𝗟’𝗶𝗻𝘃𝗲𝗻𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗱𝗲𝗴𝗹𝗶 𝗔𝗰𝗰𝗼𝗿𝗿𝗼𝗻𝗶, 𝗮 𝗦𝗮𝗻 𝗕𝗶𝗮𝗴𝗶𝗼, 𝘀𝗶 𝗺𝗼𝘀𝘁𝗿𝗮 𝗰𝗼𝗺𝗲 𝘂𝗻 𝗴𝗿𝗮𝗻𝗱𝗲 𝗽𝘂𝗯, 𝗺𝗮𝗹𝗴𝗿𝗮𝗱𝗼 𝗹’𝗶𝗱𝗲𝗮 𝗼𝗿𝗶𝗴𝗶𝗻𝗮𝗿𝗶𝗮 𝗱𝗶 𝘂𝗻𝗼 𝘀𝗽𝗮𝘇𝗶𝗼 𝗺𝘂𝗹𝘁𝗶 𝗱𝗶𝘀𝗰𝗶𝗽𝗹𝗶𝗻𝗮𝗿𝗲 𝗽𝗲𝗿 𝗴𝗶𝗼𝘃𝗮𝗻𝗶𝘀𝘀𝗶𝗺𝗶. 𝗜𝗻 𝗮𝘁𝘁𝗲𝘀𝗮 𝗱𝗲𝗹 𝗴𝗲𝗺𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗖𝗮𝘃𝗮𝗹𝗹𝗶𝗻𝗼 𝗮𝗹𝗮𝘁𝗼 – 𝗱𝗲𝘀𝘁𝗶𝗻𝗮𝘁𝗼 𝗶𝗻 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗲𝗻𝘇𝗮 𝗮𝗱 𝘂𝗻𝗮 𝗰𝗹𝗶𝗲𝗻𝘁𝗲𝗹𝗮 𝗳𝗮𝗰𝗼𝗹𝘁𝗼𝘀𝗮 – 𝗿𝗲𝘀𝘁𝗮 𝗶𝗹 𝗱𝘂𝗯𝗯𝗶𝗼 𝗱𝗶 𝗳𝗼𝗻𝗱𝗼: 𝗽𝗶𝘂’ 𝗵𝗼𝗯𝗯𝘆 𝗰𝗵𝗲 𝗯𝘂𝘀𝗶𝗻𝗻𝗲𝘀?
Non supera in pieno la prova finestra il nuovo locale Joia messo in piedi dall’industriale osimano Andrea ACCORRONI.
Mossi dalla curiosità che il battage pubblicitario ha comunque creato in città, ci siamo recati nell’ex “capannone” alle porte di San Biagio per toccare con mano la bontà della proposta.
Idea, quella di essere presenti nel primo sabato sera di attività, venuta in mente, a cena, per il secondo turno delle 21, almeno anche ad una 50ina di cosiddetti “anziani”, ricomprendendo nella sfortunata categoria anche i neo 30enni in su.
L’impressione di fondo, almeno per come la Joia è stata presentata, è quella di trovarsi di fronte ad un locale fisicamente importante, probabilmente troppo per le caratteristiche del pubblico, esclusivamente super giovanile, a cui pare decisamente destinato.
Quasi 200 coperti costituiscono un numero, se non da riempire almeno da avvicinare tutti i giorni, molto importante per il numero di giovani che la città e il territorio circostante possono effettivamente offrire considerato l’offerta pre esistente, la localizzazione e il prezzo di partecipazione ai lavori.
Tutti aspetti afferenti il rischio di impresa e sui quali, rinnovando gli auguri alla famiglia allargata ACCORRONI, non ci soffermiamo oltre.
Detto di una grande gentilezza fin dall’arrivo nel piazzale (con le auto dei clienti prenotati smistate a sinistra e gli altri invitati a pazientare) e di un cerimoniale di ingresso importante, volto a condurre il cliente al proprio tavolo (prenotato on line sul sito della Joia, senza necessità di intermediari), l’avventore si ritrova immerso in un rosso, colore dominante, interrotto solamente da grandi maxi schermi tv pendenti dall’alto, con immagini ben visibili se interessati ma al tempo stesso non invasive della privacy; privacy garantita da diversi separè posti ad altezza di uomo (seduto).
Il verde dei divani a muro e troppi piccoli tavoli color marrone (piccoli per corpulenti anziani come noi ma probabilmente adatti per più esili 16enni) completano la dislocazione della Joja su cui, a centro sala, campeggia un maxi bancone bar, quattro lati, contorniato da sedute.
In fondo, in bella vista, lavorano senza alzare lo sguardo, ben tre piazzaioli (probabilmente il lato migliore del locale) a cui è demandato il piatto forte; realizzare croccanti pizze sottilissime, certamente molto invitanti e buone a giudizio unanime.
Peccato per la musica di sottofondo, costante in un tam tam aborigeno, per fortuna tenuta su un volume sopportabile e in grado di consentire al cliente sia di parlare che ascoltare senza sforzo… ciò nonostante 90 minuti di tam tam incessante entrano comunque in testa, almeno in quella degli anziani 31enni e seguire, categoria a cui il Joia non si rivolge.
Detto della gentilezza e della bontà della pizza, veniamo ai difetti, anche per un pubblico giovane, anzi soprattutto giovane.
Il primo handicap è segnalato per il costo del coperto, a 2.80 ma di fatto conteggiato 3 euro in scontrino… in cambio di uno spazio su un tavolino molto piccolo, sedie non esattamente comode e un banale fazzolettino di carta proposto al posto del tovaiolo. Un ripiano poggia piatto, mix tra carta e plastica in luogo di tovaglie inesistenti, completa il corredo del tavolo che, visto il comfort non offerto, dovrebbe costare molto meno.
Alto anche il costo di una birra artigianale, nel nostro caso una “Finisterrae” formato piccolo gustata dal Direttore e venduta al bel prezzo di 15 euro e non basso neanche il costo di una pizza romana senza mozzarella quotata 10 euro; non piccolo, da ultimo, il budget necessario per quanti, molto pochi, vanno semplicemente ad acqua, valutata comunque 3 euro.
Non rinfranca il morale il fatto che alla cassa a battere il conto ci sia Zenga junior e che la Giorgia MASSI, a suo agio come padrona di casa, si presenti inappuntabile tra i tavoli.
Giudizio finale? Abbiamo fatto conoscenza con un grosso pub, ambizioso di essere anche altro e di conquistare i gusti dei giovanissimi proponendo aperitivi, pizze, sorrisi, gentilezza e musica a volontà.
Se confinato, poi, al desiderio legittimo di un industriale (decisamente con molti da soldi da spendere) nel realizzare uno spazio dove impegnare i propri familiari, la Joia pare avere, fin dalle prime battute, un senso compiuto ed anche un futuro assicurato.
Che possa rivelarsi anche un businnes commerciale… parrebbe invece aleggiare il dubbio. Tale per lo meno fino alla nascita imminente del “gemello” al secondo piano, il “Cavallino alato”, prevista a breve; tutta altra qualità e clientela promessa e attesa.