𝙖𝙜𝙜𝙞𝙣𝙚, 𝙣𝙤𝙣 𝙨𝙘𝙪𝙨𝙖𝙗𝙞𝙡𝙚, 𝙙𝙚𝙡 𝙎𝙞𝙣𝙙𝙖𝙘𝙤 𝙋𝙄𝙍𝘼𝙉𝙄, 𝙘𝙤𝙡𝙩𝙤 𝙖 𝙛𝙞𝙣𝙚 𝙨𝙚𝙙𝙪𝙩𝙖 𝙘𝙤𝙢𝙚 𝙪𝙣 𝙢𝙤𝙣𝙚𝙡𝙡𝙤 𝙖 𝙡𝙚𝙘𝙘𝙖𝙧𝙨𝙞 𝙡𝙚 𝙙𝙞𝙩𝙖 𝙨𝙥𝙤𝙧𝙘𝙝𝙚 𝙙𝙞 𝙢𝙖𝙧𝙢𝙚𝙡𝙡𝙖𝙩𝙖.
𝙈𝙚𝙣𝙩𝙧𝙚 𝙎𝙄𝙈𝙊𝙉𝘾𝙄𝙉𝙄, 𝙙𝙖𝙡𝙡’𝙖𝙡𝙩𝙤 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙤 𝙨𝙘𝙧𝙖𝙣𝙣𝙤 𝙙𝙞 𝙋𝙧𝙚𝙨𝙞𝙙𝙚𝙣𝙩𝙚, 𝙥𝙧𝙤𝙣𝙪𝙣𝙘𝙞𝙖𝙫𝙖 𝙡𝙖 𝙘𝙡𝙖𝙨𝙨𝙞𝙘𝙖 𝙛𝙧𝙖𝙨𝙚: “𝙇𝙖 𝙈𝙚𝙨𝙨𝙖 𝙚̀ 𝙛𝙞𝙣𝙞𝙩𝙖, 𝙖𝙣𝙙𝙖𝙩𝙚 𝙞𝙣 𝙥𝙖𝙘𝙚…”. 𝙋𝙄𝙍𝘼𝙉𝙄, 𝙣𝙚𝙡 𝙧𝙞𝙘𝙤𝙢𝙥𝙤𝙧𝙧𝙚 𝙡𝙚 𝙥𝙧𝙤𝙥𝙧𝙞𝙚 𝙘𝙤𝙨𝙚 𝙚̀ 𝙨𝙩𝙖𝙩𝙤 𝙖𝙫𝙫𝙞𝙘𝙞𝙣𝙖𝙩𝙤 𝙙𝙖𝙞 𝙙𝙪𝙚 𝘼𝙨𝙨𝙚𝙨𝙨𝙤𝙧𝙞 𝙛𝙞𝙨𝙞𝙘𝙖𝙢𝙚𝙣𝙩𝙚 𝙥𝙞𝙪̀ 𝙫𝙞𝙘𝙞𝙣𝙞, 𝙎𝙏𝙍𝘼𝙋𝙋𝘼𝙏𝙊 𝙚 𝙨𝙪𝙥𝙚𝙧 𝙈𝙞𝙠𝙮 𝙎𝙏𝘼𝙁𝙁𝙊𝙇𝘼𝙉𝙄, 𝙥𝙚𝙧 𝙡𝙖𝙢𝙚𝙣𝙩𝙖𝙧𝙨𝙞 𝙘𝙤𝙣 𝙪𝙣 𝙜𝙝𝙞𝙜𝙣𝙤 𝙛𝙚𝙧𝙤𝙘𝙚 𝙚 𝙡’𝙤𝙧𝙢𝙖𝙞 𝙛𝙖𝙢𝙤𝙨𝙤: “𝙃𝙖 𝙛𝙖𝙩𝙩𝙤 𝙡𝙤 𝙨𝙩𝙧𝙤𝙣𝙯𝙤, 𝙥𝙤𝙞 𝙨𝙖𝙧𝙚𝙢𝙤 𝙣𝙤𝙞 𝙖 𝙙𝙞𝙧𝙜𝙡𝙞 𝙫𝙖𝙞 𝙖 𝙘𝙖𝙨𝙖”.
𝙉𝙤𝙣 𝙨𝙤𝙙𝙙𝙞𝙨𝙛𝙖𝙩𝙩𝙤, 𝙞𝙡 𝙎𝙞𝙣𝙙𝙖𝙘𝙤, 𝙢𝙖𝙞 𝙘𝙤𝙢𝙚 𝙞𝙣 𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩𝙚 𝙤𝙧𝙚 𝙥𝙧𝙤 𝙩𝙚𝙢𝙥𝙤𝙧𝙚, 𝙝𝙖 𝙘𝙤𝙣𝙩𝙞𝙣𝙪𝙖𝙩𝙤 𝙘𝙤𝙣 𝙡𝙖 𝙨𝙚𝙜𝙪𝙚𝙣𝙩𝙚 𝙖𝙣𝙣𝙤𝙩𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚: “𝙀 𝙞𝙣𝙩𝙖𝙣𝙩𝙤 𝙨𝙞 𝙚̀ 𝙧𝙖𝙙𝙙𝙤𝙥𝙥𝙞𝙖𝙩𝙤 𝙡𝙤 𝙨𝙩𝙞𝙥𝙚𝙣𝙙𝙞𝙤… 𝙚 𝙞𝙡 𝙘𝙖𝙯𝙯𝙤 𝙡𝙤 𝙝𝙖 𝙣𝙤𝙩𝙖𝙩𝙤”. 𝘾𝙤𝙣 𝙞𝙡 𝙋𝙧𝙚𝙨𝙞𝙙𝙚𝙣𝙩𝙚 𝙎𝙄𝙈𝙊𝙉𝘾𝙄𝙉𝙄, 𝙨𝙚𝙙𝙪𝙩𝙤 𝙖 𝙢𝙚𝙯𝙯𝙤 𝙢𝙚𝙩𝙧𝙤, 𝙖𝙙 𝙖𝙣𝙣𝙪𝙞𝙧𝙚 𝙘𝙤𝙡 𝙘𝙖𝙥𝙤…
𝘾𝙖𝙯𝙯𝙤 𝙖 𝙥𝙖𝙧𝙩𝙚, 𝙖 𝙦𝙪𝙖𝙡𝙚 𝙚𝙥𝙞𝙨𝙤𝙙𝙞𝙤 𝙛𝙖𝙘𝙚𝙫𝙖 𝙧𝙞𝙛𝙚𝙧𝙞𝙢𝙚𝙣𝙩𝙤 𝙋𝙄𝙍𝘼𝙉𝙄?
𝘼𝙗𝙗𝙞𝙖𝙢𝙤 𝙘𝙝𝙞𝙚𝙨𝙩𝙤 𝙡𝙪𝙢𝙞 𝙨𝙞𝙖 𝙖 𝙇𝘼𝙏𝙄𝙉𝙄 𝙘𝙝𝙚 𝙖𝙡 𝙫𝙞𝙘𝙚 𝙋𝙧𝙚𝙨𝙞𝙙𝙚𝙣𝙩𝙚 𝙧𝙚𝙜𝙞𝙤𝙣𝙖𝙡𝙚 𝙈𝘼𝙉𝙂𝙄𝘼𝙇𝘼𝙍𝘿𝙄 𝒊𝒑𝒐𝒕𝒊𝒛𝒛𝒂𝒏𝒅𝒐 𝙨𝙚 𝙖𝙡𝙡𝙖 𝙨𝙩𝙖𝙢𝙥𝙖-𝙩𝙪𝙩𝙩𝙖 𝙛𝙤𝙨𝙨𝙚 𝙨𝙛𝙪𝙜𝙜𝙞𝙩𝙤 𝙪𝙣 𝙨𝙞𝙢𝙞𝙡𝙚 𝙥𝙧𝙤𝙫𝙫𝙚𝙙𝙞𝙢𝙚𝙣𝙩𝙤; 𝙤 𝙨𝙚 𝙡𝒂 𝑹𝙚𝒈𝙞𝒐𝙣𝒆 𝙨𝙩𝙞𝙖 𝙥𝙚𝙧 𝙛𝙖𝙧𝙡𝙤 𝙤 𝙨𝙚 𝙥𝙤𝙨𝙨𝙖 𝙚𝙨𝙨𝙚𝙧𝙚 𝙢𝙚𝙨𝙨𝙤 𝙞𝙣 𝙦𝙪𝙖𝙡𝙘𝙝𝙚 𝙢𝙤𝙙𝙤 𝙣𝙚𝙡 𝙘𝙤𝙣𝙩𝙤 𝙥𝙚𝙧 𝙡’𝙞𝙢𝙢𝙚𝙙𝙞𝙖𝙩𝙤 𝙛𝙪𝙩𝙪𝙧𝙤.
𝙀𝙣𝙩𝙧𝙖𝙢𝙗𝙞 𝙖𝙡𝙡𝙖 𝙙𝙤𝙢𝙖𝙣𝙙𝙖 𝙝𝙖𝙣𝙣𝙤 𝙘𝙖𝙩𝙚𝙜𝙤𝙧𝙞𝙘𝙖𝙢𝙚𝙣𝙩𝙚 𝙣𝙚𝙜𝙖𝙩𝙤 𝙡𝙖 𝙘𝙞𝙧𝙘𝙤𝙨𝙩𝙖𝙣𝙯𝙖 𝙙𝙞 𝙦𝙪𝙖𝙡𝙨𝙞𝙖𝙨𝙞 𝙧𝙞𝙩𝙤𝙘𝙘𝙤 𝙙𝙚𝙡𝙡’𝙖𝙥𝙥𝙖𝙣𝙣𝙖𝙜𝙜𝙞𝙤 𝙧𝙚𝙜𝙞𝙤𝙣𝙖𝙡𝙚, 𝙨𝙤𝙩𝙩𝙤 𝙤𝙜𝙣𝙞 𝙛𝙤𝙧𝙢𝙖 𝙥𝙤𝙨𝙨𝙞𝙗𝙞𝙡𝙚; 𝙙𝙖 𝙪𝙡𝙩𝙞𝙢𝙤 𝙣𝙚𝙜𝙖𝙣𝙙𝙤 𝙨𝙞𝙛𝙛𝙖𝙩𝙩𝙖 𝙚𝙫𝙚𝙣𝙩𝙪𝙖𝙡𝙞𝙩𝙖̀, 𝙖𝙣𝙘𝙝𝙚 𝙞𝙣 𝙘𝙖𝙨𝙤 𝙙𝙞 𝙪𝙣 𝙞𝙢𝙥𝙧𝙤𝙗𝙖𝙗𝙞𝙡𝙞𝙨𝙨𝙞𝙢𝙤 𝙧𝙞𝙘𝙤𝙣𝙤𝙨𝙘𝙞𝙢𝙚𝙣𝙩𝙤 𝙚𝙭𝙩𝙧𝙖 𝙙𝙖 𝙥𝙖𝙧𝙩𝙚 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙤 𝙎𝙩𝙖𝙩𝙤.
𝘼 𝙘𝙝𝙞 𝙨𝙞 𝙧𝙞𝙫𝙤𝙡𝙜𝙚𝙫𝙖, 𝙙𝙪𝙣𝙦𝙪𝙚, 𝙘𝙤𝙣 𝙛𝙖𝙧𝙚 𝙨𝙞𝙘𝙪𝙧𝙤, 𝙞𝙡 𝙎𝙞𝙣𝙙𝙖𝙘𝙤 (𝙥𝙚𝙧 𝙤𝙧𝙖) 𝙙𝙞 𝙊𝙨𝙞𝙢𝙤?